Jaguares: futuro incerto per la franchigia argentina
In Argentina non esiste un campionato professionistico o semiprofessionistico di rugby nonostante la UAR (federazione argentina) abbia guidato una evidente crescita esponenziale dei Pumas.
Dal 2007 ad oggi la nazionale argentina ha raccolto risultati quasi clamorosi come il terzo posto al mondiale 2007 e il quarto del 2015. Nel 2012 i Pumas vengono fatti entrare di diritto nel vecchio Tri Nations, il massimo torneo australe, mentre nel 2015 nascono i Jaguares, la prima squadra professionista argentina. Con la nascita dei Jaguares per la prima volta la maggior parte dei giocatori argentini professionisti - che fino a quel giorno arricchivano di qualità i campionati europei - ritornano in patria. Nel 2019 i Jaguares toccano l’apice della loro esistenza rappresentato dal secondo posto nel Super Rugby dietro ai Crusaders.
Con la pandemia del coronavirus però è tutto cambiato, il rugby mondiale ha subito grossi danni e i Jaguares - a causa dal loo isolamento geografico dalle altre Union - potrebbero essere la squadra più colpita dalle restrizioni. Secondo i media sudamericani non è da escludere la possibilità che i Jaguares vengano esclusi dal Super Rugby con loro relativa e successiva scomparsa.
Con la chiusura dei confini, l'Australia e la Nuova Zelanda hanno deciso di organizzare il proprio Super Rugby con le proprie franchigie. L’impossibilità di poter organizzare un Super Rugby 2021 lascia i Jaguares in un limbo impossibile da superare per questioni geografiche. A confermare la situazione è La Nación anticipando che un gruppo dei migliori giocatori Jaguares sia già stato avvisato dalla UAR di cercarsi un nuovo club all’estero evitando così spese contrattuali troppo onerose. Addirittura il capo allenatore dei Jaguares Gonzalo Quesada sarebbe in procinto di tornare ad allenare lo Stade Français.
Oggi, quando vige l’incertezza, la migliore alternativa sembra quella di unirsi ancora una volta con il Sudafrica. Ma anche se tutto ciò dovesse concretizzarsi quella che volerebbe nella terra degli Springboks per fare un “Super Rugby sudafricano”, piuttosto che una Currie Cup, sarebbe una squadra molto diversa da quella che abbiamo conosciuto fino ad ora.
Attualmente i giocatori Jaguares hanno avuto un taglio del 30% dei loro stipendi da quando il rugby si è fermato. In Nuova Zelanda e Sudafrica è stato raggiunto il 40% mentre in Australia la percentuale sale tra il 60 e l'80%.
Ciò che pesa soprattutto nelle economie delle squadre di Super Rugby sono i viaggi verso altri emisferi: spese di viaggio, voli intercontinentali, vitto e alloggio di circa 40 persone e altro ancora.
L'accordo tra Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Argentina termina il 31 dicembre 2020. Durante il 2019 il Sanzaar ha annunciato che tra il 2021 e il 2025 il Super Rugby sarebbe continuato a 14 squadre (la fiducia dei Sunwolves del Giappone non è stata rinnovata) ma con la situazione attuale i Jaguares rimangono in una posizione di estrema vulnerabilità. La Nuova Zelanda ha cinque franchigie e può organizzare da sola una competizione ultra-professionale (il loro Super Rugby Aotearosa inizia il 13 giugno ndr), l’Australia ne ha quattro e a loro si uniranno i Western Force (estromessi nel 2018), e forse a Sunwovles, stesso discorso per il Sudafrica. Ma per l’Argentina il discorso è diverso.
Riassumendo, a livello logistico, la soluzione migliore per i Jaguares sarebbe quella di stabilirsi in Sud Africa almeno quattro mesi per giocare il campionato 2021, cosa che era già successa con i Pampa XV durante i quattro anni in cui hanno giocato la Vodacom Cup (2010/2013).
Da salvare prima di tutto ci sono i Pumas che attualmente rappresentano circa il 70% degli introiti della UAR.
Il presidente della UAR Marcelo Rodriguez, tuttavia, ha affermato fermamente che i Jaguares non debbano cessare di esistere, le sue parole a ESPN: “Siamo sicuri che in un modo o nell'altro verranno messi i Jaguares in una competizione economicamente e finanziariamente sostenibile per la UAR.”