Paolo Garbisi: “la pepita d’oro del rugby italiano”
Il miglior mediano sfornato dai vivai italiani degli ultimi 20 anni. Paolo Garbisi, 21 anni, cresciuto nel Mogliano sotto l’ala di “Cocco” Mazzariol per poi passare in Top12 al Petrarca guidato da Andrea Marcato. Nel 2020-21 al Benetton vince la Rainbow Cup e nella stessa stagione l’esordio con meta nell’Italia, il 24 ottobre 2020 a Dublino, in Irlanda. Finora vanta 13 presenze.
Passato un pò a sorpresa in estate da Treviso al Montpellier sino ad ora ha fatto registrare 10 presenze (9 da titolare) in Top 14, tutte come mediano d’apertura. Paolo Garbisi oggi è terzo nella classifica dei marcatori del massimo campionato di Francia con 112 punti.
Lo stesso Philippe Saint-André, suo allenatore al Montpellier, lo aveva definito “la pepita d’oro del rugby italiano”.
Chi meglio dell'ex ala della metaman della Francia (69 caps, 34 da capitano), con 32 mete segnate tra il 1990 e il 1997, allenatore dei Bleus tra il 2011 al 2015, può parlarci di Garbisi in questo momento così importante della sua carriera.
“Lo avevo notato anni fa — racconta Saint-André dalla Gazzetta dello Sport —. Giovane, con qualità fisiche e tecniche, emergeva anche in un'Italia non dominante. Con Treviso confermò la mia impressione”.
“Incontrai il ragazzo, mi colpì la sua serietà. Mi rivolsi a lui in inglese, gli dissi che avrebbe dovuto imparare il francese. Dopo sei settimane lo parlava fluentemente”.
“Un anno fa eravamo il solo club ad averlo notato, oggi il 70-80% delle squadre francesi lo vogliono”.
Garbisi sta giocando bene e ha convinto tutti tanto da essere preferito a Handrè Pollard, il numero 10 del Sudafrica Campione del Mondo. Non sono comunque mancate le partite no, contro Pau la sua imprecisione al piede era costata la vittoria. “Paolo è un giovane in un nuovo club, in un campionato duro come il Top 14, primo calciatore con enormi responsabilità. Serve tempo per l'apprendimento. Veniva da un infortunio, aveva esordito con Tolosa, per la prima volta in carriera si era trovato a giocare davanti a 20.000 persone. Sbagliò due calci e perdemmo, era davvero deluso”.
In cosa deve migliorare ancora Garbasi? “Ho allenato alcuni dei più grandi 10, da Wilkinson a Hodgson, da Pollard a Michalak a Trinh-Duc. Nessuno all'età di Garbisi era un 10 completo. Gli servono più partite, esperienza, drop da segnare a tempo scaduto. Credo che tra due o tre anni sarà tra migliori mediani d'apertura al mondo. I numeri 10 sono come il buon vino rosso: invecchiando migliorano”.
E’ scontato che, come hanno fatto Parisse, Castrogiovanni, Masi, Lo Cicero, Canale, i fratelli Bergamasco, la sua esperienza all’estero non potrà che giovare all’Italia.
“A Montpellier stiamo crescendo e Paolo prende sempre più fiducia: attacca la linea, gioca al piede, inventa. L'esperienza nel Top 14 sicuramente gli farà bene anche per l'Italia, sono sicuro che nel 2022 farà bene anche in azzurro” conclude Saint-André dalla Gazzetta.
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