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Andrea Rinaldo non ce l'ha fatta a diventare presidente di World Rugby. Anzi, ha subito una sonora sconfitta nell'elezione tenuta giovedì 14 novembre a Dublino. Peccato. Ci ha provato e gli rimarrà l'orgoglio di essere stato il primo italiano candidato alla carica più importante del rugby mondiale. Il nuovo numero uno della federazione internazionale è l'australiano Brett Robinson, 54 anni, primo presidente dell'emisfero Sud. Succede a Bill Beamont, ma l'Inghilterra conserva una posizione di rilievo perché Jonathan Webb è stato eletto vice presidente con 23 voti, contro i 1 del rivale più vicino. Una conseguenza dell'alleanza fra i due Paesi, visto che erano stati gli inglesi a presentare la candidatura di Robinson e sono stati determinanti, probabilmente, per portare i voti decisivi "spaccando" l'elettorato del Sei Nazioni e dell'emisfero Nord.

La sconfitta di Rinaldo

Rinaldo, 70 anni, professore universitario, è uscito subito di scena. Ha ricevuto solo 9 voti al primo turno, contro i 22 di Robinson e i 21 del francese Abdelatif Benazzi, il terzo candidato. Per lui hanno votato solo Italia (3 voti), Irlanda che aveva presentato la sua candidatura (3) e una terza nazione di Tier 1 (3), oppure tre nazioni di Tier 2 (1 a testa), oppure una federazione continentale e una nazione di Tier 2. Troppo poco per andare al ballottaggio. E troppo poco, sinceramente, rispetto alle previsioni italiane della vigilia che davano i tre candidati abbastanza vicini. Rinaldo è stato più che doppiato come consensi dagli altri. Questo significa che la campagna elettorale per lui, nonché il giro del mondo fatto per sostenerla (la candidatura è stata lanciata dal Giappone durante il tour estivo dell'Italia) non ha dato frutti. Oppure, pensano i più maliziosi, Rinaldo è caduto nel tranello dell'Irlanda che, non avendo un suo candidato, ha mandato allo sbaraglio l'italiano per poi incassare l'elezione nel direttivo di un suo esponente.

Il ballottaggio

Nel ballottaggio successivo all'eliminazione Robinson ha raccolto 27 voti e Benazzi 25, quindi ha vinto di un'incollatura. Decisiva la rottura del fronte sostenitore di Rinaldo. Di quei 9 voti 5 sono andati a Robinson e 4 Benazzi, questi significa che Italia e Irlanda hanno votato un candidato diverso, altrimenti i loro 6 voti complessivi (3+3) avrebbero fatto vincere Benazzi portandolo a 27 (21+6), o avrebbero portato Robinson a 28 (22+6). Cosa è successo? Sarà interessante l'analisi del voto.

Il nuovo direttivo

L'unica rimasta a bocca asciutta di quel fronte è quindi l'Italia. Perché, come detto l'Irlanda, ha incassato l'elezione nel direttivo di Susan Carty con 46 voti per le Federazioni di alta performance dell'emisfero Nord, insieme all'inglese Jonathan Webb con 29, escluso il gallese Richard Collier-Keywood con 24. Per le Federazioni di alta performance dell'emisfero Sud eletti Mark Alexander (Sudafrica) con 34 e Bart Campbell (Nuova Zelanda) con 31, sconfitti John Eales (Australia) con 19 e Agustin Pichot (Argentina) con 18. Per Federazioni non di alta performance eletta Sally Dennis (Canada). Per le Federazioni continentali eletto Herbert Menash (Rugby Africa) con 21. Questi 6 dirigenti più il presidente fanno parte del nuovo direttivo insieme ad altri 7 membri: il direttore generale di World Rugby, il presidente di EvenCo, 3 indipendenti e 2 rappresentanti dei giocatori.