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I cinque punti e il successo degli All Blacks a Buenos Aires fanno capire che c’è solo una squadra al comando del rugby mondiale. La Nuova Zelanda viene da un turno vinto, ma ha interrotto la striscia di vittorie consecutive a 10 perdendo a Wellington il 15 settembre contro il Sud Africa. Partita dominata nei primi 18 minuti e dove il Sud Africa sembrava già totalmente fuori, quando una meta di Dyantyi e soprattutto l’errore di Jordie Barrett, forse dovuto alla troppa sicurezza nei propri mezzi, regalando un’opportunità a Willie le Roux che va a segnare la seconda meta, riaprendo l’incontro. È stata una sconfitta dura, ma non così tanto per il loro morale, hanno saputo subito rialzarsi. Rieko Ioane è il punto fisso, due mete anche sabato, una su un pallone sporco di recupero dove il capitano pumas Agustin Creevy ha discusso con l’arbitro per una presunta ginocchiata ai danni di Delguy, il quale non è riuscito a mettere il pallone a disposizione perdendolo e lasciando segnare in campo aperto l’ala dei Blues, mentre la seconda meta arriva con una giocata al largo dove Ben Smith lo ha servito nel due contro uno e a lui è bastato prendere l’interno del difensore che arrivando lanciato non è riuscito a fermarlo. Trovando due ali come lui e Waisake Naholo tutto il gioco è reso più facile grazie a questi finalizzatori micidiali.

Oltre tutto è stato spostato Ryan Crotty al ruolo di secondo centro con il rientro di Sonny Bill Williams, il quale ha anche dichiarato che tornerà nel suo secondo mondo sportivo dopo il test a Roma contro gli azzurri, il pugilato. Hansen ha fatto girare molti giocatori in quel ruolo, ad aggiungersi a loro anche Laumape, Goodhue, Lienert-Brown o anche Jordie Barrett per favorire l’entrata dell’elettrico Damian McKenzie. Per sabato al Loftus Versfeld Stadium di Pretoria, casa dei Bulls, cambia per l’ennesima volta la coppia di centri. Stavolta ad accompagnare Williams c’è il giovane Goodhue dei Crusaders che ha appena giocato una stagione fantastica in maglia crociata portando per il secondo anno consecutivo il Super Rugby nella casa del rugby neozelandese, Cristchurch. Confermato anche Frizell ormai titolare di questa squadra orfana di Jerome Kaino che ha iniziato l’avventura a Tolosa. Gli altri allenatori non hanno tante scelte in più da fare, per primo Mike Cheika. Il capo allenatore dei Wallabies ha avuto coraggio nello schierare Kurtley Beale con la maglia numero dieci a Port Elizabeth in un match delicato contro il Sud Africa carico dalla vittoria più prestigiosa degli ultimi nove anni. Ed ecco, nel suo ruolo, il ritorno molto importante di Matt Toomua. Positivo il suo esordio in questo championship con carrier high, 15 punti che portano alla vittoria contro gli Springbosks per 23-18.

Nella rivincita a fare la voce grossa è stata la squadra guidata da Rassie Erasmus con il solito Dyantyi che ha segnato una meta molto facile sfruttando un passaggio con salto di uomo, senza vantaggio fatto da Beale che apre le porte all’intercetto dell’ala dei Lions. Con questa scelta, Cheika, si è privato del numero 10 in maglia Warathas, Bernard Foley capitano della franchigia, il quale ha giocato un torneo non commentabile in quanto è sceso in campo solo nei due match "ingiocabili” contro i ragazzi in maglia nera. Nelle partite che contano però Beale ha alzato forse troppo l’asticella rischiando al massimo anche quando non avrebbe dovuto, il suo talento non è messo in discussione, solo che dovrebbe pensare a giocare per il bene della squadra piuttosto che creare situazioni inusuali per i suoi compagni. Dopo essere stato in Europa e soprattutto dopo aver vinto la sua battaglia con l’alcol. Beale è un giocatore che attacca con i tempi giusti e sposta gli equilibri da secondo playmaker in posizione di primo centro.

