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Con ancora sotto gli occhi di tutti l’ottimo risultato conseguito nel “Qualifier” di Hong Kong abbiamo pensato fosse doveroso fare il punto della situazione con Orazio Arancio, il manager della nostra nazionale a 7 che si è battuta sino alla fine e dopo aver regolato Zimbabwe e Hong Kong nei quarti e semifinale (prendendosi la rivincita sulla sconfitta patita nel girone) ha perso la qualificazione per le World Series IRB cedendo nettamente in finale con il Giappone per 26-5.

Complimenti per l’esperienza di Hong Kong e per averci fatto appassionare al Seven, ce l’abbiamo quasi fatta.

Com’è andata secondo te? Puoi darci le tue sensazioni su questa bella esperienza?

"Innanzitutto voglio fare i complimenti alla squadra e allo staff.

Abbiamo un ottimo staff, assolutamente all’altezza per proseguire nel nostro percorso e arrivare a raggiungere i nostri obiettivi, voglio fare i miei complimenti ad Andy Vilk, Fabio Gaetaniello, Riccardo Di Maio e Giulio Casaril, lo staff della Federazione. Anche la squadra merita una citazione perché si muove e gioca come se fosse assieme da diverso tempo.

Con quest’allenatore abbiamo colmato quel gap che avevamo nei confronti degli altri, ovviamente non l’abbiamo colmato del tutto ma siamo sulla buona strada, forse ci manca qualche giocatore più specifico in alcuni ruoli, ma saranno decisioni di Andy. Pensa che alcuni ragazzi sono talmente entusiasti dall’esperienza di Hong Kong che vorrebbero rinunciare all’attività a XV per dedicarsi a tempo pieno al seven, gran parte del merito va ancora ad Andy che è stato capace di farli innamorare ancor di più di questa disciplina. Con un paio di innesti quest’estate dovremmo essere ancora più competitivi, ora manca ancora un po’ di fisicità e poi, soprattutto, preparazione specifica rispetto alle altre nazionali…mi riferisco a Russia, Portogallo, Spagna e la stessa Francia che se dovesse rimanere con questi giocatori non sarebbe così irresistibile".

Cosa ci è mancato per vincere?

"Adesso giochiamo bene, i ragazzi giocano un buon 7, sanno quello che devono fare sia in campo che fuori dal campo ma hanno anche bisogno della disponibilità dei Club per allenarsi specificamente sul seven. E’ ovvio che non bisogna andare in contrapposizione alle esigenze dei vari club, bisogna parlarsi e programmare,  in questo penso di essere stato abbastanza bravo dal momento che abbiamo percorso la via del dialogo, tutto è perfettibile ma il dialogo è ben avviato. Quando i club hanno impegni più importanti sono ancora restii a dare giocatori per il 7 ma è anche vero che è troppo presto per “chiedere” un’attività esclusiva dal momento che non ci sono impegni tali da giustificarla.

Se ci fossimo qualificati per il circuito mondiale sarebbe stata tutta un’altra storia dal momento che ci sono 9 tappe mondiali, 4 FIRA, più 2 tornei, quello di Roma e quello ad inviti…a fronte di 16 e passa impegni in stagione ci si potrebbe e dovrebbe dedicare full time al 7, non posso ancora dire in maniera professionistica dal momento che mancano le risorse. Non è stato così quindi ora dobbiamo concentrarci su un torneo FIRA che sarà durissimo dal momento che la Spagna è retrocessa dalle World Series e con Russia, Georgia, Romania Germania (che sta crescendo molto) ci contenderemo i 2 posti per tornare ad Hong Kong per riuscire finalmente a guadagnare il posto nelle World Series. Mi spiace moltissimo non esserci riusciti già quest’anno, sarebbe stato importantissimo giocare l’intera stagione nel circuito mondiale nell’anno olimpico, avremmo potuto fare un’esperienza tale che sarebbe stata vitale nel campionato europeo quando andremo a giocarci l’unico posto in palio per le Olimpiadi.

In ogni caso siamo andati oltre le nostre aspettative e abbiamo alzato l’asticella. Sono molto soddisfatto di aver dato risposta agli scettici quando non credevano che avremmo imboccato la strada giusta e ridotto il gap. Brucia esser arrivati in finale e non averla vinta, ora manca lo scoglio più grande, ma lavoreremo per superarlo".

Cosa ti sei portato a casa da Hong Kong?

"Io c’ero già stato, i ragazzi si sono portati a casa un’esperienza incredibile, hanno vissuto il seven con occhi diversi a partire dagli spettatori, all’organizzazione fino agli avversari….io in più rispetto a loro ho la certezza che abbiamo preso la strada giusta, ora dobbiamo percorrerla e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Da soli non ce la possiamo fare, abbiamo bisogno dell’aiuto dei Club, dei tifosi…i ragazzi giocano per la nazionale italiana e devono sentire il calore, hanno bisogno di essere sostenuti.

Ma se devo dare una risposta secca ti dico che ho la certezza che siamo sulla strada giusta!"

 

Che dire Orazio, complimenti ancora e grazie per il fantastico viaggio!

 

"Grazie a voi!"

 

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