Massimo Mascioletti: una vita al massimo.
"Nella vita come nello sport la cosa più difficile non è cadere, sin da piccoli siamo abituati a farlo, ma rialzarsi." (Massimo Mascioletti)
“L’ictus è stato per me il secondo terremoto, ma io l’ho preso di testa, come nel rugby. Questa è la mia filosofia nella vita: avanzare, sostenersi, continuare ad avanzare.” (Massimo Mascioletti)
Massimo Mascioletti è stato un trequarti eccezionale, probabilmente tra i più grandi nati sul suolo italiano, autore di mete strepitose tanto con la nazionale, della quale è stato anche capitano, quanto con la maglia de L’Aquila Rugby, squadra dove ha trascorso tutta la sua carriera vincendo due campionati.
Diventato allenatore, Supermas ha condotto i nero-verdi ad un altro storico scudetto, nel 1994, quando ha sconfitto in finale il Milan di Berlusconi. In seguito, Mascioletti è stato il vice di George Coste in azzurro e, dopo l’addio di quest’ultimo, ne ha preso il posto diventando così l’ultimo italiano ad avere guidato la nazionale sino a questo momento.
Massimo Mascioletti è nato il 4 marzo 1958 a L’Aquila, nella cui squadra di rugby ha trascorso tutta la sua carriera da giocatore, dividendola con il lavoro da impiegato comunale. L’esordio nel campionato maggiore italiano è arrivato quando il ragazzo non aveva ancora compiuto i 16 anni. L’allora coach nero-verde, John Powell Rees, lo ha inserito nel XV di partenza in un match di campionato contro il Metalcrom Treviso, il 24 febbraio 1974. Per la cronaca, la sfida ha visto prevalere la compagine della Marca con il punteggio di 17 a 13. È stata questa una delle due sole sconfitte patite da L’Aquila durante quella stagione; due sconfitte che, però, hanno costretto gli uomini di Rees a finire il campionato al secondo posto, con un solo punto in meno rispetto al Petrarca Padova.
Il 10 novembre 1974, in un match contro il CUS Genova che gli abruzzesi hanno vinto 60 a 0, non solo Mascioletti ha realizzato la sua prima meta, ma è andato a schiacciare l’ovale oltre la linea bianca per ben quattro volte. Anche in questo campionato i nero-verdi hanno subito solo due sconfitte e sono finiti di nuovo al secondo posto con un punto in meno del Brescia di Marco Bollesan e Paolo Paoletti.
Le corse sulla fascia di Massimo e le sue mete non sono passate inosservate così, il 6 marzo 1977, Roy Bish lo ha fatto esordire in maglia azzurra a soli 19 anni in match contro il Marocco a Casablanca, nell’ambito della Coppa FIRA. La squadra capitanata da Salvatore Bonetti, detto Nembo Kid, ha incredibilmente perso con il punteggio di 9 a 10 (per l’Italia solo punti al piede di Ennio Ponzi) e di fatto ha sancito l’addio del tecnico gallese alla panchina della nazionale.
Il CT ad interim Doro Quaglio non ha schierato il giovane aquilano nelle rimanenti due sfide del torneo con Polonia e Romania, partita quest’ultima sfociata nella brutta sconfitta per 0 a 69, ma con l’arrivo al timone di un altro gallese, Gwyn Evans, Mascioletti ha ritrovato il posto sulla fascia nell’incontro del 23 ottobre contro la Polonia a Varsavia. Gli Azzurri, però, sono usciti perdenti per 6 a 12, a causa anche dell’espulsione del Numero 8 Andrea Lijoi.
