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Come ogni anno Rugbymeet va a stilare la squadra ideale della stagione di Top10. Stilato il miglior XV selezionando il miglior giocatore per ruolo tra gli oltre 350 atleti scesi in campo nel massimo campionato domestico.

In una stagione sicuramente difficoltosa per via delle problematiche covid, tra rinvii dell’ultim’ora, giocatori indisponibili per mesi, quarantene e difficoltà logistiche il campionato è stato portato a termine con uno splendido ed appassionante epilogo nella finale del Plebiscito. Rovigo e Petrarca, le protagoniste indiscusse della stagione, regalano al Best XV 5 giocatori a testa, Calvisano terzo classificato 3, uno a testa per Valorugby e Viadana. Diamo però un occhio di riguardo anche alle doverose menzioni.
Ecco il XV ideale della stagione appena conclusa.

 

Il BEST XV DI TOP10 2020/21:

 

15. Scott Lyle (Petrarca): Di gran lunga il miglior estremo e lo straniero che più ha  fatto la differenza in questo campionato. Lyle è stata un pò la sorpresa, arrivato dal San Donà in un contesto come Petrarca si è espresso alla grande al di là della sicurezza dietro e della consistenza del suo gioco al piede. Menzione per il sudafricano Jaco Van Tonder (Colorno) con i suoi 1360 minuti giocati a un ottimo livello.

 

14. Alessandro Ciofani (Viadana): Ha tutte le qualità di un’ala moderna, è un giocatore fisco, veloce e possiede una dote da finisher fondamentale per meritarsi la nostra nomination, le 15 mete sono il manifesto di una stagione da incorniciare per l’abruzzese. Deve migliorare nel gioco aereo. La prossima stagione vestirà il rosso blu di Rovigo.

 

13. Damiano Mazza (Calvisano): Trequarti centro molto fisico, una vera spina nel fianco per ogni linea dei trequarti avversaria. In difesa è solido e molto attento. Nonostante la giovane età è stato un riferimento nella linea difensiva del Calvisano.

 

12. Diego Antl (Rovigo): Uno dei migliori giocatori dell’anno. Duttile, in grado di fare la differenza sia da primo centro, che da apertura e da estremo. Lo posizioniamo a 12 perché è il ruolo in cui si sa esprimere meglio. L’argentino è un giocatore intelligente, creativo e solido in difesa. Dopo diverse stagioni in Serie A con il Brescia è oggi completo e maturo. L’anno prossimo lo vedremo con il Valorugby Emilia.

 

11. Marco Capraro (Petrarca): Un giocatore che ha raccolto molto poco rispetto alle sue effettive qualità a causa di ripetuti infortuni. Questa stagione ha finalmente trovato una certa continuità segnando mete e facendo spesso la differenza palla in mano. Purtroppo per il Petrarca è stato il grande assente della finalissima. Menzione per il compagno di squadra Tommaso Coppo (Petrarca).

 

10. Luciano Rodriguez (Valorugby): Le sconfitte del Reggio hanno quasi sempre coinciso con la sua assenza. La sua presenza in campo è fondamentale, trasmette tranquillità, sa fare giocare la squadra in attacco come pochi. Noti a tutti i suoi limiti in difesa. Menzione per il giovane Luca Zini (Petrarca) autore di una ottima stagione.

 

9. Tito Tebaldi (Petrarca): Semplicemente è un giocatore di un altro livello e lo ha dimostrato. Probabilmente appartiene ancora ai palcoscenici internazionali nonostante sia uno dei “vecchietti” del campionato. Menzione doverosa per l’elettrico e giovanissimo Manfredi Albanese (Calvisano), per lui si prospetta un futuro in una delle franchigie.

 

 

8. Samuela Vunisa (Calvisano): Nonostante non sia più agile come qualche anno fa è in grado di fare la differenza con una semplice ripartenza o un semplicissimo (per lui) offload. Ci vogliono sempre almeno due uomini per rallentarlo. Menzione per Casado Sandri (Viadana), tanto lavoro e doti da leader in un Viadana mai domo.

 

7. Lorenzo Cannone (Petrarca): Giovanissimo, un predestinato come prima di lui lo sono stati Lamaro o Garbisi. In questo campionato non ha disatteso le aspettative dimostrandosi un grande lavoratore nei punti d’incontro e un ottimo placcatore. Menzione per Duccio Cosi (Viadana), giocatore molto intelligente, il link perfetto a livello difensivo con i trequarti, bravo in touche.

 

6. Davide Ruggeri (Rovigo): estremamente fisico, buon portatore di palla, ha del grande potenziale per migliorare ulteriormente. Il Man of the match della finale ha disputato una stagione in crescendo, sentiremo parlare di lui. Menzione per Nardo Casolari (Calvisano) autore di una stagione da protagonista, lo vedremo con la maglia del Petrarca.

 

5. Andrea Zambonin (Calvisano): il vincitore del Premio Sbrocco riservato al miglior giovane ha dimostrato una insolita maturità in touche per la sua età, una continuità di prestazione e una ottima attitudine al gioco anche in campo aperto. La prossima stagione farà il salto di categoria con le Zebre.

 

4. Matteo Canali (Rovigo): Seconda linea completo, un combattente ma con cervello. Strano non sia stato ancora selezionato a tempo pieno da Zebre o Treviso perché sicuramente pronto per un livello superiore. La prossima stagione lo vedremo a Padova. Menzione per Diego Galetto (Petrarca), argentino punto fermo del pack del Petrarca.

 

3. Etienne Swanepoel (Rovigo): Capisci il suo valore quando in campo non c’è. E’ il primo giocatore su cui puntare per costruire un panchetto di mischia forte. Da lui Rovigo ha costruito le basi per diventare il pacchetto di mischia più performante del campionato, non solo in chiusa.

 

2. Giacomo Nicotera (Rovigo): giocatore cresciuto molto da inizio stagione facendo registrare partita dopo partita un work rate altissimo e meritandosi la chiamata di Benetton come Permit Player. Meritevole di aver “rubato” il posto a Momberg risolvendo il problema di esubero di stranieri a Rovigo. Menzione per l’onnipresente Luhandré Luus (Valorugby), fisicità e attitudine al combattimento per il tallonatore sudafricano.

 

1. Damiano Borean (Petrarca): il prototipo del pilone moderno, dopo anni di gavetta con la Serie A del Petrarca ha dimostrato di meritarsi la nomination a suon di ottime prestazioni a tutto campo. Deve migliorare in chiusa, l’età è dalla sua. Menzione per la sorpresa Emanuele Leccioli (Rovigo), l’anno scorso giocava a Badia in Serie A, oggi è campione d’Italia da protagonista.

 

 

Miglior allenatore? Umberto Casellato perché al di là della vittoria di una finale in cui avrebbero sicuramente meritato sia Rovigo che Petrarca il trevigiano è l’unico allenatore degli ultimi 50 anni ad aver vinto lo scudetto con due squadre diverse. Entrambe le volte, prima con Mogliano poi con Rovigo, con meta all’80esimo assegnata dopo l’intervento del TMO.

 

 

 

 

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