Il tifone Hagibis, la considerazione di World Rugby per il movimento italiano
Di fronte alla sicurezza delle persone non ci sono scusanti. E se World Rugby ha deciso di cancellare due incontri rilevanti (sia dal punto di vista sportivo, ma anche dal punto di vista economico) non si può biasimare una scelta più che corretta. Del resto il clima giapponese, in questo periodo dell'anno, è imprevedibile, e un uragano che soffia a 200 km/h mette a rischio giocatori e tifosi. Del resto un saggio di Hagibis lo abbiamo visto ieri, con la pioggia battente che ha condizionato l'incontro tra Australia e Georgia a Shizuoka. Ma siamo certi che World Rugby abbia ragionato in maniera imparziale?
Lo sfogo di Sergio Parisse, alla notizia della cancellazione del match tra Italia e Nuova Zelanda, ha lanciato una frecciatina che non può non essere accantonata. "Se agli All Blacks fossero serviti 4 o 5 punti la partita si sarebbe giocata". E tutto sommato il capitano ha le sue ragioni; perchè da un pò sta circolando la voce che gli All Blacks abbiano posto un "veto" per non rinviare la gara, accontentandosi dei due punti a tavolino, ed essere più riposati in vista dei quarti. Assolutamente esclusa la possibilità di giocare lunedì, così come World Rugby ha escluso di anticipare l'incontro. Un ragionamento egoistico, certo, ma anche arrogante e irrispettoso. L'Italia era a quota 10 punti, con la possibilità matematica di qualificarsi ai quarti. Con gli All Blacks non ci sarebbe stato scampo, questo è vero, ma lasciate che a dire ciò siano tifosi e critici, e non un organismo internazionale che dovrebbe essere imparziale.
E Inghilterra-Francia, direte? Lì non c'era il problema qualificazione, le due compagini erano già approdate ai quarti. E poi c'è il match di domenica, tra Scozia e Giappone, con Hagibis che dovrebbe persistere nella regione del Kanto, luogo in cui è situato l'International Stadium. Eppure il board non ha preso provvedimenti: il match, per ora, si giocherà. Perchè la Federugby scozzese è scesa subito in campo, opponendosi ad ogni tentativo di cancellazione che negherebbe al Cardo la possibilità di accedere ai quarti. Il Guardian riporta che la Scottish Rugby Union agirà legalmente contro World Rugby se l'incontro dovesse essere cancellato.
Insomma decisioni di stampo anglosassone, dove si accontenta chi conta a livello internazionale. Mentre chi conta poco... conta poco. E noi siamo tra questi; non ne voglia male FIR, ma questo comportamento da parte di World Rugby la dice lunga su cosa pensano a Dublino del movimento italiano. Se al posto nostro ci fosse stato il Galles, la Scozia o l'Irlanda le cose sarebbero andate diversamente.
A questo va aggiunta l'organizzazione dell'evento. E meno male che i giapponesi sono sempre un passo avanti! Chi meglio di loro poteva essere a conoscenza del clima del Pacifico in questo periodo dell'anno? Come è possibile che non fossero state scelte sedi secondarie per giocare gli incontri in caso di calamità naturali? Stiamo parlando di una zona del Mondo altamente sismica, per cui non mi va di pensare che la JRFU non avesse messo in cantiere il rischio di un terremoto e la necessità di spostare le partite in impianti alternativi. Ci sarà da riflettere in vista delle prossime Olimpiadi.
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