Andrea Duodo: "le Zebre costano troppo alla Federazione"
Padova, Roma, Milano o Parma: proposte entro il 15 gennaio
Il Presidente della Federazione Italiana Rugby Andrea Duodo, presente sugli spalti del Lanfranchi all'ultimo derby di URC, si espone facendo il punto sull’attività federale, sul bilancio, sul caldissimo tema delle Zebre e sulle prospettive a cominciare dal Sei Nazioni.
"Da rugbista non vedo l'ora, da presidente federale posso dire che abbiamo grande fiducia nel ct Gonzalo Quesada e in una squadra giovane, che ha il Mondiale del 2027 come obiettivo di lungo termine. Ma non dimentico i problemi sia economico-finanziari che di sviluppo del movimento rugbistico italiano, difficoltà che ci siamo trovati a gestire all'indomani dell'elezione" dichiara dall'intervista apparsa sulla Repubblica di Parma.
I problemi economico-finanziari della Federazione
"Dobbiamo fare i conti con la realtà - chiosa Duodo -, e la realtà è che nel 2024 la federazione ha una previsione di chiusura con un passivo di dieci milioni di euro, un'eredità pesante, di cui eravamo consapevoli nel momento in cui abbiamo deciso di sfidare la precedente governance. Il movimento ci ha dato fiducia, il primo obiettivo è quello di riportare il bilancio federale in acque sicure, ricreare le condizioni per poter investire sul rugby di base che, nello scorso quadriennio, è stato abbandonato a se stesso. Abbiamo trovato un grave passivo economico, e un movimento in grave sofferenza per quanto riguarda la base, le bambine e i bambini che devono far vivere il rugby sui campi di tutta Italia. Chi mi ha preceduto aveva promesso di rilanciare il rugby di base, la realtà è stata ben diversa". Il riferimento è a Marzio Innocenti, ex capitano azzurro, sconfitto da Duodo nelle elezioni di settembre dopo un solo mandato. Un'anomalia, in un mondo come quello dello sport italiano dove è tradizionalmente difficile succedere a presidenti federali in carica. "Nella vita faccio il dottore commercialista, consulente aziendale e sindaco/revisore dei conti - spiega Duodo -, ma non è necessario essere dei grandi analisti per capire che perdite di nove milioni registrate nel 2023 e di dieci milioni stimate nel 2024 siano una strada verso il baratro. L'incidenza costi/ricavi 2023 è stata del -28%, la peggiore tra le grandi nazioni del rugby: il primo obiettivo per il 2025 è riequilibrare il delta tra entrate e uscite. Alzare i ricavi e limitare gli sprechi, che ci sono stati".
"Uno sviluppo trasparente e sostenibile della Fir è quanto abbiamo promesso alle società, e manterremo questa promessa. Prima portiamo la nave Fir in un porto sicuro, poi ricominceremo a investire” In questo contesto si inserisce la possibile cessione di Zebre Rugby, la franchigia italiana di United Rugby Championship con sede a Parma e di proprietà della federazione, per la quale il Consiglio presieduto da Duodo ha avviato l'invito ad una manifestazione d'interesse tra privati.
Le Zebre costano troppo alla Federazione
"La sostenibilità è il primo requisito. Oggi le Zebre costano troppo alla federazione - ammette il presidente Duodo - e, sia sportivamente che commercialmente, producono poco, drenando risorse che potremmo investire sul movimento e sul rugby di base. Non ce lo possiamo permettere, molto semplicemente. Padova, Roma, Milano, la stessa Parma: non so dire oggi dove giocheranno le Zebre nella prossima stagione, o come si chiameranno. Ma una cosa la garantisco: dal 2025-26 la franchigia dovrà essere solida e sostenibile, anche se gli effetti concreti sul bilancio federale li avremo solo dal 2026". Le candidature sono aperte, il tempo per presentare una proposta scade il 15 gennaio: "Al Consiglio del 7 febbraio potremo capire quale strada prendere. Con una precisazione: se non saremo convinti delle proposte, se avremo dubbi sulla sostenibilità, continueremo a condurre la franchigia come proprietari al 100%. Ma dovremo ridurre il budget, riducendo l'intervento federale dagli oltre sette milioni di euro attuali a meno di cinque. Le Zebre devono essere più funzionali a produrre atleti per la nazionale, e possono farlo con un costo inferiore a quello attuale".
Si inserisce il sindaco di Parma Michele Guerra
“Comprendo le esigenze economiche della Federazione, ma riteniamo che quel che si costruisce in anni sui territori, pur nelle difficoltà sportive, anzi a maggior ragione, non possa e non debba andare disperso. Tanto più se dal territorio di Parma e dall’Emilia-Romagna arriverà una proposta solida e seria”. Il sindaco di Parma Michele Guerra commenta così le parole della Federazione italiana rugby.