E anche O'Shea è andato, sotto a chi tocca
Le dimissioni di O'Shea, con effetto immediato, non sono state inaspettate in ambiente FIR. Il coach irlandese aveva già manifestato il suo interesse di abbracciare l'incarico dirigenziale propostogli dalla RFU, in vista dei prossimi Mondiali 2023. Un progetto ambizioso di Conor che, intendiamoci, ha fatto il suo e ora vuole pensare a qualcosa... di vincente.
Sedersi sulla panchina Azzurra, al momento, significa avere pazienza, abbracciare un progetto di crescita e sviluppo, per quella che ad oggi è una nazionale "work in progress"... a tempo indeterminato. Mentre in Inghilterra le cose cambiano. L'azienda è ben avviata, lì si può pensare a vincere al Sei Nazioni e ai Mondiali.
Ma adesso che Conor ci ha lasciati, a meno di tre mesi dal Sei Nazioni, a chi toccherà prendere l'incarico (ma anche l'onere) di guidare questo Movimento. Perchè con l'Italia non si tratta di guidare una semplice Nazionale, ma di gestire un intero movimento che parte dal rugby di base. Se così non fosse ci ritroveremo con allenatori formato Brunel o Nick Mallett che finirebbero per svolgere il proprio "compitino"... e così non va.
Si è parlato tanto di Rob Howley, storico vice di Warren Gatland al Galles, che ha guidato i Dragoni "ad interim" nel 2013 vincendo un Sei Nazioni. Ma il coach gallese ha avuto problemi con World Rugby, causa il vizio delle scommesse sportive. E adesso si riparte a caccia. Tantissimi gli indiziati: Vern Cotter sembrava essere la seconda scelta dopo Howley. Il coach neozelandese ha lasciato Montpellier, per ora è svincolato, e avrebbe tutti i requisiti per gestire il Movimento Azzurro. Con Scott Johnson, director of rugby della SRU, ha cambiato i connotati della Scozia trasformandola in una squadra vincente.
Si è parlato anche di Dave Rennie, attuale coach dei Glasgow Warriors, che ha già ripreso la stagione di Pro14 con la sua squadra. Il coach neozelandese ha alle sue spalle diversi incarichi federali in Nuova Zelanda, cosa che lo rendono vicino a Conor O'Shea per caratteristiche: ha diretto la squadra dei New Zealand Academy ed è stato ct della Nuova Zelanda U20. L'allenatore sembrerebbe essere finito, appunto, nelle mire della NZ Rugby tra i possibili candidati sulla panchina All Blacks. Con lui ci sarebbe anche Joe Schmidt, il sogno proibito qui in Italia. Ma sul NZ Herald c'è chi indica proprio l'ex coach dell'Irlanda come "il più adatto" a prendere le redini degli All Blacks.
Tra i candidati c'era anche Michael Cheika, a cui è stata fatta una proposta da parte della FIR, che il coach australiano ha seccamente rifiutato.
Mentre tra i nomi non proposti, pur avendo caratteristiche adeguate per guidare l'Italia, ci sarebbe l'attuale coach di Edinburgh Richard Cockerill, anche lui director of rugby.
Al momento l'unica new entry dello staff Azzurro è l'ex coach di Benetton ed ex DoR dei Cheetahs Franco Smith, ingaggiato come allenatore dei tre quarti Azzurri. Che diventi ct ad interim in mancanza d'altro? Può darsi, al momento si parla di lui come prossimo head coach in vista del Sei Nazioni (stando a quanto riporta La Gazzetta dello Sport), poi dovrà arrivare un nuovo allenatore. E dal momento che Wayne Smith, ex coach della difesa All Blacks, ha ottimi legami con la FIR, è possibile che lo stesso ci procurerà qualche manager dalla Nuova Zelanda per gestire il movimento. Insomma, staremo a vedere...
Foto Pino Fama