Nell’ottobre del 1978 a guidare l’Italia è arrivato il profeta francese Pierre Villepreux. Pochi giorni dopo il suo arrivo, Pierrot ha dovuto preparare in fretta e furia una partita contro l’Argentina di Hugo Porta a Rovigo. Ancora spaesato, il nuovo coach non aveva idea di chi mettere in campo, così ci ha pensato Aldo Invernici, il quale ha eletto il pilone Ambrogio Bona capitano e gli ha chiesto di stilare una lista di giocatori da convocare. Il 24 ottobre gli Azzurri sono usciti trionfanti dal Battaglini con il punteggio di 19 a 6, grazie ai punti al piede di Loredano Zuin e alle mete di Rino Francescato e dell’altro aquilano Serafino Ghizzoni, il “gemello di meta” di Massimo.
Neanche un mese dopo gli italiani sono stati capaci di perdere 9 a 11 con L’URSS a Roma.
Il 17 dicembre, sempre del 1978, Mascioletti ha realizzato la sua prima meta in maglia Azzurra nella sfida contro la Spagna, allo Stadio Comunale di Monigo, terminata con il punteggio di 35 a 3 in nostro favore. Un’altra marcatura il ragazzo l’ha realizzata nella successiva partita da lui disputata, il 14 aprile 1979 contro la Polonia, nella sua L’Aquila, dove ha esordito la giovane apertura Stefano Bettarello.
Il 16 maggio 1979, nello stadio di Brescia, l’Italia si è trovata di fronte l’under 23 dell’Inghilterra, anche se in realtà si trattava di un under allargata, che comprendeva molti giocatori al di sopra del limite d'età. Non saranno stati Bill Beaumont e compagni, ma era pur sempre una squadra di tutto rispetto, con gente del calibro di Clive Woodward, e l’Italia è riuscita a pareggiare 6 a 6 grazie a due piazzati di Bettarello, conquistando così il primo punto nella storia del nostro rugby contro un XV britannico.
A settembre Mascioletti ha preso parte ai giochi del Mediterraneo, che si sono svolti nella ex Jugoslavia. Gli uomini di Villepreux hanno vinto il loro girone davanti a Spagna e Marocco, per poi essere sconfitti nella finale di Macarsca dalla Francia con il punteggio di 12 a 38. Per il trequarti la soddisfazione di avere superato nuovamente la linea proibita della Spagna.
Il 28 novembre, sempre del 1979, Massimo è stato uno dei XV uomini che a Rovigo hanno combattuto l'epica battaglia contro gli All Blacks di Graham Mourie. È stato questo il primo incontro tra le nazionali di Italia e Nuova Zelanda, anche se soltanto la federazione italiana ha concesso ai propri giocatori il cap internazionale.
Gli All Blacks, che arrivavano dalle vittorie conseguite in Scozia ed Inghilterra, hanno chiuso la prima frazione di gioco avanti 15 a 6 grazie alle mete di Murray Mexted e Bernie Fraser, entrambe trasformate da Allan Hewson, autore anche di un penalty. Per gli Azzurri, che giocavano con la maglia bianca, i punti sono stati realizzati da due punizioni di Stefano Bettarello.
Nella ripresa Richard Wilson ha centrato di nuovo i pali con una punizione che ha portato il risultato sul 18 a 6, poi i nostri ragazzi hanno iniziato a macinare gioco. Al 70° minuto Nello Francescato ha schiacciato oltre la linea proibita la prima meta italiana agli All Blacks della storia. Un'azione stupenda, veloce, precisa, con otto passaggi in 15 secondi, che ha lasciato i maestri allibiti. La trasformazione della nostra apertura ha fatto scrivere sul tabellone Italia 12 – Nuova Zelanda 18: un risultato che ancora oggi è il migliore conseguito nelle sfide con i neri.
Un mese più tardi Massimo ha realizzato una doppietta al Marocco a Benevento.
Il 1980 si è aperto per gli Azzurri con l’asfaltata da parte dei “cugini” d’Oltralpe nell’ambito della Coppa FIRA; un 46 a 9 patito nello stadio del Montferrand, con nove mete subite e una sola realizzata, quella di Mascioletti. A questa è seguita la vittoria per 24 a 17 sulla Romania al Fattori di L’Aquila, con un’altra marcatura del trequarti ala di casa. A giugno la nazionale italiana è partita per un tour nel Sud Pacifico, con tappa iniziale negli Stati Uniti.
