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In riferimento all’intervista comparsa su Rugbymeet in data 5/5/2017 - Leggi qui

Le interviste vanno sempre fatte nella madre lingua dell’intervistato, non in quella dell’intervistatore. Non so se una tale indicazione sia contenuta in qualche manuale della professione giornalistica (non ne ho letti, confesso) né se faccia parte delle domande poste dalla commissione all’esame per l’accesso all’Ordine (io ci sono entrato senza, da pubblicista). Fatto sta che parlando con Greg Sinclair, allenatore del  Colorno che ha mancato di un soffio l’ingresso ai play off per la salita in Eccellenza, e riportando quanto da lui detto su carta, qualcosa mi è sfuggito e qualcosa è stato reso in maniera lontana dalle intenzioni del tecnico.

Di seguito il virgolettato che lo stesso Sinclair ha concesso a Rugbymeet, stavolta in inglese, a chiarimento di quanto non perfettamente riportato in precedenza.

-          L’arrivo e il successivo inserimento dei 11 nuovi giocatori in rosa ha portato il totale oltre le 40 unità e  deve intendersi come un importante potenziamento della squadra. Il termine “poco soddisfacente” riferito alla situazione che ho ereditato arrivando a Colorno deve intendersi come”poco conosciuta”, senza alcuna valutazione di merito.

-          Ho avuto modo, in questo mio primo anno presso il club di Colorno, di apprezzare l’alto livello di organizzazione e la qualità complessiva del lavoro della dirigenza. Fattori che hanno facilitato il mio lavoro nel segno della serenità e della sicurezza.

-          È vero che ho cercato di proporre e di trasmettere un tipo di approccio alla gara e alla preparazione diverso. Tengo però a precisare che il livello da cui sono partito, grazie alla piattaforma di rugby che ho trovato, non è stato certo un “livello zero”. Con un tale termine mi riferivo al nuovo progetto, che ovviamente partiva da zero. Non siamo partiti da un livello basso. Ma dalle basi del gioco. La mia visione del rugby è costruita partendo dalla base e dalla corretta esecuzione delle skills.  

-          Quando ho fatto cenno al fattore mentale  mi riferivo all’eredità delle due semifinali disputate, che sono state motivo di importante esperienza per tutto il gruppo. Il nostro obiettivo è amministrare e governare meglio la pressione, non certo cercare di evitarla. Bisogna imparare a non trascinarci i fantasmi del passato e lasciare che abbiano il sopravvento.