La matricola Valsugana: Paul Roux “non cambieremo aspetto, nuovo obiettivo la salvezza”
Valsugana Rugby Padova: Budget limitato e linea autarchica per il club di Padova neopromosso in Eccellenza. Confermato lo staff tecnico, anche se Roux si occuperà maggiormente delle giovanili. Si cerca di convincere Benetti a continuare. Società a caccia di un pilone e una seconda straniera. Parte Lastra, che passa al Verona, torna Roden dalle Fiamme Oro. Polla Roux: “Non cambieremo aspetto, nuovo obiettivo la salvezza”.
Fedeli alla linea dalle parti di Altichiero, periferia nord-ovest di Padova. L’Eccellenza per il Valsugana è diventata realtà battendo il Cus Genova sul filo di lana ai playoff, con un calcio di Benetti che ha rimbalzato sulla traversa prima di entrare fra i pali e consegnare alla storia una stagione incredibile per il piccolo club fondato nel 1982 da un piccolo gruppo di appassionati che volevano togliere i ragazzi del quartiere dalla strada e farli diventare uomini attraverso il rugby.
La stagione dei biancazzurri patavini è culminata in tre finali: quella della Serie A maschile, persa con il Verona, e quella femminile, dove le Valsu Girls hanno ceduto lo scettro al Colorno dopo tre scudetti di fila. L’ultima è in programma domenica 10 giugno alle 17 a Firenze, dove l’Under 18 del Valsugana Padova si giocherà il titolo giovanile con i pari età dell’Unione Capitolina. Una bella Under 18, quella biancazzurra, che ha dominato la stagione e che sicuramente contribuirà con diversi innesti alla rosa di Eccellenza 2018-2019.
Già, l’Eccellenza. Il Valsugana diventa l’ottava società cittadina a salire in massima serie, dopo dopo Leoni di San Marco, Guf Padova e Associazione Rugby Padova nel periodo pre-bellico, Petrarca (ininterrottamente dal 1948), Fiamme Oro (a Padova dal 1956 al 1978), Tre Pini (la seconda squadra petrarchina, nel 1984-85) e Cus Padova (1998-99). Le intenzioni della matricola Valsugana sono di continuare con il progetto di crescita che dopo aver innalzato a livello nazionale la qualità del vivaio ha portato in appena 8 anni la prima squadra dalla C1 al massimo campionato italiano. L’idea che ha innescato questo piccolo miracolo non verrà snaturata, anche perché le possibilità economiche e le priorità del club (che resta il settore giovanile) non lasciano spazio ad investimenti in pompa magna. Ci saranno rinforzi, questo è chiaro, anche per compensare alcuni ritiri, ma sarà sempre un Valsugana a trazione patavina e trampolino di lancio per i giovani cresciuti in società, come ci racconta il tecnico della promozione Paul Roux, sudafricano ex mediano di mischia e poi tecnico di Petrarca e Rovigo, per tutti “Polla”.
“Sicuramente è stata una grande stagione. Dico di più, le ultime due annate sono state magnifiche” esordisce l’head coach e director of rugby del Valsugana, “Quest’anno è arrivata la promozione, senza che fosse il nostro obiettivo. I ragazzi hanno affrontato la stagione partita per partita, l’anno scorso abbiamo chiuso con miglior difesa e miglior attacco della Serie A, quest’anno abbiamo vinto entrambi i gironi e il playoff promozione. Risultati che sono conseguenza del lavoro fatto. Per il progetto Valsugana è qualcosa di enorme, sicuramente impensabile fino a qualche anno fa. Oggi un ragazzo della nostra giovanile ha la prospettiva concreta di esordire in Eccellenza. Se pensiamo che abbiamo, due ragazzi in Nazionale come Minozzi e Ruzza, poi ci sono i vari Catelan, Grigolon che va al Petrarca e siamo contentissimi, Parisotto, tutti in Eccellenza. Loro non hanno avuto questa possibilità, che avrà la nostra Under 18 che domenica si gioca lo scudetto”.
E la prossima stagione?
