I Procuratori del rugby: Matt Bresson
Matt Bressons, italo australiano di 33 anni, un passato da giocatore vestendo le maglie di Rugby Rovigo, Rugby Calvisano, Rugby Colorno, San Gregorio e dell’Italia 7s. Dallo scorso anno un'esperienza da allenatore del Maiorca nel campionato spagnolo. Da qualche anno Matt è un procuratore e a gennaio ha fondato la “Elite Player Management”, agenzia che si occupa della carriera rugbistica dei giocatori professionisti, ma non solo…
Ciao Matt sappiamo che hai aperto una agenzia. Raccontati chi è ora Matt Bressons.
“Già da quando avevo 25 anni, ho pensato subito al mio futuro dopo il rugby. Non ero soddisfatto della mia situazione perché, avendo avuto due esperienze con due diversi procuratori italiani, non farò nomi, sentivo che loro non lavoravano per il mio interesse, ma per quello del club.
Ho quindi deciso con un socio, Riccardo Betti (anche lui australiano di origini italiane e con 32 anni di esperienza nel mondo dell’Economia ndr), di aprire Elite Player Management. Noi seguiamo i giocatori sia nella parte sportiva che nella parte extra sportiva. Il nostro motto è “Non quantità ma qualità””.
Che significa di preciso “Non quantità ma qualità”?
“Tutti sono capaci di seguire “solo” 10 giocatori e dire che la filosofia guarda alla qualità e non alla quantità, però quando una persona guadagna sulla quantità è difficile delle volte rifiutare qualche proposta in più da parte di giocatori che hanno bisogno di te. 20 persone si possono seguire dedicando loro lo stesso tempo e lo stesso impegno, se ne devo seguire 120 è logico che qualche soggetto viene lasciato da parte, viene trascurato, è il tempo che manca.”
Ti sei presentato dicendo che la vostra mission è seguire a 360 gradi un giocatore, anche per il post carriera…
“E’ una delle cose che ci differenzia dagli altri, ed è la cosa su cui si basa la nostra attività. Il 99% dei procuratori di oggi segue solo l’ambito sportivo dell’assistito, procurano un contratto, seguono la trattativa e basta. Non si preoccupano di trovare il miglior modo per far pagare le tasse al giocatore, come investire nel business, la formazione o anche più semplicemente comprare casa. Noi seguiamo il giocatore ben oltre la semplice firma del contratto sportivo.” Afferma Matt e aggiunge: “inoltre abbiamo in progetto di creare una fondazione…”
Di che si tratta
“Il nostro motto è “More than money”, significa più dei soldi. Non siamo qua solo per i soldi, i soldi sono importanti ma non sono il motivo per cui stiamo creando questa Fondazione. Noi e il giocatore stimiamo una percentuale sul contratto da destinare a questa fondazione.
Fondazione che servirà per sostenere i giocatori con problemi fisici, i ragazzi in difficoltà economiche e tutte e problematiche che possono capitare a un giocatore di rugby.”
Nelle ultime stagioni più di una volta abbiamo sentito parlare di squadre inadempienti verso i giocatori. Come ci si comporta con i club che non pagano i loro giocatori?
“I problemi economi colpiscono tutto il mondo, anche in Australia la ARU ha avuto problemi con il caso Western Force.
Anni fa, prima dell’avvento del professionismo, il rugby aveva dei valori, valori etici che forse oggi si sono un pò persi. Io tutt’ora credo in questi valori ma fino a un certo punto.”
“Il mondo del calcio è un vero business, il rugby non è al livello del calcio ma è comunque un business, non si può negare. I giocatori sono utili finché spingono in mischia, finché placcano, finché sono veloci, quando poi arrivano altri giocatori che placcano meglio, che sono più veloci… E’ una ruota che gira per tutti, è la legge del mercato.”
“Ritornando ai problemi economici che perseguitano le squadre italiane: se un club non paga, se non rispetta il contratto, c’è il modo di risolvere la cosa ma la questione diventa lunga, ci vuole pazienza e unione.”
Unione?
“Sicuramente non sarà un solo giocatore a non essere pagato, bisogna unire le forze e collaborare insieme tra compagni di squadra, questo è il modo migliore per risolvere il problema.”
Quanto guadagna un procuratore su ogni singolo contratto?
“Circa il 10% sul contratto annuale sportivo e il 20% sui contratti commerciali extra rugby”.
Quanto guadagna in Italia un giocatore di rugby?
“In questo periodo la media degli ingaggi è calata molto rispetto agli anni precedenti, i maggiori introiti sono passati nelle casse delle squadre italiane di Pro14 (Benetton e Zebre ndr) è naturale. Così come i migliori giocatori italiani fanno parte delle rose di queste due società.
Venendo al sodo: un giocatore di Eccellenza può guadagnare sui 1.200 Euro al mese se è un giovane, se è molto talentuoso può arrivare a 2.000.
Il mio consiglio per ogni giocatore è quello di guardare al futuro. I giocatori che guadagnano 2.000 Euro al mese per 9 o 10 mesi, hanno l’appartamento pagato e altre comodità…. Questi è come se vivessero in una bolla di sapone, in un loro mondo. Ma la vita di tutti i giorni è diversa. Un ragazzo può guadagnare questi soldi per magari 5 anni, ma poi? E dopo che succede?”.
“La Elite Player Management cura questo aspetto e pensa anche a dopo il rugby giocato.”
Mentre un giocatore di Pro14 italiano quanto guadagna?
“Dipende dalla esperienza del giocatore, ci sono diversi parametri, parliamo di contratti di 40 o 50.000 Euro all’anno, i migliori arrivano a 120 / 130.000 Euro. Possono sembrare tanti soldi. Ma ripeto che quesi soldi non durano tutta la vita, un giocatore che guadagna bene deve necessariamente anche investire bene nel futuro.”
Cosa consigli ai giovani che dal settore giovanile passano in seniores, che dalle Accademie fanno il salto in Eccellenza o addirittura in Pro14?
“So che è nel mio interesse dire che a tutti serve un procuratore, ma è così. La figura del procuratore è fondamentale per un ragazzo giovane. Il giocatore deve preoccuparsi solo di giocare bene, deve preoccuparsi del suo lavoro in campo. A contrattare, a procacciare il migliore accordo commerciale ci deve pensare un’altra figura.”
E a tutti quei giovani che non arrivano? Che a 18 anni lasciano la famiglia, si trasferiscono in città lontane ma dopo qualche anno si ritrovano a piedi?
“Per un giocatore il professionismo è una scommessa, puoi essere molto ricercato per qualche tempo, ma dopo un attimo ti ritrovi senza un contratto e senza che nessuno ti risponda al telefono.
Puoi essere al top ma se ti fai male, se trovano uno più forte di te…
Per questa ragione consiglio ai ragazzi di pensare al rugby ma di guardare anche altre strade, consiglio si investire nel futuro dopo il rugby. Studio, Università, corsi di formazione, ogni giovane dovrebbe avere un piano B.”
Elite Player Management Team:
Founder & Agent: Matt Bressons
Co-founder & Commercial manager: Riccardo Betti
AustralAsia sports agent: Makesi Stowers
Italian Consultant: Mago Maghet
Per info:
Mail: [email protected]
Web: eliteplayermanagement.com.au