Arthur Conan Doyle: il rugby in un'opera con Sherlock Holmes
Il padre del romanzo giallo, assieme ad Edgar Allan Poe. Metà inglese, metà irlandese, nato in Scozia. Arthur Conan Doyle aveva tutti gli elementi per farsi amare nel Regno Unito, in barba ai conflitti nazionali. Ecco perchè il suo Sherlock Holmes ha saputo rompere le barriere britanniche, entrando nel cuore dei grandi appassionati del romanzo giallo. E non ditelo agli inglesi, ma il gran detective del 221B di Baker Street è ispirato ad un professore scozzese che Conan Doyle conobbe alla facoltà di medicina dell'Università di Edimburgo. Il suo nome era Joseph Bell.
Nella sua carriera fu anche giornalista sportivo! Nel 1908 lavorava come corrispondente per il Daily Mail, in occasione delle Olimpiadi di Londra. Uno dei pezzi più celebri, da lui redatti, fu quello in cui commentava la storica squalifica del maratoneta italiano Dorando Pietri, che tagliò il traguardo del White City Stadium... sorretto dai giudici di gara. E Doyle non potè che ammirare il sacrificio di Pietri, giunto primo... ma giudicato ultimo: "La grande impresa dell'italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici".
A riguardo si raccontano varie leggende: quella secondo cui Doyle avrebbe fatto una colletta, e raccolto 300 sterline per l'atleta italiano (fatto realmente accaduto), e quella secondo cui Doyle fu tra le persone che aiutarono Pietri a tagliare il traguardo (fatto presunto, mai confermato).
Nella sua vita non si limitò a parlare soltanto di sport... ma lo praticò anche. Tra cricket, pugilato, golf e rugby... trovò il suo pane proprio nella palla ovale. Lo praticò al liceo, ma anche durante l'Università, giocando per la Edinburgh Medical School. Era talmente appassionato di rugby che viaggiò in lungo e in largo, tra Sudafrica, Nuova Zelanda, Francia e Australia per vedere partite. Lo riteneva in assoluto il miglior sport collettivo.
E il rugby divenne anche parte delle sue opere letterarie. Perchè il buon Sherlock Holmes, tra le sue 56 apparizioni letterarie, ha trovato il tempo di risolvere anche il caso di un trequartista scomparso. È l'agosto del 1904, quando Doyle pubblica il racconto L'avventura del giocatore scomparso, che verrà inserito nella raccolta Il ritorno di Sherlock Holmes.
La storia narra di un tale Cyril Overton, che incarica il buon Sherlock di trovare il trequartista della squadra di rugby di Cambridge Godfrey Staunton. Senza di lui, lo storico match universitario verrà vinto dalla squadra di Oxford.
Ma il rugby non trovò spazio soltanto nelle opere di Sherlock Holmes. Lo scrittore citò la palla ovale in altre occasioni: ad esempio, nel 1890, inserì il commento di una partita di rugby nel lavoro The Firm of Girldestone, mentre nel racconto The Adventure of Sussex Vampire viene affermato che Watson abbia giocato come ala nella squadra del Blackheath.
Foto Notte di Fiaba