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A 16 anni partì dalla Sicilia per andare a Viadana dove esordì in prima squadra, in Coppa Italia, nella stagione del suo 20esimo compleanno. L’anno dopo l’esordio anche in Super10 sempre con i gialloneri. Nel 2010 Roberto Santamaria è passato agli Aironi (ex franchigia italiana sostituita dalle Zebre causa fallimento) dove giocò 29 partite, occasionalmente come capitano. Poi la parentesi in Inghilterra al Donchaster in Championship e il ritorno in Italia tra Viadana, Benetton Treviso ed ora il Petrarca Padova che, dopo lo scudetto dello scorso anno si trova a giocare la semifinale scudetto di ritorno domenica al Battaglini di Rovigo. Una stagione particolare questa di Roberto Santamaria (32 anni), un campionato che lo ha visto dividersi nel ruolo di giocatore del Petrarca Rugby in Top12 e allenatore del Rugby Casale in Serie B ottenendo al suo primo anno da Head Coach la promozione in Serie A. A metà stagione le mansioni di Santamaria sono triplicate quando, dopo l’esonero dell’allenatore della mischia padovana Augusto Allori, gli è stata affidata anche la guida tecnica del reparto degli avanti assieme a Michele Rizzo e Alberto Saccardo.

Tallonatore del Petrarca e allenatore del Casale, raccontaci della tua esperienza in questo doppio ruolo in due squadre diverse.
“È stata una scelta presa anche per questioni logistiche perché, abitando a Treviso, Casale è di strada, lì avevo già iniziato con il settore giovanile l’anno scorso, è stato giusto continuare. Il Petrarca mi ha aiutato dando subito la disponibilità per continuare a coltivare la mia altra passione che è anche quella di allenare. È stata una stagione molto dura, ma da entrambe le parti i frutti si sono visti.”

Ad un certo punto della stagione assieme a Rizzo e Saccardo sei diventato l’allenatore della mischia del Petrarca, quindi un triplo ruolo…
“Dopo l’esonero di Allori ci è stato chiesto di allenare e nessuno di noi tre si è tirato indietro. Con le nostre conoscenze abbiamo trascinato la squadra nella seconda parte del campionato e stiamo cercando di arrivare al meglio alla partita di domenica. Non sono stato particolarmente contento della situazione, qualcosa non è andato bene e, purtroppo, a pagare è stata una persona ma non è detto che sia stata colpa sua, perché le colpe non sono di un singolo ma del collettivo. Assieme a Michele e Alberto ci siamo rimboccati le maniche e stiamo facendo il possibile per ottenere il massimo dalla stagione. Per la mia crescita personale come allenatore è sicuramente una grande esperienza.”

Una tua valutazione sul pareggio del Plebiscito e un occhio alla semifinale del Battaglini.
“Sappiamo che Rovigo sta giocando un ottimo rugby ed è una squadra molto performante. La nostra bravura è stata quella di averci creduto fino alla fine recuperando il risultato (10-10), sappiamo di non aver fatto una buona partita all’andata, la cosa deve esserci di stimolo per andare domenica al Battaglini a vincere. Partiamo da 0-0.”

Torniamo al Casale, che campionato è stato quello di Serie B?
“In campionato abbiamo affrontato molte partite impegnative, il girone veneto è tra i più duri d’Italia. Quest’anno sono arrivate squadre che non c’erano l’anno prima come il Bologna che ha fatto un ottimo campionato, il livello medio delle squadre è buono. Il gruppo dei ragazzi del Casale è stato incredibile, anche il gioco espresso in campo è stato molto buono, in sostanza è stata una promozione meritata perché chi è sceso in campo ha sempre avuto l’atteggiamento giusto e penso che debbano essere soddisfatti del lavoro fatto in questa stagione.”

L’anno prossimo che strada prenderai?
“Adesso è tutto in stand-by perché probabilmente sarà la mia ultima stagione da giocatore e quando finirà il campionato incomincerò a pensarci. Voglio godermi gli ultimi minuti in campo, e visto che la promozione con il Casale è stata ottenuta, mi resta solo la semifinale scudetto che cercherò di vivere al meglio.”

 

 

Il programma delle semifinali di Top12 

Fotovale - Elena Barbini