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“Una vittoria è una vittoria”, dicono i britannici e il successo degli Azzurri su Samoa deve rientrare nella categoria di quei  risultati nei confronti dei quali non si può fare tanto i difficili: serviva assolutamente vincere e lo si è fatto con undici punti di vantaggio. Meglio di così non poteva andare. Che la vittoria fosse indispensabile lo si è capito dal primo istante di gioco: i nostri erano tesi, contratti, hanno regalato una punizione ai samoani dopo nemmeno 60”, c’era tensione e nessuno giocava con la  necessaria serenità.

Adesso, interrotta la serie di nove sconfitte consecutive si può cominciare a parlare di prospettive,  la prima delle quali è Kelly Haimona. 

Haimona, pur essendo neozelandese, ha le tipiche caratteristiche dei numeri 10 sudafricani: grande presenza fisica, solidità in difesa e ottima abilità  di gestione del gioco al piede. Con uno così Nick Mallett sarebbe andato a nozze, ma in quel periodo le alternative a Orquera erano Marcato e Bocchino e il coach allestiva il menù con gli ingredienti che aveva.

Ora, rispetto ad Haimona il problema di Brunel è relativamente semplice:  il coach azzurro ha per le mani un giocatore dalle caratteristiche assai lineari. Non è Barry John e nemmeno Jonny Wilkinson, ma può essere molto utile alla causa di una squadra che accetta i propri limiti e comincia a costruire da un possesso solido (se la mischia saprà garantirlo…) e dalla   capacità di conservarlo. Allan e Oquera hanno qualità completamente diverse rispetto a quelle del neozelandese, e Brunel, a nostro parere, deve fare una scelta di campo: se l’uomo funzionale al gioco di questa Nazionale è Haimona e se questa squadra deve ruotare intorno a un giocatore con quelle caratteristiche tecniche, da qui al Mondiale, passando per il Sei Nazioni e i prossimi test, bisogna puntare su di lui, per costruire una fiducia reciproca e un modulo di gioco che in Inghilterra possa arrivare consolidato ed efficace. 

Nei prossimi mesi ci aspettano sfide con squadre che nello scorso week end hanno battuto i Pumas e il Sudafrica (ovvero Scozia e Irlanda) che se la giocano con l’Australia e gli All Blacks (Galles, Inghilterra e Francia): contro di loro non saremo noi a giocare d’attacco, quantomeno non con i trequarti.  Tanto vale un bagno di umiltà. Haimona può garantire sostanza, ma anche qualche guizzo di lucida genialità, come nel caso della meta di Parisse e dell’incursione che nel primo tempo aveva permesso  al numero 10 di sfondare in profondità.

Mischia e touche, contro Samoa, sono andate più bene che male, ma è chiaro che i Pumas a Genova offriranno una sfida molto molto diversa. Ad Ascoli i nostri avversari hanno perso cinque rimesse laterali su quattordici e tre mischie su otto, mentre gli Azzurri hanno perso una mischia (su 6) e una touche (su 8). A Murrayfield, gli argentini ne hanno concesse alla Scozia 2 su 11 (touche) e 2 su 6 (mischie), a Marassi, sabato, la battaglia per il possesso sarà incandescente, ma il ritorno di Castro lascia ben sperare per lo scontro di prima linea. 

Difesa. Ad Ascoli l’Italia ha effettuato 109 placcaggi (95 quelli riusciti) dei quali quasi il 50% frutto del lavoro delle seconde e delle terze linee (inclusi Barbieri e Bortolami entrati nel secondo tempo) autori complessivamente di una cinquantina di placcaggi. 

In Scozia le cose sono andate un po’ diversamente: gli argentini hanno fatto complessivamente 86 placcaggi dei quali poco più di una ventina merito delle seconde e delle terze linee. 

I trequarti Azzurri, invece, hanno sbagliato 6 placcaggi su 33, poco meno del 20%, ma è chiaro che in campo aperto gli errori si pagano più cari rispetto al cuore della battaglia. Stessa percentuale di errori anche per la linea d’attacco dei Pumas che infatti contro gli scozzesi hanno subito 5 mete.

Interessante l’esperimento dell’alternare all’apertura Haimona e Mc Lean, una soluzione che offre al gioco di posizione dell’Italia un calciatore sinistro (l’australiano) e un destro (il neozelandese).   

Da rivedere le combinazioni di attacco tra Morisi e Campagnaro, invece, mentre oltre a Sarto servono in campo aperto forse un altro paio di gambe veloci, per dare sprint all’azione quando ce n’è la possibilità (Esposito, Venditti quando sarà guarito?).

Vedremo anche se contro l’Argentina e gli Springboks Brunel si affiderà in mezzo al campo agli stessi giocatori o se si affiderà a un uomo di maggior peso (Garcia?)  per provare a reggere l’impatto contro volumi di gioco che saranno con ogni probabilità superiori a quello proposto dai samoani. 

 

Approfondimenti e molto altro ancora nel numero 86 di ALL RUGBY!!  Abbonati subito!

 

Foto Elena Barbini

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