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A pochi giorni dalla bella vittoria (le vittorie lo sono tutte, per definizione) dell’Italia di O’Shea a Catania sulle Isole Fiji, abbiamo sentito Orazio Arancio, indimenticata terza linea di Benetton, Milan, Amatori e Nazionale, oggi presidente del Comitato regionale siciliano della Fir e membro in quota tecnici del consiglio nazionale del Coni, che è stato anima e motore della macchina che ha organizzato l’evento.

∙         Come è andata?

-          Direi bene. Anche se non amo dare giudizi o esprimere valutazioni su operazioni cui ho preso parte in prima persona. Preferisco che i voti siano gli altri a darceli. Posso solo assicurare che si è trattato di un lavoro veramente improbo, portato avanti grazie a un pattuglia di collaboratori competente e motivata, che ha portato a termine il proprio compito con una disponibilità di risorse che definirei… contenuta. Molto contenuta.

∙         Sponsor e contributi pubblici ne avete avuti?

-          Abbiamo destinato le somme messe a disposizione dagli sponsor privati locali per l’acquisto di circa 2mila e 500 biglietti che poi abbiamo distribuito nelle scuole di tutta l’isola. La Regione ha garantito un contributo a sostegno della manifestazione pari a quello del comune di Brescia, la città con cui siamo stati in gara fino all’ultimo.

∙         Massimino non esaurito. Quanto spettatori sulle tribune?

-          I tagliandi venduti sono stati quasi 13 mila a cui va aggiunta quella quota, dalle nostre parti fisiologica, di omaggi e di entrate gratuite…

∙         In totale fa?

-          Quasi15 mila presenze, dato confermato dalla questura. L’obiettivo era superare quota 10.000, gli amici del Calcio Catania pensavano che non ci saremmo riusciti. Non era una sfida né una scommessa, ma esserci riusciti è un fatto che ci riempie di orgoglio.

∙         Le curve mezze vuote per un’Italia che torna nell’isola dopo 23 anni, non è una mezza delusione?

-          Solo agli occhi di un’opinione pubblica che poco conosce la realtà siciliana. E non mi riferisco solo alle condizioni economiche in cui versa una gran parte della popolazione, per la quale biglietti da 15 a 50 euro non erano di certo abbordabili. È giusto ricordare che in Sicilia i tesserati sono poco più di 3mila, un numero lontano da quello di altre regioni rugbisticamente più evolute e purtroppo, almeno per ora, non abbiamo squadre nelle due prime divisioni nazionali e quanto ai 23 anni di assenza della Nazionale….

∙         Qualcosa da aggiungere?

-          Più che altro da precisare. Una tale assenza, in regioni “affamate” di rugby come il il Veneto o la Lombardia, avrebbe sicuramente funzionato da moltiplicatore dell’attenzione intorno all’evento, da noi, paradossalmente, ha prodotto un effetto contrario. La Nazionale mancava da così tanto tempo che sene era assopita la memoria.

∙         Poca pubblicità?

-      Si in ragione delle risorse purtroppo non sufficienti… Qualche municipalità ci ha concesso le affissioni gratuite, altre no. Comprare paginate sui quotidiani locali, neanche a parlarne. Ha funzionato il tam tam, la rete di conoscenze dirette, l’eco che gli appassionati sono riusciti a suscitare e ad alimentare. Certo, sono fra quanti avevano sognato sold out, ma una cosa è sognare in grande, altro è realizzare i propri sogni...

∙         Missione compiuta, dunque?

-          Si, con grande fatica e a costo di notevoli sacrifici ma pienamente soddisfatto il feedback che viene dal movimento e dalla città è assolutamente positivo e mi ripaga di tutto.

∙         Peccato per il caso Lo Cicero

-          Ringrazio Rugbymeet per la possibilità che mi concede di fare chiarezza una volta per tutte su una faccenda che qualcuno ha mal ricostruito e peggio raccontato. Lo faccio innanzitutto a tutela del mio buon nome e dell’organizzazione che rappresento. Oltre che, ovviamente, per amore di verità.

∙         Ha la parola, proceda…

-          Tutto nasce da una telefonata di Lo Cicero in ottobre, nel corso della mi chiede l’acquisto di due biglietti aerei, per lui e la compagna e 5 biglietti d’ingresso per la sua famiglia.

∙         Reazione alla telefonata?

-          Di stupore, che altro? Da un ex compagno di Nazionale ma sopratutto da un catanese non dico; che mi sarei aspettato i complimenti per esser riuscito a riportare la Nazionale a Catania ma una telefonata a sostegno dell’iniziativa si. Di certo, mai e poi mai, mi sarei aspettato una simile pretesa. Risposi che per i biglietti d’ingresso non c'era alcun problema mentre per quelli aerei dissi chiaramente che non lo avrei accontentato, innanzitutto perché Catania è la sua città e poi perché ero in grossa difficoltà ed il contributo degli sponsor siciliani sarebbe stato, come promesso, interamente utilizzato per l’acquisto dei biglietti da omaggiare alle scuole. Scelta che rifarei ancora!

∙         Secondo atto?

-          A ridosso della partita ricevo su whatsapp un suo messaggio vocale carico di insulti, che ometto di ripetere, verso la federazione, la città e la mia persona tutti rei di non essere stati capaci di reperire una “virgola” di sponsor per pagare un biglietto aereo e che questo è per lui inammissibile. Ho tentato di farlo ragionare….ma la cosa è degenerata...

∙         Poi è arrivata l’intervista sulla Gazzetta…

-          Che tengo subito a precisare fortemente richiesta e voluta da Lo Cicero è non certo da me, che non ne avevo neanche il tempo, occupato come ero nell'organizzazione della partita. Sono stato contattato ed ho spiegato come erano andate le cose, con tanto di prove, la Gazzetta può confermare. Su questa vicenda, essere stato accusato di disonestà mi ha ferito molto, tanto che sto seriamente valutando la possibilità di adire per vie legali per diffamazione.

∙         E la coda al botteghino…

-          Mi dispiace che una personalità del suo calibro abbia dovuto aspettare ben 6 minuti. Come detto non tutto è andato come avrei voluto...

∙         Concludendo?

-          Cito solo l’amico Fabio Ongaro venuto con la famiglia da Treviso senza nulla chiedere solo per il piacere di esserci…. Questione di stile! Nella vita bisogna imparare anche a saper dare senza chiedere nulla in cambio soprattutto a chi ti ha dato tanto...Lo Cicero resta uno dei giocatori più forti della storia del rugby italiano ed è orgoglio siciliano, per quello che mi riguarda la questione termina qui se non costretto a tornarci sopra con la pubblicazione delle prove.

 

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