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Nella Bassa Bergamasca, precisamente a Treviglio, c'è un uomo che dal nulla ha rifondato la squadra Seniores. Ora, dopo tre anni di onorata missione nel campionato di Serie C, coach Marco Piccini è pronto ad affrontare una nuova avventura, preferibilmente nella vicina provincia di Brescia dove attualmente vive. "A Treviglio ho trovato una dirigenza molto concreta che sin da subito mi ha permesso di vivere l'avventura con entusiasmo – afferma – di conseguenza ho potuto gettare le fondamenta per costruire qualcosa di speciale". Classe 1979, l'ex pilone di Botticino e Cus Brescia, nella "città dei trattori" è rimasto tre stagioni, nelle quali ha ricoperto quasi tutti gli incarichi all'interno del club: allenatore, responsabile tecnico, magazziniere, direttore sportivo e persino accompagnatore. L'inizio non è stato per nulla facile. "Sono partito da solo in panchina con un gruppetto limitato di giocatori – aggiunge – la maggior parte di loro non aveva nemmeno mai giocato a rugby". Tuttavia, Piccini non si è dato affatto per vinto. Anzi, la sua programmazione metodica ha permesso di portare al campo diversi ragazzi divenuti presto tesserati. "Oltre a consolidare le giovanili abbiamo poi diffuso a tutto l'ambiente la cultura rugbistica – aggiunge – questo nonostante le enormi difficoltà dovute all'assenza di sponsorizzazioni e potenzialità economiche". Il Treviglio ha poi dovuto adattarsi allenandosi su un piccolo campo di calcio a orari per giunta improbabili per una realtà sportiva costituita da soli studenti e lavoratori. Se nella prima stagione la squadra ha appreso le basi, nella seconda annata lo staff tecnico si è ampliato. "Le sconfitte pesanti ci hanno permesso di crescere e maturare – aggiunge coach Piccini – ho deciso di costruire un gruppo di uomini e dal primo giorno di allenamento mi sono ciecamente fidato di loro". Così, a suon di batoste, è arrivata la prima storica vittoria, la quale ha permesso di voltare pagina e risalire la china. "Ho cercato di diffondere consapevolezza e rendere i ragazzi padroni di loro stessi – spiega – mai concentrarsi solo sui difetti, piuttosto aprire la mente". Allenatore, responsabile, accompagnatore, motivatore, tuttofare, papà e anche un po' fratello maggiore. Piccini, uomo dai mille incarichi, in piena pandemia è riuscito persino ad avviare un camp estivo, accogliendo persone disabili. "Nonostante le svariate difficoltà che una realtà piccola come la nostra si è ritrovata a vivere quotidianamente noi abbiamo sempre lottato con i nostri mezzi – racconta orgoglioso – in tre anni siamo sempre scesi in campo senza mai arrenderci o rinunciare a una partita ecco forse questo è il successo più importante".

Ora, lo aspetta un'estate calda. Nel senso che dopo aver detto addio a Treviglio (ha completato il suo ciclo triennale, ndr) sono già diverse le squadre che lo hanno contattato per la prossima stagione. "Sono Marco Piccini. Risolvo problemi". Ce lo immaginiamo così, mentre risponde alle chiamate di club che hanno bisogno di un martello vero per ripartire e rialzarsi, magari pure da zero. Perché le storie più belle non sono scritte solamente dai vincitori.