Il 27 maggio, dopo 15 anni, rinasce la Lega Rugby dei Club
Le 9 società la costituiranno davanti al notaio a Viadana. Obiettivi: campionato da migliorare e dialogo con la Fir
Stavolta sembra quella buona per la rinascita della lega dei club di rugby. Strumento fondamentale del funzionamento dei campionati in altri sport (basket e volley su tutti), o all'estero (Top 14, Premiership). Nel rugby italiano invece ha sempre fatto fatica ad attecchire. Così a 15 anni dalla scomparsa della Lire (Lega Italiana Rugby d'Eccellenza) nel 2009 ci riprova la Lega Rugby (Lr). I presidenti dei nove club di serie A Elite si sono dati appuntamento a lunedì 27 maggio a Viadana per costituirla legalmente davanti al notaio. Una settimana prima della finale scudetto di Parma fra Viadana e Petrarca Padova.
Dal coordinamento alla Lega Rugby
La notizia è data dal “Gazzettino”, a firma Ivan Malfatto, in un articolo apparso sull'edizione odierna che dice: «Appuntamento lunedì 27 maggio davanti al notaio, a Viadana in azienda dal presidente Giulio Arletti, per firmare tutti insieme e far rinasce la lega dei club di rugby di Serie A Elite. La notizia è di quelle forti e importanti per il movimento ovale italiano. Dopo una stagione dove le nove società di Serie A Elite, fra mille difficoltà, si sono unite in un coordinamento per dialogare con la Federazione Italiana Rugby e migliorare il campionato, ora compiono il passo successivo. Fanno rinascere un vera Lega Rugby (si chiamerà proprio e semplicemente così). Per continuare in maniera più strutturata il lavoro in vista della stagione a dieci squadre 2024/25».
Più dialogo che conflitto con la Fir
In Italia, per la debolezza economica, strutturale e comunicativa dei club rispetto alla FIR, una lega deve essere più di dialogo che di conflitto con la Federazione, più associazione di categoria che propone piuttosto che sindacato che rivendica. L'importante è che i club restino uniti, si diano una struttura operativa e sostengano proposte comuni da fare alla Federazione per migliorare sempre di più il campionato. Come ha fatto in questi mesi il coordinamento delle società, di cui è stato nominato portavoce Roberto Manghi.
Sede, struttura e capitali iniziale
«I mesi di attività del coordinamento - continua il Gazzettino - hanno ottenuto l'obiettivo di riportare il campionato a 10 squadre. E di far ripristinare, sembra, la Coppa Italia con atleti Under 23 e allargata a club di serie A1. La Lega Rugby proseguirà il lavoro. È stato predisposto uno statuto in base al quale oltre ai fondatori potranno entrare altri club. Bisogna dotare l'associazione di sede, struttura e capitale iniziale; decidere se sarà ancora il portavoce Roberto Manghi l'uomo guida; trovare un title sponsor per il campionato (Marco Aloi, il direttore "fantasma" del torneo, non l'ha fatto); compiere tanti altri passi».
Le parole di Quesada da realizzare
La Lega Rugby può essere lo strumento adatto per incalzare la Federazione a realizzare quanto detto dal ct azzurro Gonzalo Quesada al "Battaglini" in occasione di Rovigo-Petrarca: «I club nei paesi latini come l'Italia sono il cuore del movimento. Il modello misto fra campionato e franchigie professionistiche può funzionare bene per entrambi». Inoltre in piena campagna elettorale per la presidenza Fir può diventare un collettore di consensi politici.
Una lega dei club nel rugby italiano manca dal 2009. Quando l'uscita di Treviso, Calvisano e Capitolina fece chiudere i battenti alla Lire, che dal 2002 prima sotto la guida di Roberto Ghiretti, poi di altri dirigenti, aveva fatto crescere il campionato a livello mai più visto in seguito, con l'avvento della Celtic League-Urc.