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Ok, parliamoci chiaro. L’Italia ha perso e bisogna tenerne conto. Si paga salatissimo l’incapacità di contenere la Scozia in maul e di segnare due mete che potevano essere determinati, come quella a fine primo tempo e specialmente quella sprecata nel momento migliore degli Azzurri, sul 24-12, quando oltre al bonus l’Italia avrebbe messo tra sé e gli avversari un margine difficilmente recuperabile. La stanchezza degli ultimi venti minuti e il pallone perso allo scadere han chiuso i conti in favore del XV del Cardo, tra mille rimpianti.

Detto ciò, rimane la miglior prestazione di Parisse e compagni nel Six Nations 2018, nonostante ci sia da mangiarsi le mani. La sconfitta – per quanto fastidiosa - non incide in modo determinante sui voti finali. La prestazione degli Azzurri, decisamente superiore agli standard recenti, è da media del 7 in pagella.

Minozzi: saluta il Sei Nazioni 2018 con un’altra meta da manuale, la quarta nel torneo del suo debutto. Lesto come un falco a cogliere l’invitante calcetto di Allan e a ghermire il pallone come un leprotto anticipando Watson. Copre bene il campo e placca con la consueta ferocia, rivitalizzando le manovre azzurre con le sue ripartenze. Ormai una certezza. 8

Benvenuti: decisamente più sul pezzo rispetto a Cardiff, mette scompiglio nella difesa al largo degli scozzesi più di una volta, riuscendo ad evitare placcaggi frontali e dialogando bene con i compagni di linea. Buona anche la prova in difesa. Tenendo conto delle sue qualità, della giovane età e della grande esperienza (50 caps) rimane un elemento importante di questo gruppo. 6 ½

Bisegni: il meno incisivo dei nostri trequarti ieri all’Olimpico. In attacco si fa vedere negli inserimenti in velocità ma senza trovare grandi avanzamenti. Pessima giornata in difesa, dove sbaglia diversi placcaggi tra cui quello che apre la strada alla fuga di Seymour nella prima meta degli ospiti. 5 +

Castello: al Principality era stato suonato da Parkes, oggi invece è stato lui a suonare la carica, in molteplici occasioni. Solido e aggressivo al placcaggio, bussa a volontà sul muro scozzese aprendosi varchi come un ariete di razza e quando viene azionato al largo mostra anche belle mani. Sulla strada giusta. 7 +

Bellini: gasa un paio di volte il pubblico dell’Olimpico con quelle sue serpentine imprevedibili sulla fascia, dialogando spesso e volentieri con l’altrettanto elettrico Minozzi. In attesa di recuperare Sarto, resta lui il nostro cavallone di razza. Prende due mete imparabili al largo, per il resto si fa sentire nei placcaggi. 6/7

Allan: Man of the match e giustamente, perché due mete, un assist e un delicato calcio del sorpasso a pochi minuti dalla fine parlano già da soli. In più Tommaso, che è per metà scozzese, ci ha messo la testa, gestendo bene la nostra linea di trequarti, e tantissima grinta, immolandosi spesso al placcaggio e nei recuperi. La miglior risposta ai suoi detrattori. Bravo. 9

Violi: riscatta con un match positivo l’opaca prestazione fornita in terra gallese. Distribuisce palloni e amministra il ritmo con oculatezza, in un match molto dispendioso dal punto di vista fisico. Stavolta usa bene il piede, prendendo anche in castagna la retroguardia scozzese e recuperando palla. Rischia di farsi intercettare un pallone per un intervento in copertura: per fortuna la Scozia fa avanti. 6.5

Parisse: se gli Azzurri han giocato con il fuoco negli occhi e sono rimasti in vantaggio 70 minuti gran parte del merito va al capitano, che ieri si è dannato l’anima per portare a casa il match, trascinando i suoi compagni. Vedergli la delusione negli occhi al fischio finale mi ha molto rattristato. In pagella sconta però due passaggi da mani nei capelli che hanno mandato in fumo degli attacchi micidiali, come successo anche a Cardiff, il secondo dei quali ha vanificato la meta di Negri, annullata per palla caduta in avanti. 6 +

Polledri: ma cosa aspettavamo a metterlo dentro questo qui? Jake Polledri ha fatto una partita mostruosa, rivaleggiando con Allan per il titolo di migliore in campo. Il flanker del Gloucester, cresciuto a Bristol da papà italiano, ha sfoderato il meglio del suo repertorio: lo prendono di mira e non batte ciglio, recupera un paio di palloni in ruck da applausi, strappa la maglia difensiva della Scozia manco fosse Hulk Hogan innescando con una fuga imperiosa la seconda meta del suo mediano di apertura. Che bestia. 8 ½

Negri: ancora una volta tantissima sostanza da questo ragazzone nato in Zimbabwe da papà italiano e maturato rugbisticamente in Inghilterra, all’Hartpury College (insieme a Polledri). Sempre avanzante, duro quando placca, cacciatore di palloni di razza, avrebbe meritato quella meta poi annullata dal Tmo. Non si capisce con Ghiraldini nel momento di assestare i colpo del ko. Alla prossima occasione, Sebastian. 7 +

Budd: parte maluccio facendosi bucare all’interno dal guizzante Grigg ma poi si riscatta. Sicuro in rimessa laterale, ruvido sui punti d’incontro, abile nel distribuire palloni in off-load, bravissimo nel recupero palla in ruck che innesca la seconda meta di Allan. 7

Zanni: altri cinquanta minuti di grande solidità. Come ball carrier rimane uno dei più affidabili. Negli impatti non si risparmia, sbattendo spesso indietro chi si avventura dalle sue parti, e in coppia con Polledri recupera un pallone importante in difesa a fine primo tempo. 6 ½

Ferrari: la sua fuga palla in mano vale il prezzo del biglietto, ma Simone ha dato tanto anche in mischia, pur soffrendo un po’ all’inizio, e soprattutto nei placcaggi. Se acquista sicurezza e sfrutta bene gli angoli di corsa può diventare un portatore di palla strategico per questa Nazionale. Continua così. 7

Ghiraldini: tra i più costanti in questo torneo, anche ieri ha interpretato con grande accuratezza il ruolo a cui è chiamato un tallonatore moderno. Preciso nei lanci, sicuro in mischia, statistiche importanti nel placcaggio e nell’avanzamento palla in mano. Peccato solo per l’avanti in combutta con Negri vicino ai pali. 6/7

Lovotti: come i compagni di reparto lotta come un guerriero, facendosi anche trovare pronto in giro per il campo a cacciare palloni a terra, come in occasione della meta annullata a Negri. 6/7

Quaglio e Pasquali: entrano negli ultimi venti minuti facendo la loro parte senza tirarsi indietro. 6

Steyn: purtroppo si fa sfuggire quell’ultimo pallone dalle mani, dopo che i compagni l’avevano recuperato dal calcio di rimessa. 5 –

Hayward: qualche incertezza in difesa e poche occasioni per mettersi in mostra gli costano la sufficienza.    

Canna, Fabiani, Licata e Palazzani: giocano troppo poco per poterli giudicare. NG

 

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Foto Alfio Guarise