Si è trattato del primo grande tour dell'Italia dopo quello storico del 1973 in Sudafrica e Rhodesia. La squadra di Pierre Villepreux, però, ha ottenuto risultati inferiori alle aspettative.
L’Italia ha iniziato il viaggio l’11 giugno al Veterans Memorial Stadium di Long Beach, perdendo 9 a 18 con i Californian Grizzlies. Tre giorni più tardi gli Azzurri hanno perso anche a Suva per mano del XV delle Fiji, con il risultato di 3 a 16. Purtroppo, durante questa sfida Massimo ha riportato un brutto infortunio, conseguenza di un placcaggio in ritardo all’altezza delle spalle. All’inizio la spalla uscita dalla sede è stata rimessa a posto da un medico figiano, così, nonostante il dolore, Mascioletti ha deciso di rientrare in campo. Al primo placcaggio, però, la spalla è uscita di nuovo. Diagnosi: lussazione alla testa dell'omero, con conseguente operazione chirurgica e un anno di riposo.
Nel frattempo, proprio nella stagione 1980-81, L’Aquila Rugby, che si fregiava per la prima volta di uno sponsor, nella fattispecie la MAEL Computer, ha conquistato il suo terzo scudetto, giungendo in cima alla classifica con ben sei punti di distacco dal Petrarca Padova e dal Treviso. Poco dopo la squadra allenata da Loreto Cucchiarelli ha vinto anche la Coppa Italia battendo in finale il Padova per 25 a 22.
Mascioletti è tornato ad indossare la maglia azzurra il 23 novembre 1981, un anno e mezzo dopo l’infortunio, nella partita di Coppa FIRA contro la Germania Ovest che si è svolta a Rovigo, salutando i tifosi con due mete. Gli uomini guidati dalla panchina dalla coppia formata da Marco Pulli e Paolo Paladini, e sul campo dal tallonatore Claudio Robazza, hanno vinto il match 23 a 0.
Il 21 febbraio 1982, a Carcassonne, Mascioletti era in campo per la prima volta nel ruolo di trequarti centro, con la maglia numero 11 affidata ad Andrea Azzali. L’’Italia ha perso 19 a 25 contro la Francia. L’abruzzese era schierato al centro anche l’11 aprile successivo al Battaglini di Rovigo, dove è stata sconfitta la Romania con il punteggio di 21 a 15.
Un mese dopo L’Aquila sponsorizzata Scavolini si è laureata campione d’Italia per il secondo anno consecutivo, vincendo la nuova formula della Pool Scudetto con 10 vittorie su 10 incontri.
Il 6 febbraio del 1983 l’Italia è riuscita nell’impresa di pareggiare 6 a 6 con Les Bleus a Rovigo. La Francia, naturalmente, non era la prima squadra, ma resta comunque un risultato prestigioso, conseguito grazie alla meta di Gianni Zanon trasformata da Stefano Bettarello.
Dopo una sconfitta contro la Romania ed il successo sull’URSS, gli Azzurri sono voltati oltreoceano per un breve tour in Canada e Stati Uniti, dove hanno svolto sei partite, tra cui due test match con la nazionale canadese. Il primo di essi, causa un arbitraggio un po’ troppo “casalingo” e l’assenza di Bettarello, ha visto la vittoria dei Canucks con il punteggio di 19 a 13. Nel secondo, invece, disputato a Toronto, gli italiani hanno ritrovato l’orgoglio e hanno prevalso per 37 a 9, con tre mete marcate, tra cui quella di un Mascioletti ormai stabile con il numero 12 sulle schiena.
