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Foto Alfio Guarise
Foto Alfio Guarise

Come l’anteprima pubblicata qui su Rugbymeet è arrivata anche l’ufficialità in conferenza stampa. Benetton Rugby ha siglato insieme alla Federazione Italiana Rugby il rinnovo della licenza di partecipazione allo United Rugby Championship (hanno rinnovato anche le Zebre di Parma, franchigia totalmente partecipata dalla Fir) fino al 2028. Nei prossimi 4 anni le franchigie continueranno a essere protagoniste in URC, il torneo cui partecipano anche le migliori formazioni di Irlanda, Galles, Scozia e Sudafrica.

Ampliamento del Monigo da 4.500 a 6.000 posti

Oltre al rinnovo della fiducia è stato anche annunciato l’ampliamento dello stadio Monigo di Treviso, impianto che ha registrato tre volte il “tutto esaurito” nelle prime 5 giornate. La nuova struttura cambierà il volto del lato sud dell’impianto: sorgerà dove ora si trovano l’attuale biglietteria e l’ingresso del pubblico e potrà ospitare circa 1.500 spettatori, portando così la capienza complessiva a 6.000 posti. Un investimento da 4 milioni di euro, sostenuti dalla franchigia che sta curando l’intero progetto, in collaborazione con il comune di Treviso.

Il presidente del Benetton Amerino Zatta dal Gazzettino di Treviso: “Per partecipare a una manifestazione come lo United Rugby Championship bisogna essere preparati, in 14 anni lo abbiamo capito. Il processo non è certamente concluso, anzi, è necessario fare passi in più, anche dal punto di vista delle strutture, perché senza strutture adeguate evidentemente strada se ne fa poca”.

 

Durante la conferenza stampa è intervenuto anche il Presidente Marzio Innocenti, ecco le sue parole dall’articolo de La Repubblica, firmato da Massimo Calandri.

“Benetton ha una grande organizzazione, sta facendo benissimo e mi prendo un piccolo merito: perché prima della mia elezione – e loro non mi hanno votato – avevo promesso che li avrei lasciati più liberi, sono stato di parola. Le Zebre invece possono e devono fare meglio, ora sono sulla giusta strada: mi auguro trovino presto anche degli sponsor, in modo da farci risparmiare qualcosa da reinvestire”.
 

Innocenti chiarisce la questione aperta con le squadre della Serie A Elite, in particolare Petrarca e Rovigo, i due storici club italiani chiedono da anni maggiore supporto e opportunità da parte della Federazione.

“Le Nazionali e le due franchigie garantiscono il 65% delle risorse del movimento. Mi sembra ragionevole continuare a investire su di loro: è il nostro modello. Padova e Rovigo se ne facciano una ragione”.

“Non continuiamo a perdere tempo inseguendo delle illusioni: non si possono paragonare gli 800 spettatori di Rovigo ai 27.000 di Tolone, è un altro sport. Ma penso che se Padova e Rovigo giocassero soprattutto con ragazzi della loro città, ci sarebbe più pubblico. Oggi abbiamo fatto chiarezza, ora ci vuole buona volontà. Il movimento deve prendere coscienza che questa è la direzione, e che vogliamo comunque puntare su tutti: perché il rugby siamo noi”.
 

Seire A Elite come come campionato “incubatore”

“Il massimo campionato italiano dovrebbe essere un incubatore, ma certi club non lo vogliono capire. E’ inutile che le società più blasonate pensino di partecipare a tornei internazionali: sono sogni o – peggio – schizofrenia. Sono state abituate ad avere sostegni economici senza produrre nulla. Versiamo due milioni e mezzo di euro: in cambio di cosa? Abbiamo chiesto loro di aiutarci nel percorso di formazione dei nostri giovani talenti: ci boicottano e ci chiedono altri soldi. Per poi cambiare 14-15 giocatori a stagione, prenderli da altre regioni, ingaggiare stranieri di qualità medio-bassa facendosi intrappolare dalla zona grigia di certi procuratori e direttori sportivi. Meglio allora destinare il denaro allo sviluppo della base, che a squadre con bilanci da un milione mezzo e qualche centinaio di spettatori la domenica”.

“Il nostro modello è lo stesso seguito da gallesi, scozzesi, irlandesi. Dai sudafricani campioni del mondo. Anche gli inglesi si stanno muovendo in questo senso. Solo la Francia, i cui club trovano risorse inimmaginabili: ma è un’anomalia. Intendiamoci: se poi 8-10 società italiane trovano altrettanti imprenditori disposti a investire come ha fatto Benetton a Treviso, allora possiamo cambiare idea”.
 

Terza franchigia oltre a Benetton e Zebre?

“Si potrebbe sempre ipotizzare una terza franchigia: perché no? Bisogna che aumentino i nostri giocatori di livello, e che arrivi uno sponsor importante. Ne potremo parlare: ma serenamente, senza fare i Guelfi e i Ghibellini. Certo, 2 franchigie nel giro di 50 chilometri non è il massimo: e non citatemi il Galles, perché è molto più piccolo dell’Italia” conclude Marzio Innocenti.