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Abbiamo fatto 4 chiacchiere con Stefano Bettarello neo Direttore Sportivo della Rugby Rovigo Delta. Unico italiano il cui nome è inciso nella Walk of Fame nella città di Rugby, primo italiano in assoluto ad essere chiamato nei Barbarians nel 1987 quando segnò 12 punti al mitico Arm’s Park di Cardiff. Con oltre 3200 è stato recordman di punti del campionato italiano sino al 2008. Insieme a Diego Dominguez detiene il record di punti segnati in un match della nazionale, 29, frutto di una meta trasformata, 5 calci e un drop.

 

Come è andato il mercato giocatori? Sei soddisfatto o sei in cerca di qualche aggiustamento?

“Il mercato giocatori per il Rovigo è stato gestito da Pietro Reale, il DS precedente, in base alla indicazioni date dalla società prima che venissi nominato. E’ prematuro dare un giudizio dal momento che non è ancora  stata giocata una partita, la prima sarà venerdì 28 agosto qui a Rovigo con le Zebre. Posso dire che la squadra ha cercato di mantenere invariati i livelli di qualità anche se ci sono alcune pedine, che stiamo valutando con attenzione, da mettere a posto. I ragazzi stanno lavorando bene, se dovessero esserci scorie per la finale persa contro il Calvisano saranno oggetto di particolare attenzione perché non dovranno essere un alibi o un freno ad un entusiasmo che vogliamo riportare a Rovigo”.

Quanti cambiamenti hai fatto quindi?

“Abbiamo ora una rosa di 33 giocatori, vogliamo vedere se integrare con alcuni elementi dell’Accademia e delle giovanili che si stanno allenando con noi, ma questo solo dopo aver giocato le amichevoli estive".

"Sono arrivati 10 giocatori, ne mancano ancora un paio. Siamo a buon punto, ma li ufficializzeremo solo quando avremo nero su bianco, sono due giocatori di prima linea”.

 

Quali sono le aspettative per la prossima stagione?

“E’ inutile girarci attorno, anche se non abbiamo centrato i playoff nell’ultimo anno di Polla Roux, negli ultimi 5 anni Rovigo, in questa Eccellenza, è stata sicuramente un punto di riferimento costante.  Sicuramente vogliamo essere protagonisti, ma voglio essere prudente e non posso ancora dire che lo saremo sino in fondo, anche perché non si può far finta di niente dopo una seconda finale persa al Battaglini, ricordo bene che anche quella del 2011 aveva lasciato molto amaro in bocca".

"Le intenzioni della società sono quelle di rimanere al vertice ma sia il Viadana, che il Petrarca, San Donà, Mogliano e Fiamme Oro stanno lavorando in un percorso di crescita importante”.

 

Pensi che 10 squadre in Eccellenza siano troppe al giorno d’oggi?

“E’ un discorso lungo, non sarebbero troppe in assoluto se non ci fossero state le eccezioni rappresentate da Prato l’anno scorso e L’Aquila qualche anno fa, squadre che si presentavano come vittime predestinate. Non è il numero che è in discussione, piuttosto è in discussione la competitività dell’intero gruppo di squadre che dovrebbero rappresentare l’Eccellenza. Lo vedo come un discorso qualitativo e non numerico in senso assoluto".

"Certo che organizzare un campionato a 8 porrebbe il problema di tenere attivi dei giocatori che altrimenti giocherebbero un numero di partite troppo esiguo, la stagione effettiva risulterebbe troppo ridotta. A 8 squadre si giocherebbero, a parte i playoff, solo 14 partite e sarebbero troppo poche, la qualità del giocatore si forma anche attraverso la quantità e la serietà dell’impegno. Si potrebbe affiancare un progetto a respiro più territoriale, mi rifaccio al passato, come l’idea di fare una sorta di 4/5 Nazioni riferito alle realtà regionali tipo I Dogi che andrebbero contro I Lupi o Le Zebre del Nord Ovest e magari I Guerrieri Greci del Sud. Ho fatto un esempio tanto per banalizzare. Creare una sorta di Trofeo delle Regioni come era a livello giovanile”.

 

Rovigo, due finali di Eccellenza perse in fila, l’ultima in casa davanti a un pubblico fantastico. Quest’anno squadra nuova e cambio di mentalità?

“Qui mi metto in gioco io, per quanto possa essere possibile cercherò di fare maturare i ragazzi sotto l’aspetto della consapevolezza. La qualità di un giocatore, indipendentemente dalla squadra in cui gioca, è quella di confermare quanto costruito nel corso degli anni, in modo che possa essere ricordato. Questo è uno dei motivi del mio incarico a Rovigo, lo considero un mio obiettivo personale, e Pippo Frati è in perfetta sintonia con questa visione. Non è solo un obiettivo ma sarà anche un modo di lavorare condiviso per la crescita dei giocatori”.

 

Il prossimo campionato di Eccellenza

Foto Elena Barbini

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