Rugby Viadana: intervista al giovane Paolo Mannucci
Paolo Mannucci, seconda linea classe 1998, è uno dei giocatori che, ufficialmente da quest’anno, ha fatto il salto il categoria dalla serie B alla Top12.
Fin dagli ultimi anni delle giovanili è stato parte del vivaio giallonero, poi il club ha proposto a lui e a tanti altri giovani un’esperienza diversa rispetto alla tanta voluta e sperata convocazione in prima squadra.
Da qualche anno, ormai, il club viadanese ha stretto una collaborazione con la società di serie B Caimani Rugby: l’alleanza ha permesso a giocatori fuori quota per l’Under 18, ad atleti non interessati al professionismo o non ancora pronti al salto di mettersi alla prova nel girone veneto di B.
Sono diversi i giocatori che, dopo aver indossato la maglia dei Caimani, hanno affinato le proprie competenze e poi sono stati chiamati in Top12: Paolo Mannucci è uno di questi.
Com’è stato il salto di categoria?
Sono ormai 2-3 anni che mi alleno con la prima squadra di Viadana, ma prima ero a disposizione come seconda linea del club dei Caimani Rugby. Ovviamente la differenza, facendo il salto di categoria, si nota: ora che sono ufficialmente un giocatore giallonero, i ritmi e gli impegni sono cambiati, è richiesto uno sforzo maggiore e sono felice di potermi mettere in gioco per guadagnare un posto in squadra. È normale che, alla fine, vi sia sana competitività fra i giocatori.
Poi sono molto legato alla maglia del Rugby Viadana: ogni volta che la indosso, a fine partita mi ripeto che dovrò lavorare sodo per potermi rimeritare la maglia ed indossarla ancora. Questa “promozione” in Top12 spero possa essere un trampolino di lancio per il mio futuro.
È stato difficile inserirsi in una squadra di alto livello?
Parte dei giocatori li conoscevo già, o per via degli allenamenti insieme alla prima squadra o per l’esperienza vissuta in Serie B, quindi diciamo che ero già parte della squadra.
C’è sempre da imparare dal confronto con gli altri giocatori, soprattutto da quelli più maturi e che vantano anni di esperienza alle spalle. I giocatori “più grandi” sono fonte di ricchezza per noi giovani, perché ci aiutano ad inserirci nel nuovo ambiente in maniera professionistica e ci danno consigli per migliorare le skills in campo.
Tu sei uno dei tanti esempi di come la collaborazione fra Rugby Viadana 1970 e Caimani Rugby può portare a grandi risultati. Cosa ne pensi di questa collaborazione?
È stata un’esperienza che mi ha cambiato e mi ha permesso di comprendere le differenze tra un campionato Under 18 ed uno di alto livello, come la Serie B. Credo che mettersi alla prova in questo campionato possa essere di aiuto per ogni giocatore che lascia le giovanili, perché ogni anno si migliorano le proprie skills e si affinano le proprie capacità in campo.
Sono felice di questa collaborazione fra i due club, perché è grazie a questa che sono potuto crescere come giocatore, avere idee più chiare su com’è essere un rugbista professionista e poi entrare a far parte della rosa della prima squadra viadanese. Ne sono davvero grato. Consiglio quest’esperienza a tutti i ragazzi che usciranno dalle giovanili.
Quando hai iniziato la tua esperienza nei Caimani? Cosa hai appreso dalla tua esperienza in Serie B?
Il mio primo inserimento nei Caimani è avvenuto nella stagione 2017/2018, quando ero ancora un ragazzino appena uscito dall’Under 18 e che non aveva alcuna idea di come sarebbe stato giocare in serie B. Al tempo mi allenavo sia con la prima squadra che con i neroverdi, molto impegnativo ma alla fine della prima stagione avevo già notato dei grandi miglioramenti.
Il girone veneto è molto competitivo, ti permette poi di confrontarti anche con giocatori di esperienza: ci sono squadre davvero di alto livello, che ogni anno tentano di fare il colpo per ottenere la Serie A.
Nella partita di Coppa Italia contro il Valorugby , giocata il 28 Settembre, sei partito titolare con la maglia giallonera: quanto “pesa” la maglia che hai indossato?
Non mi aspettavo di partire titolare in quel match, è stato un colpo di adrenalina che mi ha spinto a dare il 100% in campo. Quando parti titolare, senti di avere delle grandi responsabilità su di te. Essendo poi il mio primo anno in Top12 e uno degli ultimi arrivati, non mi aspettavo certo questa opportunità.
Ho indossato una maglia che per me “pesava” e, allo stesso tempo, valeva tanto. Ho rivisto tutti i sacrifici fatti negli anni, i miei sogni e le mie speranze. Giocare, poi, per ben sessantasei minuti è stato un grande onore per me.
Come sta lavorando Victor Jimenez ed in cosa stai crescendo?
Coach Jimenez vuole che siano parte del club dei giocatori che danno tutto per il rugby, che ci mettono cuore, anima e testa; inoltre è importante dimostrare attaccamento alla maglia, soprattutto per una società che a breve festeggerà cinquant’anni di attività.
Victor sta lavorando davvero sodo, sia a livello di gruppo che sui singoli giocatori: a me ha dato grinta e voglia di far vedere in campo quello di cui sono capace, mi sta invogliando a dare il massimo e a raggiungere i miei obiettivi personali.
E credo che in campo, comunque, si possano notare i primi risultati ottenuti. Il gruppo gallonerò è senza dubbio uno dei più giovani, ma non credo debba essere sottovalutato.
Torniamo un po’ indietro: quando hai iniziato questo percorso nel rugby? E come sei arrivato a Viadana?
Ho iniziato a giocare molto tardi, avevo 14 anni e giocavo nelle giovanili di Città di Castello Rugby, un club di C2 vicino a Perugia.
A Viadana ci sono capitato per caso, durante un camp estivo: lì ho incontrato Leonardo Ulises Gamboa, che mi ha proposto di rimanere a Viadana per iniziare un percorso di crescita dalle giovanili viadanesi. Gamboa è stato per me un punto di riferimento in tutti i miei anni qui a Viadana ed è stato allenatore dei Caimani anche nel mio primo anno nei Caimani. È un allenatore che è molto legato al club in cui lavora, ama il rugby e trasmette a tutti la sua grande passione.
I tuoi obiettivi futuri? Stai pensando solo al rugby o hai altri progetti?
Ho iniziato a studiare Scienze Motorie all’Università di Parma: voglio approfondire lo sport, che amo ed è anche il mio attuale campo lavorativo. Poi ovviamente ho anche ambizioni di vivere esperienze molto più importanti e di alto livello, ma non mi sono posto ancora obiettivi a lungo termine.
Questa stagione voglio spiccare e far vedere come sono cresciuto in questi anni, voglio dare il massimo e guadagnarmi un posto in squadra.
Risultati e classifica della 4° giornata di Top12-clicca sul match per tabellino e statistiche
Foto Francesca Pone
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