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Lo stop dei campionati, l’impossibilità di allenarsi, lo stare chiusi nella propria abitazione, sommato al silenzio federale, solleva da parte di tutti i club del massimo campionati italiano di TOP12 un inconsueto nervosismo. Mentre nel Regno Unito tutti i campionati al di sotto di Premiership e PRO14 sono stati definitivamente sospesi in Italia tardano ad arrivare risposte. L'ultimo comunicato ufficiale rilasciato da FIR risale al 9 marzo scorso e riporta la sospensione di tutte le attività fino al 3 aprile, lasciando spazio alla possibilità di riprendere il 18 aprile (ultima data utile per riprendere “regolarmente” il campionato) fino al 20 giugno, per poi disputare eventualmente le semifinali il 27 e infine la finale, l’11 luglio (fasi finali con gara unica da giocarsi in casa della squadra meglio classificata).

 

Annullamento o ripresa del campionato? Nei giorni scorsi Rugbymeet ha raccolto una serie di interviste ai dirigenti del TOP12: Viadana, Lyons, San Donà e Colorno hanno dichiarato con una certa fermezza l’intenzione di non voler proseguire, spinti soprattutto dalla vicinanza geografica alle zone più colpite dal Coronavirus. Dall’altra parte Rovigo, Calvisano e Valorugby sono pronte a valutare eventuali ipotesi di proseguimento a porte chiuse e/o con formule playoff.

 

Il presidente del Rugby Viadana, Giulio Arletti, dalle pagine della Libertà: “la situazione non si risolverà in tre settimane e se qualcuno ha ripreso gli allenamenti, noi non lo faremo, è troppo rischioso.” Guido Pattarini, presidente dei Lyons Piacenza, ha sottolineato che la società piacentina “non intende mettere a rischio la salute dei propri tesserati; ribadendo l'impossibilità di riprendere il campionato”.

 

L’allenatore del Rugby Calvisano campione d’Italia in carica Massimo Brunello: “la situazione è complicata e cambia ogni giorno - commenta dal Giornale di Brescia -. L'ideale sarebbe poter finire il Top12, riprendendo da dove l'avevamo lasciato. Però ci sono tante variabili da prendere in considerazione, una delle quali è il fatto che ormai non giochiamo da più di mese (l'ultima partita è stata disputata il 15 febbraio). Già ora, per rimettere tutti in forma servirebbero tre o quattro settimane. Ma solo dal momento in cui si potesse tornare ad allenarsi a pieno regime.”

“Diciamo che si potrebbe giocare il 9 o il 10 maggio, nel caso ricominciassimo a lavorare dopo Pasqua - continua Brunello -. Il che vorrebbe dire finire il campionato a metà luglio, magari giocando la sera, per evitare il caldo. È una soluzione possibile, per questo io aspetterei ancora un po' di prima di prendere una decisione.”

 

Spostiamo il focus dal punto di vista atletico. L’ultimo decreto governativo ha impedito anche la possibilità di poter fare del jogging individuale o a gruppi nel parco sotto casa. Addio quindi programmi di atletica che includevano la corsa. Rimane il fitness tra le mura di casa o nel giardino. Situazione abbastanza complicata da gestire per gli atleti.

Da il suo parere Cristiano Durante, il preparatore atletico del Rugby Calvisano: “non mi pare ci siano le condizioni per poter riprendere a giocare, sotto tutti i punti di vista: siamo in piena emergenza, a Brescia forse lo viviamo in modo particolare, da altre parti probabilmente hanno una percezione diversa. Possiamo pensare di allenarci e giocare senza assistenza medica, senza il rischio di infortuni? Chi se la sente oggi di presentarsi a un pronto soccorso per un incidente di gioco, un naso rotto, un trauma cranico? O di chiedere a un medico di lasciare il lavoro per venire a una partita? - si chiede Durante dal Giornale di Brescia -. Sotto il profilo tecnico, poi, parliamo di atleti che negli ultimi tempi sono stati costretti a un'inattività quasi assoluta, cosa che non succede praticamente mai, neanche d'estate. Qui c'è gente che è stata obbligata a stare per giorni e giorni chiusa in casa. Tanti hanno la testa altrove.”

 

Le federazioni di Francia e Irlanda hanno già annunciato lo stanziamento di contributi destinati ai propri club per aiutarli ad affrontare la crisi legata alla sospensione forzata. A breve, forse addirittura oggi, sono attese le prime risposte di Fir ai club.

 

Foto Francesca Pone