Come utility back c’è Israel Folau, miglior finalizzatore della squadra che in questa edizione ha segnato soltanto nella sconfitta di Gold Cost con l’Argentina sbagliando poi nell’ultima azione della partita un due contro uno sulla linea dei 5 metri, tenendo il pallone, poi perso in avanti per il placcaggio super subito dal gigante Thomas Lavanini. I Pumas che hanno vinto due partite in questa edizione possono gioire ancora, ma occhio agli australiani che per non arrivare ultimi devono vincere domani. Kick off ore 18:45. Stavolta a partire favorita sarà la squadra guidata dall’ex Mario Ledesma (83 caps e un terzo posto mondiale nel 2007), il quale aveva dichiarato che sarebbe stata la miglior nazionale possibile lasciando a casa la maggior parte dei giocatori “europei” (tra i pochi convocati c’era il pilone Juan Figallo, dopo quasi tre anni di assenza, partito da titolare nella vittoria 32-19 contro il Sud Africa) e fidandosi solo dei Jaguares, squadra militante nel Super Rugby. L’allenatore argentino fece parte anche dello staff Wallabies, quindi sicuramente aspettiamoci una partita divertente. Uno dei giocatori chiave sarà sicuramente Nicholas Sanchez grazie alla sua grande percentuale al piede. In procinto di andare a Parigi, sponda Stade Francais, ad affiancare Mornè Steyn e Jules Plisson, vorrebbe regalarsi l’ultimo successo prima di abbandonare la terra tanto amata. Sarà un fattore la grande bordata di Emiliano Boffelli, classe 1995, che calcia da metà campo senza troppi problemi, quindi la squadra avversaria dovrà giocare un rugby molto disciplinato perché ogni errore verrà pagato caro. Più o meno lo stesso avverrà per Reece Hodge. Il Sud Africa non aspetta altro che riprovare a vincere contro la Nuova Zelanda, anche se poco importante a livello di punteggio. La vittoria di Wellington aveva dato speranza e li aveva portati a -1 dalla vetta e da quel titolo che manca dal 2009, quando ancora si chiamava “Tri Nations”.

A proposito di questo c’è un giocatore fondamentale tornato in campo in questo torneo, nell’esordio vincente, in casa contro l’Argentina ed è Eben Ezebeth. Nella sconfitta 37-21 di Twickenham, il 12 novembre 2016, si ruppe una spalla e dopo ebbe altri problemi alla schiena che lo costrinsero a rientrare in nazionale soltanto nel primo test del Championship, giocando una partita straripante, andando sempre oltre la linea del vantaggio e portando indietro senza alcun problema ogni giocatore che caricasse dalle sue parti. Con Franco Mostert formano una coppia fenomenale. La seconda linea che da questa stagione vestirà in maglia Gloucester, ex Lions, è il miglior saltatore da touche della squadra, traghettatore che ha permesso a Malcolm Marx di segnare 12 mete in quest’ultimo Super Rugby e una sola in questa competizione però in Nuova Zelanda. Successivamente il cambiamento di Faf De Klerk, dovuto al suo passaggio in Europa è stato determinante. È sempre stato un giocatore da prendere con le pinze, ma ora attacca quando deve, serve sempre bene Andre Pollard con un buon timing ed è molto forte in difesa. L’intesa con l’apertura in maglia Bulls è nettamente maggiore di quella con Jantijes nonostante i due abbiano giocato insieme ai Lions.

I sudafricani avevano proprio bisogno di tornare a segnare con continuità con un calciatore che abbia buone percentuali e lui lo è. Sarà una partita molto divertente e chissà se Dyantyi non abbia voglia di fermarsi, 5 mete in altrettante partite. La scelta di convocarlo e puntare su lui e Makazole Mapimpi è stata premiata. Peccato l’infortunio all’ala degli Sharks, che domani sarà sostituito da Kolbe, tanta velocità e tanta voglia di non fermarsi mai. Willie le Roux è il giocatore che sposta gli equilibri più di tutti in fase offensiva della squadra. Domani in una partita speciale raggiunge le 50 caps e il coach non riesce a fare a meno della sua presenza.

 

 

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