“Abbiamo fatto una riunione dura con i ragazzi in settimana. Per loro è stato sempre un sogno arrivarci, anche se non avevano pressioni dal club. Ci siamo messi nelle loro mani. Abbiamo messo in chiaro che non siamo disposti a fare brutte figure. Ora l’obiettivo diventa rimanere su, in Eccellenza, e per questo abbiamo chiesto responsabilità al gruppo. Non si potrà più essere atleti amatoriali, concedersi troppe birre e divertimenti. Non si chiede certo il professionismo ma un approccio più maturo perché ci confronteremo con avversari molto più preparati di noi. Per questo da lunedì iniziamo cinque settimane dure in palestra, con un preparatore specializzato, che dovrebbe affiancare Dario Zanato che resta il preparatore di campo”.
Quando inizierete?
“Il 23 luglio faremo il primo allenamento, fino al giorno prima seguiremo il programma di potenziamento fisico. Sappiamo di essere indietro rispetto livello dell’Eccellenza, da questo punto di vista. Poi seguiremo un blocco di 4-5 settimane di preparazione al campionato con uno stacco verso ferragosto. La società è stata brava e tempestiva a darci nuovi obiettivi e tempistiche appena terminato il campionato. Passeremo a 4 allenamenti, sempre la sera, in più quel paio di professionisti che avremo e gli studenti, oltre a chiunque sarà disponibile, lavorerà dalle 12 alle 15”.
Resterà come head coach?
“Volevo capire cosa voleva la società da me prima di prendere una decisione. Rispetto agli ultimi due anni in cui ho seguito principalmente la prima squadra vorrebbero che facessi più il direttore tecnico, anche con le altre categorie. Ma sono tranquillo vedendo come abbiamo lavorato in questi due anni. Può andare avanti così, sarò più manager che allenatore da campo. Lo staff tecnico quindi è tutto confermato ma dovrò dedicarmi maggiormente anche alle giovanili. Con lo staff siamo già d’accordo sulla gestione: Volpato cura la touche, Boccalon la mischia, Faggin i trequarti, io coordino con loro attacco e difesa. Ci sarà un cambio forte per noi, tutti lavoriamo e abbiamo famiglia. Struttureremo le presenze dei tecnici agli allenamenti in modo intelligente.”
Quest’anno su 36 giocatori in rosa 19 erano made in Valsugana, più della metà. Altri 7 vengono da club padovani, solo 10 da fuori provincia di cui due stranieri (il cileno Lastra Masotti e il sudafricano Liut). L’anno prossimo cosa cambierà?
“Poco credo, avremo grosso modo lo stesso aspetto. Vogliamo cambiare il meno possibile, per dimostrare che il progetto funziona. Ovvio che in ruoli delicati sappiamo di doverci rinforzare. Sicuramente in seconda linea ma anche in prima perché Lastra Masotti va a Verona. Ci dispiace un po’ perché volevamo confermalo, la sua è stata una scommessa vinta. Gli auguriamo di seguire i suoi obiettivi di carriera. Ci sono ragazzi del vivaio da far crescere nel ruolo ma servono rinforzi. In mediana tornerà Luca Roden dalle Fiamme Oro, una cosa abbastanza naturale perché il Valsugana è casa sua.”
Quanti rinforzi vi servono nel complesso?
“Se guardiamo al budget e ai ruoli scoperti, diciamo sette giocatori, di cui due stranieri. In campo ne possiamo mandare al massimo quattro: Liut, Roden, un pilone e una seconda. Stiamo valutando un quinto straniero da usare anche come skills coach per le giovanili.”
Quanti smettono?
“Cinque, tutti per motivi di lavoro o di età.”
Benetti ha confermato di volersi ritirare?
“Abbiamo un altro piano. Perderlo adesso sarebbe grave. Per noi è stato importante quando è venuto qui, da ex Mvp dell’Eccellenza, ci ha dato tantissima sicurezza in più. Si è trovato benissimo, anzi si è ritrovato. Stiamo provando in ogni modo a convincerlo a rimanere, anche se non per forza da protagonista ma come chioccia per i nostri mediani giovani Citton e Scapin. E’ importante per loro avere riferimenti del genere. Entro lunedì ci rivediamo per parlarne a quattr’occhi, speriamo in sviluppi positivi.”
Foto Alfio Guarise