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La sua squadra comanda il Peroni Top 10 imbattuta dopo le prime sei giornate, con il miglior attacco con 208 punti e miglior difesa (102). Stasera giocherà in casa il derby d'Italia contro i rivali di sempre. E domenica tornerà al Plebiscito nelle vesti di assistente del ct Alessandro Troncon, per il confronto internazionale tra l'Italia A e l'Uruguay.

 

E' una stagione quanto mai intensa per Andrea Marcato, 38 anni, alla quinta stagione da capo allenatore del Petrarca Padova. La società in cui è cresciuto e da dove ha spiccato il salto per una carriera di primo piano, che lo ha visto attraversare Treviso, la Nazionale (indimenticabile il suo drop con la Scozia al Flaminio nel 2008) e Calvisano prima di tornare all'ovile nelle vesti di tecnico, vincendo subito il tricolore nel 2018.

 

Petrarca imbattuto, come giudica questo primo blocco di partite? “Sicuramente siamo contenti, quando vinci sempre è tutto più facile e l'ambiente sereno. Sappiamo che il campionato è lungo, ci saranno alti e bassi, l'importante è trovare costanza di rendimento e affrontare le difficoltà nel modo giusto. Ci concentreremo su un match alla volta, con l'obiettivo di arrivare ai playoff al meglio. Siamo anche in un momento particolare, con tanti infortuni, che ci sta un po' frenando ma anche facendo riflettere sulla gestione dei giocatori, perché chi ha dovuto giocare sempre ha già un minutaggio elevato e ci serve fare rotazione”.

 

Tanti risultati hanno sorpreso, è un campionato più equilibrato? “Penso di sì. E' un Top 10 un po' più equilibrato perché chi è più indietro in classifica si sta esprimendo bene, nessuno regala niente. In realtà è successo così anche l'anno scorso all'inizio, poi però sul lungo periodo i valori sono emersi. Ma è vero che tutte le partite sono dure e piene di insidie, il che rende tutto più bello e interessante”.

 

Stasera grande derby a Padova, che partita sarà? “Sarà bello giocarlo di sera, in televisione e spero proprio sia un bello spettacolo. È un derby della VII giornata: ho sentito parlare di rivincita ma non lo è per niente. Loro hanno vinto la partita importante, in giugno. Ora è passato. Spero riusciremo ad arrivare in campo nelle migliori condizioni, per il resto non ho dubbi che giocheremo con lo stesso spirito di Calvisano. Ci aspettiamo un match fisico, conosciamo i loro punti forti e cercheremo metterli in crisi senza stravolgere il nostro stile di gioco”.

 

Sentite pressione o è più forte il desiderio di battere Rovigo? “Pressione proprio no, siamo consci di quello che vogliamo fare e nessuno ci ha messo il fiato sul collo. Ovviamente ce la mettiamo noi un po', a livello agonistico, perché vogliamo continuare su questa striscia positiva”.

 

Domenica al Plebiscito in altra veste, emozionato? “In verità oggi sono tutto concentrato sul derby, questa settimana d'accordo con il ct Troncon sono stato con la Nazionale A solo martedì e mercoledì. Ringrazio anche il Petrarca che mi ha dato possibilità di stare con l'Italia A due giorni in una settimana di campionato così importante. Li raggiungerò sabato, so che si stanno allenando con grande cura. Sarà una partita difficile, come con la Spagna. La vivrò con passione, come sempre”.

 

Come sta andando con la Nazionale A? “Per me è stata una gioia essere coinvolto in questo progetto, ringrazio sia la Fir, sia Troncon per avermi voluto nel suo staff, sia il Petrarca che ha dato il suo benestare. Vedo che c'è tanta dedizione e serietà, ripartire dopo anni è complesso ma c'è molta competenza dietro. Ho visto massima professionalità prima del match con la Spagna, per questo dico che è un progetto credibile. Mi ha ricordato molto l'impostazione di quando ho avuto la fortuna di giocare il Sei Nazioni.

 

Non sono mancate critiche dopo la partita di Madrid, vuole rispondere? “E' vero, abbiamo ricevuto diverse critiche, che possono anche starci ma penso che la gente non sappia bene quanta dedizione ci sia e quanto difficile sia comunque preparare match in quattro giorni. Penso che la risposta dovremo darla con l'Uruguay. Una Nazionale che si conosce bene, con sistemi chiari e rodati, sicuramente un passo avanti la Spagna. Abbiamo cambiato alcuni giocatori mantenendo una linea coerente, ce la giocheremo. Sicuramente vogliamo fare un passo in più, soprattutto sul punto d'incontro in cui a Madrid siamo stati deficitari”.

 

Quanti in Nazionale A possono puntare alla convocazione in Maggiore? “Credo che davvero tutti ne abbiano le possibilità. Ho visto da vicino tanti ragazzi che conoscevo poco, con qualità e fisico notevoli e che con il giusto percorso possono diventare risorse per la Maggiore. La Nazionale A può essere veramente una tappa importante per lo sviluppo dei nostri giocatori, aiutando anche i più giovani a lavorare subito a stretto contatto con i più esperti. Dovremo essere bravi a coltivare tutti questi talenti”.

 

 

 

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