Matteo Minozzi: parla il più piccolo dell’Italia al 6 Nazioni
L’Italia dopo il match con la Francia ha stabilito lo sgradito record di 15 sconfitte consecutive nel 6 nazioni. Nelle prime due giornate, contro Inghilterra e Irlanda, siamo usciti sconfitti contro due nazionali davvero forti, ma la Francia di quest’anno era alla nostra portata, o almeno, così si pensava. Commenta il momento dell’Italrugby il giovane estremo Matteo Minozzi. Il padovano è una delle pochissime note positive della stagione, sua la meta nel finale di gara a Marsiglia.
Lo intervista il Corriere dello Sport che, ovviamente, nota le sue dimensioni ridotte rispetto al resto dei giocatori in campo (1,75m x 84 kg). Cosa rispondi a chi dice che sei troppo leggero per difendere con efficacia?
“Che è più facile placcare se sei grosso, ma ho imparato che la cosa più importante per placcare è sapere tuffarti. Io non ho paura.”
Però in compenso sei veloce, chi è il più rapido in Nazionale?
“Me la gioco con Tommaso Allan. Sui 30 metri ho un primato di 3”93”.
Torniamo al momento dell’Italrugby
“Ci sentiamo sconfitti, non perdenti. I miglioramenti ci sono stati. A novembre avevamo segnato una meta in tre partite, ora sono 7.”
E con la Francia…
“E’ la sconfitta che ci pesa di più, mentre Inghilterra e Irlanda sono di un altro livello, con la Francia ce la siamo cercata: non puoi concedere 16 calci di punizione e sperare di vincere”.
Giusto il 29 Febbraio 2015, tre anni fa, abbiamo battuto la Scozia a Murrayfield, ora loro possono vincere il 6 Nazioni.
“Se dicessi che tra tre anni faremo anche noi come la Scozia, sarei uno sbruffone. Di certo ora c’è la profondità nella rosa che prima ci mancava. E ci sono giovani di qualità su cui costruire”.
Le Accademie servono o no?
“A me sono servite. Sono stato per due anni all’Accademia di Mogliano: uscire di casa a 15 anni ti aiuta a crescere. Lì ho avuto la fortuna di incontrare un tecnico come Massimo Brunello. Poi all’Accademia Ivan Francescato ho capito che potevo diventare un giocatore da Nazionale”.
Sei figlio d’arte, tuo padre Umberto di scudetti ne ha vinti 4 con il Petrarca.
“Se gioco a rugby da quando avevo 5 anni un motivo c’è. Poi abito a meno di un chilometro dai campi da rugby del Valsugana.”
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Foto Pino Fama