A settembre l’Italia ha preso parte ai Giochi del mediterraneo a Casablanca, dove ha raggiunto il secondo posto alle spalle della Francia. Mascioletti ha realizzato una doppietta alla Spagna, partita questa che ha visto l’addio alla nazionale del capitano Fabrizio Gaetaniello. Il suo ruolo è stato così affidato proprio a Massimo, il quale ha guidato gli Azzurri al successo sui padroni di casa del Marocco per 15 a 9, e poi nella sconfitta in finale contro i francesi. In queste due partite l’aquilano è tornato a giocare sulla fascia.
Il 22 ottobre 1983 Massimo, sempre con gli oneri e gli onori del capitano, e ancora trequarti centro (stavolta all’ala c’era Alberto Osti) ha affrontato al Battaglini l’Australia. È stata questa la terza volta per i Wallabies nel Bel Paese, ma la prima che ha visto la loro federazione concedere l’ufficialità. Era un XV stellare quello messo in campo dal coach Alan Jones. Solo per fare qualche nome: David Campese, Brendan Moon, Andrew Slack, i gemelli Mark e Glen Ella, Mark Harding e Simon Poidevin. La partita è terminata 29 a 7 per gli ospiti, con mete di Mark Ella, che di quella squadra era il capitano, Mike Hawker, Brendan Moon e Steve Williams. I sette punti azzurri sono stati realizzati grazie ad una meta del flanker Gianni Zanon e ad un penalty di Stefano Bettarello.
Massimo è rimasto capitano anche nelle tre sfide disputate dall’Italia nel 1984 (contro Francia, Marocco e Tunisia) e ancora per le prime due del 1985, due sconfitte patite da Francia e Romania.
A giugno la squadra ha intrapreso un tour nello Zimbabwe e skipper è stato eletto Rino Francescato. Gli Azzurri hanno disputato sei incontri, vincendone cinque, compresi due test match con la nazionale di casa. Per Mascioletti una meta nel primo di essi a Bulawayo.
A quel punto si è chiusa l’era di Pulli e Paladini e si è aperta quella di Marco Bollesan, Il quale ha scelto come capitano Marzio Innocenti. Massimo è tornato a giocare in pianta stabile all’ala e nell’aprile del 1986 ha realizzato una meta al Portogallo in quel di Jesi.
Un mese dopo, esattamente il 10 maggio, l’aquilano era schierato sull’erba dell’Olimpico di Roma per affrontare l’Inghilterra. Davanti a quasi 50.000 persone, gli Azzurri hanno raggiunto un pareggio storico; un 15 a 15 arrivato grazie alla meta di Mascioletti e al piede di Bettarello. E dire che era Inghilterra vera, anche se non hanno voluto assegnare alla gara l'ufficialità di test, con giocatori reduci dal Cinque Nazioni e che avevano intrapreso il tour in Nuova Zelanda con i British & Irish Lions nel 1983: Marcus Rose, John Carleton, Steve Bainbridge, Nigel Redman, tanto per citarne alcuni. Quegli stessi Azzurri, però, a novembre hanno perso 14 a 16 con l’Unione Sovietica al Ferraris di Genova.
Nel 1987 Massimo ha preso parte alla prima edizione della Coppa del Mondo di rugby, che si è disputata in Nuova Zelanda, giocando tutte e tre le sfide nelle quali è stata coinvolta la nostra nazionale.
Il torneo iridato ha avuto inizio il 22 maggio 1987 all’Eden Park di Auckland e ad inaugurare l’evento è stata proprio l’Italia allenata da Marco Bollesan (coadiuvato da Gianni Franceschini) che ha affrontato i padroni di casa. L’incontro proibitivo ha visto gli All Blacks vincere 70 a 6, con Oscar Collodo che, grazie ad un drop e ad un piazzato, è diventato il primo italiano (anche se nativo di Berna) a realizzare punti in un mondiale.
