Protocollo HIA: Viadana, Petrarca e Rovigo rispondono a FIR
Le società Rugby Viadana 1970, Petrarca Padova e Femi-CZ Rugby Rovigo Delta, dopo averne opportunamente condiviso i contenuti, intendono congiuntamente puntualizzare la comune posizione venutasi a creare a seguito del comunicato stampa diramato dalla Federazione Italiana Rugby in merito all'applicazione sperimentale dei protocolli HIA nelle gare di playoff del Campionato di Eccellenza.
Pienamente condiviso il principio di salvaguardia dell'incolumità dei giocatori da cui tali protocolli originano, così come il giudizio incondizionatamente positivo sulla loro implementazione sperimentale nelle fasi finali del massimo campionato in quanto importante passaggio di sensibilizzazione sul tema dei traumi concussivi rivolto all'intero movimento, non può non destare una decisa perplessità quanto affermato in chiusura nel comunicato in oggetto, laddove si sottolinea come l’applicazione dei protocolli negli incontri della fase finale del campionato sia avvenuta e avverrà in via totalmente sperimentale, come strumento di formazione per future implementazioni, “senza alcuna rilevanza sui risultati degli incontri”.
Desta infatti una decisa, giustificata e condivisa preoccupazione come una tale affermazione comporti da un lato la mancanza dell'imprescindibile principio della "certezza del diritto", vale a dire la certezza del regolamento con cui le squadre scendono in campo sapendo di potersi giocare la propria partita in condizione di leale parità tra avversari, dall'altro l'ennesima opportunità di dare del nostro movimento una lettura internazionale che ne ribadisca il peculiare rapporto con l'interpretazione e l'applicazione delle regole stesse, in un ondivago atteggiamento di rispetto e di tollerata violazione: le regole stabilite, siano esse sperimentali o definitive, in quanto vigenti debbono essere applicate senza alcuno spazio a sfumature o interpretazioni estemporanee, semplicemente applicandole con professionalità, rigore e rispetto, anche e soprattutto nell'eventuale durezza che ciò comporti nei meccanismi sanzionatori sanzioni che ne possano derivare.
Alcuni quesiti sorgono perciò spontanei ed urgenti di un definitivo chiarimento:
- Quali sono le regole che si debbono applicare nelle due gare di semifinale e nella finale?
- Cosa va spiegato ai giocatori in merito al regime che più direttamente ha a che fare con la loro stessa incolumità fisica, vale a dire la concussion?
- Cosa intende la Federazione quando afferma che le regole recepite seppur a titolo sperimentale secondo l'istanza degli organi internazionali non hanno “alcuna rilevanza sui risultati degli incontri”?
- I protocolli HIA cui si fa riferimento debbono essere ritenuti vigenti o la loro violazione non avrebbe alcuna eventuale rilevanza, con ciò aprendo lo scenario ad una sorta di libera applicazione individuale del regolamento da parte di giocatori e staff tecnici coinvolti?
- Vale ancora la regola generale secondo la quale chi esce dal campo per infortunio di norma non può rientrare, salvo che ciò non afferisca all'ambito dei protocolli sulla concussion?
- Esiste un indirizzo preciso cui gli arbitri debbono attenersi o prevale una loro assoluta discrezionalità?
E' dunque necessario ribadire che, per le società che abbiamo l'onere e l'onore di rappresentare, quelle regole poste dalla stessa Federazione debbano essere rispettate in toto, derivandone le previste sanzioni in caso di illecito tecnico e sportivo nel momento in cui esse vengano violate o disattese, con il medesimo zelo ed il medesimo criterio applicativo cui si è peraltro recentemente assistito a fronte di formali violazioni di norme di certo meno rilevanti, ma che hanno comportato conseguenze estremamente significative per i soggetti coinvolti.
In estrema sintesi, si chiede certezza del diritto ed equanimità nella sua applicazione.
Confidiamo in una rapida e definitiva risposta.
Per il Rugby Petrarca, il presidente Enrico Toffano
Per il Rugby Rovigo Delta, il presidente Francesco Zambelli
Per il Rugby Viadana 1970, il presidente Davide Tizzi
Foto Martina Sofo