Quando gli Springboks dovettero... spalare letame
Era il 1981, anno del Riots Tour in Nuova Zelanda, la tourné delle rivolte in terra neozelandese. Il Sudafrica dell'apartheid venne accolto dalle proteste degli attivitsti maori, che non tolleravano il tacito sostegno del governo dell'allora primo ministro neozelandese Robert Muldoon nei confronti della politica segregazionista sudafricana.
Il Tour alla fine si svolse, tra le proteste, il caos, gli scontri in piazza, i lanci di fumogeni all'Eden Park, le invasioni di campo, gli aerei che sganciavano sacchi di farina sui giocatori, il filo spinato che circondava gli stadi. Ad avere la meglio furono gli All Blacks, che vinsero due delle tre sfide in programma (14-9 a Christchurch, 12-24 a Wellington, 25-22 ad Auckland).
Terminata la dura parentesi in Oceania, il Sudafrica volò negli Stati Uniti, dove era in programma un ultimo test match con la nazionale delle Eagles. A Glenville (nello Stato di New York) si disputò il primo storico test match tra Springboks e la nazionale americana. Le cronache dell'epoca parlano di appena 30 spettatori sugli spalti. Trenta! Peggior regord negativo per un test match internazionale.
Ma aspettate a meravigliarvi! Pare che le due nazionali dovettero... accontentarsi. L'unico impianto disponibile ad ospitare la partita era l'Owl Polo Ground... vale a dire un impianto destinato al gioco del polo! Penso che tutti noi sappiamo che il polo si pratica a cavallo; e sembra proprio che i giocatori delle due squadre, prima del fischio d'inizio, dovettero armarsi di pala e secchi per ripulire il campo... dagli escrementi degli equini...
Foto stuff.co.nz
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