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Quaranta milioni di euro di deficit in due stagioni per la Federazione di rugby francese (FFR), una delle più potenti del mondo. E' il clamoroso esito, perlomeno per gli osservatori stranieri, uscito dalla 163a Assemblea generale federale tenuta prima delle festività. Si pensava che il successo dell'organizzazione del Mondiale 2023 e il volano del campionato più ricco e importante del mondo, il Top 14, facesse volare anche i conti della federazione, invece non è così. 

Il nuovo presidente Florian Grill dovrà lavorare sodo nel suo mandato per fa quadre i conti. I 40 milioni di deficit approvati dall'assemblea dei club sono così ripartiti: 16 milioni di euro nel consuntivo della stagione 2022/23 e 24 milioni nel bilancio di previsione per la stagione 2023/24. Margine per recuperare sul previsionale quindi ce n'è. Al termine il passivo potrebbe essere inferiore a 40 milioni. Certo fa effetto vedere conti in rosso del genere per una delle federazioni faro della palla ovale. 

Questo alla luce anche della distribuzione dei proventi incassati per la cessione al fondo Cvc di un settimo delle quote dei Sei Nazioni, andati a rimpinguare le casse,  che sono stati anch'essi approvati dall'assemblea. Fra le altre decisioni prese, la creazione di due strumenti di gestione collettiva della politica federale, prima evidentemente più incentrata sulla figura dell'ex presidente Bernarde Laporte: 1) Il Comitato di orientamento politico (Cop) per definire le scelte della politica federale; 2) Il Bureau strategico (Bs) per decidere le strategie con cui mettere in pratica queste scelte. Infine sono stati limitati a tre mandati, massimo due consecutivi, la presidenza federale  e la presenza nei due nuovi organismi collegiali.