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Foto Petrarca Rugby
Foto Petrarca Rugby

È morto in un incidente stradale a Stellenbocsh Theuns Stofberg, 68 anni, terza linea flanker, Springbok e campione d'Italia con il Petrarca nella stagione 1979/80, il settimo scudetto della squadra padovana. Lo scontro frontale è avvenuto lunedì, in Italia la notizia è stata diffusa dal Petrarca. 

«Non ce l'ha fatta ed è morto per le gravi ferite riportate in un terribile incidente stradale avvenuto poco fuori da Città del Capo - scrivono i canali social del Petrarca - Marthinus Theuns Stofberg è stato uno dei più forti giocatori stranieri passati per il Tre Pini, capitano degli Springboks per 4 test tra l'80 e l'84 (anche contro l'Inghilterra), maglia che ha indossato per 21 volte. E' l'unico giocatore della storia sudafricana ad aver vinto la Currie Cup con tre diverse Province: Free State, Northern Transvaal e Western Province. Theuns aveva un'attività di fisioterapia e in tutti questi anni ha sempre tenuto legami stretti con il club bianconero. Dell'incidente si sa che ha coinvolto tre auto e che una persona è morta sul colpo. I soccorritori erano riusciti a estrarre Theuns dall'auto tagliando le lamiere, ed era stato ricoverato in rianimazione, ma la gravità delle ferite ha portato alla sua morte mercoledì mattina».

«La tragedia ricorda da vicino la morte di Cameron Oliver - scrive Fabrizio Zupo sul Mattino di Padova - apertura sudafricana del Petrarca, morto nel luglio del 1993 in un incidente assieme a Stef Nel, compagno di squadra nel Transvaal». Zupo raccoglie poi i commossi e ammirati ricordi dei compagni di squadra, grandi personaggi del rugby italiano, e del presidente della Fir Marzio Innocenti.

Pasquale Presutti: «Teo era incredibile. Ricordo a Rovigo, tutti avevamo paura di Dirk Naudé e lui disse all'allenatore Nini Dolfin "Io sono prima scelta nel mio paese come flanker e numero 2 come seconda. Vado io su di lui in touche". Lo marcava nella fila. E gliele prese tutte».

Beppe Artuso: «Ero sempre ospite a pranzo da lui e sua moglie. Ci allenavamo in pista con Santangelo all'Arcella sui 60 e gli 80 metri, io lo bruciavo al via e dopo 40 mi aveva preso».

Marzio Innocenti: «Non ho avuto la fortuna di giocare con lui ma nel Petrarca dei miei tempi era un essere mitologico di cui si tramandavano le gesta con mille episodi».