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Foto France Rugby
Foto France Rugby

Il seconda linea e nazionale francese Paul Willemse è stato fermato tre mesi le conseguenze dei colpi subiti alla testa durante i match e corre il serio rischio, a 31 anni, di non tornare più a giocare. È solo l'ultimo caso di atleta d'alto livello coinvolto in un tema scottante per il rugby e la salvaguardia dei giocatori: le concussion (commozioni cerebrali) per i duri e molteplici impatti di gioco che accadono in una disciplina sportiva dove l'aumento della fisicità e del numero di partite mettere sempre più a rischio la salute dei giocatori. Il caso più famoso di stop precauzionali per i colpi alla testa era stato finora quello del mediano d'apertura dell'Irlanda Johnny Sexton. Ma anche George North e altri big sono stati coinvolti. Ora c'è quello di Willemse.

La sospensione

«Come annunciato da Midi Olympique e ufficializzato dal Montpellier - scrive RugbyRama - il seconda linea Paul Willemse deve osservare un riposo di tre mesi dopo le sue numerose commozioni cerebrali. Il seconda linea internazionale (31 anni, 32 selezioni) del Montpellier, vittima della sesta concussion contro lo Stade Francais (5ª giornata del Top 14) nello spazio di un anno, ha sostenuto una visita di cruciale importanza martedì con il neurochirurgo David Brauge (medico di riferimento della Federazione francese, Ffr) per il prosieguo della sua carriera. La diagnosi del medico impone tre mesi di riposo per il sudafricano d'origine. Come annunciato in settimana, e oggi confermato del club, l'avvenire del numero 5 non è ancora deciso. A seguito di questo riposo forzato, nulla garantisce che Paul Willemse possa calcare di nuovo il terreno del campionato Top 14 francese. Infatti lo stesso neurochirurgo rivaluterà al termine del periodo il gigante del Montpellier per decidere sulla sua eventuale ripresa dell'attività agonistica».

La sua reazione

Il commento del giocatore su tale eventualità è stato raccolta dal quotidiano Midi Libre. Al giornalista Paul Seidenbinder queste le dichiarazioni di Willemse: «Penso di essere a un momento chiave della mia carriera. Se per me sarebbe ok, se essa terminasse adesso a causa di questo choc? Francamente sì. Attenzione, non è questo che voglio. Ma se mi devo fermare, non sarà la cosa più grave della vita. Sono fiero e felice di tutto quello che ho fatto. Inizierò il prossimo capitolo della mia vita».

Alla domanda su cosa farà, in questo caso, Willemese risponde: «Da quando ho 19 anni ho cercato di usare con intelligenza i miei guadagni. Ho messo da parte del denaro, fatto degli investimenti. Dovrò scegliere una direzione. Affari? Allenatore? Non lo so. Quando mi ritirerò di certo mi prenderò una lunga pausa. E Nessuno mi parlerà di rugby per un bel po' (sorride)».