x

x

C’è chi la chiama dietrologia, chi semplicemente mancanza di linearità. Non proprio disonestà intellettuale, quasi. Ma è un fatto che viviamo in un paese dove risulta molto più facile armare polemiche e inventarsi scenari nascosti, piuttosto che prendere atto di realtà che, spesso, sono esattamente ciò che sembrano. Il caso di Simone Favaro si inserisce perfettamente in questa deriva. Parliamo del miglior flanker di cui oggi disponga il rugby italiano, un punto di forza per il suo reparto, per il pacchetto e, non è azzardo ma presa d’atto sulla base di quanto visto negli anni, per la Nazionale intesa come squadra e massima espressione del movimento. Dopo Rovigo, Parma, Aironi, Benetton e Glasgow Warriors, Simone Favaro decide di entrare a far parte della squadra della Polizia di Stato, Gruppo sportivo Fiamme Oro, campionato di Eccellenza. Apriti cielo!. “Si è trattato della conclusione di un percorso che avevo progettato da tempo” spiega il diretto interessato. “E che si è compiuto con un anno di anticipo rispetto a quanto avevo previsto e programmato. Tutto qui. Parteciperò al concorso (primi mesi del 2018, ndr) per entrare in Polizia perché diventare parte della Polizia di Stato è esattamente ciò che voglio per il mio futuro, per la mia vita dopo lo sport”.

  • E l’anno di anticipo a cosa è dovuto?
  • Al fatto che alcune soluzioni che sembravano sul punto di concretizzarsi, semplicemente, non sono andate in porto.
  • Il mancato rinnovo con Glasgow?
  • Con loro mi sono lasciato molto bene. La società e la federazione hanno fatto scelte orientate a valorizzare i giovani scozzesi, il nuovo allenatore ha preferito un neozelandese nel mio ruolo, un ragazzo che potrà diventare eleggibile per la Scozia. Niente di clamoroso, sono le regole del rugby di alto livello.
  • E lo Stade Français?
  • È una delle soluzioni di cui parlavo e su cui abbiamo lavorato. Problemi di nazionalità, mi è stato spiegato. E della quota stranieri completata e orientata verso altri ruoli. In Top 14 vigono regole molto restrittive, se metti su una rosa “storta” non solo paghi multe salate ma ci rimetti anche punti in classifica.
  • E Treviso?
  • Fra le soluzioni era quella che ovviamente mi stava più a cuore. Sarebbe stato un tornare alle origini, nel club dove mi sono formato e nella città in cui sono nato. Ma la rosa era già al completo, con un numero di terze linee davvero elevato. Budget esaurito, scelte già fatte.
  • A quel punto…
  • A quel punto ho preso atto della realtà e ho anticipato di un anno la mia decisione di entrare in Polizia. Per adesso come giocatore di rugby, in futuro come poliziotto.
  • Un rugbista che pensa ancora alla Nazionale?
  • Ovviamente sì. Vestire la maglia azzurra è l’obiettivo di chiunque pratichi uno sport in maniera seria. Io so di aver sempre dato il massimo sul campo, continuerò a farlo. E se meriterò di essere chiamato per i Test match di novembre, per il Sei Nazioni e per i Mondiali in Giappone… mi chiameranno, in caso contrario no. Credo nella meritocrazia e credo che fare bene il proprio lavoro sia attività profondamente etica. Non mi aspetto regali, conosco le regole e continuerò a rispettarle.
  • Condizioni fisiche?
  • Buone, ottime. Giocare a rugby comporta qualche prezzo da pagare. Qualche colpo l'ho preso, qualche altro l'ho dato. 
  • Alle FFOO troverà Gianluca Guidi come allenatore…
  • Lo conosco molto bene, l’ho avuto nei 2 anni di Accademia, in Nazionale giovanile e con l’Italia A. Non credo avremo problemi a capirci e a collaborare, lui mi conosce, io so come lavora e cosa pretende dai suoi giocatori.
  • Molti pronostici davano le Fiamme in corsa per un posto nei play off, ora con Favaro in terza linea la semifinale diventa molto più vicina…
  • Eviterei di metterla su questo piano. Il rugby è uno sport di squadra, il campionato di Eccellenza si annuncia tutt’altro che scontato. Ovvio che i traguardi prestigiosi alimentino le motivazioni e le aspettative, ma l’ultima parola è sempre del campo.
  • A Roma abiterà in caserma, perché questa scelta?
  • Perché le cose, per capirle, bisogna prima conoscerle. E per conoscerle bisogna viverci a stretto contatto, far parte del contesto, acquisire il massimo di informazioni, esserci dentro. Non farsele raccontare. Ho deciso di fare della Polizia di Stato la mia dimensione di vita, prima in campo, poi all’interno di ambiti operativi certamente differenti. Ma ci sono regole comuni che occorre, prima di tutto, conoscere a fondo, rapporti interpersonali da curare, gerarchie da rispettare, comportamenti da acquisire. Uno stile da apprendere e fare proprio. E per portare a termine in maniera soddisfacente questi passaggi che tutto sono tranne che semplici e scontati, trovo che l’ideale sia viverli da dentro.
  • Cosa si sente di dire ai tanti tifosi che hanno affollato le bacheche virtuali dei social, scandalizzati dal fatto che Simone Favaro sia finito a giocare in Eccellenza?
  • Che il rugby italiano ha bisogno di tante cose, sicuramente non delle polemiche. Che se davvero amano il rugby italiano, attaccare la federazione non mi pare scelta particolarmente utile né sensata. Che sono qui perché ho scelto di fare ciò che ho ritenuto fosse la cosa migliore da fare per me.


Foto Elena Barbini