Sergio Parisse: “Gli All Blacks sono i migliori per due ragioni: tecnica individuale e fame di vittorie”
Torna in nazionale il capitano Sergio Parisse. Dopo l’assenza nei test match estivi dell’Italia Parisse (1,96 m x 112 kg) torna ad allenarsi con il gruppo azzurro in preparazione dei test internazionali di novembre. Sarà la prima volta del nuovo CT Conor O’Shea davanti al pubblico di casa e il focus è tutto sulla prima sfida dell’Olimpico quando, il 12 novembre a Roma, arriveranno i campioni del mondo All Blacks.
Sergio Parisse proprio contro gli All Blacks aveva debuttato in maglia azzurra nel 2002. Oggi Sergio ha 33 anni ed è rimasto il giocatore con più esperienza del nuovo gruppo di Conor O’Shea. Riproponiamo una parte dell’intervista al capitano dell’Italrugby apparsa sul Corriere della Sera.
Nel 2002 avevano debuttato in tanti, tu sei ancora qui, ti senti un sopravvissuto? “Ho un'abitudine: sul pullman mi siedo sempre in fondo. I posti accanto al mio erano di Castrogiovanni, Canale, Bortolami, Perugini, Ongaro... Ora sono vuoti”. I giovani stanno davanti? “Per ora, ma arriveranno”.
E’ cambiato molto il rugby negli ultimi 10 anni di professionismo: “È successo con il Mondiale in Francia, nel 2007. Mi piacciono l'organizzazione e la professionalità del rugby di oggi, ma a volte mi prende la nostalgia per il passato, quando eravamo tutti più spensierati... forse però è solo perché ho 33 anni”.
Mai pensato di mollare tutto? “Mai, nemmeno per un secondo. In passato potevo lasciare il mio club, lo Stade Français, andare a guadagnare e vincere di più, ma poi sono rimasto. Sarò all'antica, ma sono così e la Nazionale fa parte della mia vita, dei miei sentimenti. Finché mi vorranno io ci sarò sempre.”
Parlando dell’attesissima sfida agli All Blacks: Nel 2009 a San Siro davanti a 80.000 persone sono stati messi in difficoltà, 20-6 il finale con la meta tecnica in mischia negata all’80’, nel 2012 invece il netto 42-10 dell’Olimpico.
Sei d'accordo con Eddie Jones, il c.t. dell'Inghilterra: per battere la Nuova Zelanda devi giocare un rugby diverso dal loro.
“Sono i migliori per due ragioni: la tecnica individuale e la fame di vittorie. Hanno vinto tutto e giocano come se non avessero vinto nulla. Se li sfidi sulla tecnica sbatti contro un muro, devi farti venire un'idea, quale, però, non saprei”.
Sei stato spesso paragonato a Kieran Read, il numero 8 capitano neozelandese. “A me fa piacere, mi auguro sia lo stesso per lui. Certo che, in quella squadra, Kieran deve divertirsi molto.”
I test match dell’Italia:
Sabato 12 novembre, Stadio Olimpico, Roma
Italia - All Blacks (ore 15.00)
Sabato 19 novembre, Stadio Franchi, Firenze
Italia - Sud Africa (ore 15.00)
Sabato 26 novembre, Stadio Euganeo, Padova
Italia - Tonga (ore 15.00)
Foto Elena Barbini