Sei giorni più tardi gli azzurri hanno affrontato l’Argentina, squadra chiamata a sostituire il Sudafrica ancora escluso a causa del boicottaggio. La sfida è finita 25 a 16 per i Pumas. I ragazzi capitanati da Marzio Innocenti hanno aperto e chiuso il loro primo mondiale nel giro di nove giorni. Il 31 maggio, infatti, c’è stata l’ultima partita del girone contro le Fiji a Dunedin, con il nostro XV che ha vinto 18 a 15 grazie a tre mete, tra cui una di Mascioletti. Italia, Argentina e Fiji hanno chiuso il turno a pari merito con una vittoria a testa, ma a passare ai quarti sono stati gli isolani per il fatto di avere realizzato una meta in più rispetto agli Azzurri.
Supermas è rimasto ai box per l’intero 1988 e quando è rientrato nei ranghi, il 2 giugno del 1989 nella sua L’Aquila, ha guadagnato il cinquantesimo cap in un match contro la Spagna. Loreto Cucchiarelli era il nuovo allenatore della nazionale e Guido Rossi il capitano.
Pochi giorni dopo la squadra italiana si è recata in Argentina per un tour durato un paio di settimane, durante il quale sono stati disputati sei incontri: cinque con selezioni locali e uno contro i Pumas, il 24 giugno a Buenos Aires, vinto dagli albi-celeste con il punteggio di 21 a 16. Mascioletti li ha giocati tutti da titolare, realizzando una meta al XV delle Provincias Argentinas, dove militava come apertura un certo Diego Dominguez.
Il 30 settembre 1989 Massimo ha giocato a Treviso contro lo Zimbabwe, con il nuovo coach Bertrand Fourcade che lo ha schierato trequarti centro come non succedeva dal 1984. La sfida, che ha visto l’esordio di Massimo Giovanelli, e anche di Pierpaolo Pedroni, è terminata 33 a 9 per gli Azzurri.
Il 5 novembre, invece, Mascioletti ha realizzato a Mosca la sua meta internazionale numero 17: l’ultima con la maglia della nazionale. L’Italia, però, è stata nuovamente battuta dall’Unione Sovietica con il risultato di 12 a 15.
Il trequarti abruzzese ha disputato la sua ultima sfida internazionale il 7 aprile 1990 a Napoli, vincendo 34 a 3 con la Polonia. A fine stagione Massimo ha detto addio anche a L’Aquila Rugby e ha appeso definitivamente le scarpette al chiodo.
Per l’Italia Mascioletti ha ottenuto 54 caps, che al momento del ritiro facevano di lui il terzo azzurro in quanto a numero di presenze, con 17 mete realizzate.
Nelle sue diciassette stagioni trascorse con il club nero-verde, invece, il trequarti ha totalizzato qualcosa come 280 partite in serie A, marcando ben 229 mete.
Una volta ritiratosi, Massimo ha intrapreso la carriera da allenatore.
Nel 1993 l’ex trequarti si è seduto sulla panchina del suo club, L’Aquila, e ha raggiunto subito la finale scudetto.
Gli abruzzesi sono arrivati secondi nella regular season, alle spalle della corrazzata Milan di Silvio Berlusconi. Ai quarti la squadra di Mascioletti ha eliminato il Catania e in semifinale il Benetton Treviso, vincendo 15 a 12 lo spareggio dopo che le due compagni avevano chiuso andata e ritorno con un successo a testa.
La finale, giocata a Padova, rappresenta una delle pagine più gloriose del club nero-verde. La sfida tra il rugby fatto in casa, quello abruzzese, senza sponsor e senza grandi mezzi finanziari, e quello dei miliardi. Contro ogni pronostico L'Aquila ha sconfitto i più quotati avversari per 23 a 14, conquistando così il suo quinto scudetto. Sei piazzati di Gino Troiani e meta al 65° minuto del sudafricano Danie Gerber, lanciato dal connazionale Vim Visser.
La stagione 1994-95 L’Aquila è stata costretta a fermarsi alle semifinali, sconfitta dallo stesso Milan che si è così vendicato. A quel punto, terminato il campionato, Mascioletti è stato chiamato da George Coste come allenatore in seconda della nazionale e responsabile della trequarti.
Quell’Italia, probabilmente, è stata la migliore nella storia del rugby in maglia azzurra. Il mondiale in Sudafrica, le prime vittorie contro Union britanniche, Irlanda, Scozia, e poi Grenoble e l’ingresso nel Sei Nazioni.
Alla vigilia della Coppa del Mondo 1999, però, la nazionale è stata scossa da un terremoto interno. A causa anche del disastroso tour in Sudafrica, sfociato nel clamoroso 101 a 0 patito a Durban il 19 giugno contro gli Springboks, la Federazione ha preso la discutibile decisione di esonerare George Coste. Il suo posto è stato momentaneamente affidato a Massimo Mascioletti.
Durante il mondiale l’atmosfera in seno alla nazionale era piuttosto tesa. Il manager Franco Cimino parlava con Mascioletti solo tramite il Liaison Officer Antonio Zibana. I giocatori, già in lotta con la FIR per gli ingaggi dovuti all’avvento del professionismo, inevitabilmente hanno risentito della situazione ed il torneo è stato un vero e proprio disastro. Le sfide impossibili con Inghilterra e Nuova Zelanda si sono risolte in due asfaltate. Clamoroso il 103 a 3 di Huddesfield per mano degli All Blacks. Qualche cosa di più ci si sarebbe aspettato dalla sfida con Tonga, ma anche in questo caso gli uomini di capitan Giovanelli sono usciti da Welford Road sconfitti 25 a 28.
Il povero Massimo è rimasto in carica sino all’inizio dell’anno seguente, subendo un’onta che non si meritava. A quel punto, in vista del Sei Nazioni, sulla panchina degli azzurri si è seduto l’ex pilone neozelandese Brad Johnston, che nell’ultimo mondiale aveva portato ai quarti di finale la nazionale di Fiji, coadiuvato dal samoano Matt Vaea. Sino a questo momento Mascioletti rimane l'ultimo italiano ad avere guidato la nazionale italiana.
Dal 2003 al 2008 l’ex ala si è seduto sulla panchina della Rugby Capitolina, che militava in serie A, traghettandola nel Super 10 nel 2006, dopo avere sconfitto 20 a 9 la Rugby Roma nella finale promozione del 21 maggio.
Nelle due successive stagioni trascorse nella capitale Massimo ha portato la squadra entrambe le volte ad un tranquillo settimo posto. Poi, alla fine dell’annata 2007-08, il tecnico si è dimesso (al suo posto è arrivato l’argentino Francisco Rubio) ed è tornato nella sua città natale, dove ha assunto l'incarico di responsabile dell'area tecnica de L'Aquila Rugby.
Il 6 aprile 2009 la città di L’Aquila è stata colpita da un terribile terremoto che ha causato 309 vittime e gravissimi danni agli edifici. Mascioletti si è prodigato moltissimo negli aiuti, assieme a molti giocatori della squadra di rugby, tra cui il capitano Maurizio Zaffiri, tanto che nel 2011 ha ricevuto la Medaglia al Valor Civile dalle mani del presidente della repubblica Giorgio Napolitano.
Il 18 ottobre dello stesso anno, al termine di un incontro dell’Under-20 aquilana, Mascioletti è stato colto da un ictus e trasferito d’urgenza in rianimazione presso l’ospedale di Pescara. Per fortuna, l’allora cinquantunenne ha reagito bene alle cure e dopo pochi mesi è riuscito a recuperare. Nel 2010, al termine della stagione, ha lasciato comunque il suo incarico presso i nero-verdi.
Nel 2011 Massimo è stato eletto responsabile del Centro di Formazione Continua, un progetto della FIR rivolto alle società abruzzesi con lo scopo di creare un polo di eccellenza nella formazione di giocatori, tecnici e dirigenti. Nel 2017 Supermas è diventato responsabile dell’area tecnica delle Fiamme Oro.