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GUBBIO, 27/01/2014 – Il rugby può essere la passione della vita o la passione di pochi minuti. E se ci sono atleti che ne hanno fatto un vero e proprio stile di vita, un modo di essere, un appuntamento fisso ed irrinunciabile da sempre, c’è anche chi si avvicina alla ovale da altri percorsi, per altre vie, grazie alla propria curiosità.
È la storia di Giorgio Nicchi, quest’anno militante nella compagine rossoblu. Giorgio è entrato nella Senior dell’Associazione Rugby Gubbio 1984 dopo molti anni nel ciclismo. La carriera ciclistica però non è accantonata, è parte ancora della vita del giovane. Un ragazzo volenteroso che ama lo Sport in tutte le sue forme e curioso di scoprirne sempre di nuovi ed ancora nuovi orizzonti con cui confrontare se stesso ed i propri limiti. E così dalle due ruote Nicchi è arrivato alla ovale ed al campo del Coppiolo.
"Sono stato messo sulle due ruote già quando avevo 6 anni. La bici tuttora rappresenta una parte fondamentale della mia vita, un appuntamento fisso almeno una volta a settimana. È una passione grande che non passa, non passerà mai credo. Posso dire di aver raccolto buoni risultati sia a livello regionale che nazionale. Poi ad un certo punto arrivi ad un bivio: lasciare perdere tutto e trasferirti al nord per continuare nel sogno di diventare professionista o dedicarti all'università (sono iscritto, infatti, ora, al corso di laurea in Ingegneria civile). Alla fine ho deciso per quest'ultima strada. Ma mi sento sportivo fino al midollo, senza fare nulla non so stare così quest'anno mi sono detto perché non provare uno sport di squadra? e la scelta è ricaduta sul rugby. Un motivo preciso di questa scelta non c'è, perché nella mia famiglia non c'è mai stato nessuno che abbia giocato, però a me piacciono le sfide e quindi ho deciso di mettermi in gioco! All'inizio è stata veramente dura capire le regole e i vari movimenti, però grazie all'aiuto di tutti piano piano sto entrando nei meccanismi di questo sport che ogni giorno mi affascina sempre di più. Con gli allenatori mi trovo benissimo, anzi li ringrazio particolarmente perché sia Federico (Angeloni) che Miko (Pauselli) mi danno molti consigli utili, ma anche tutti i compagni di formazione mi hanno accolto veramente bene, mi fanno sentire come in una famiglia.
Tra i due sport, a parte il fatto che in bici sei solo e a rugby sei in una squadra, non vedo grandi differenze, anzi hanno molti punti in comune tra i quali la fatica, la lealtà e il rispetto dell'avversario. Cosa che nello sport più famoso, il calcio non vedo. Purtroppo credo che un impiego professionale sia nella bici che nel rugby sia ormai impossibile per me visto che quest'anno compirò 25 anni, un'età “un po’ alta per sfondare”. Però l'importante per me è divertirmi e ora mi diverto molto davvero. Ho debuttato solo qualche giorno fa, il mio primo match, nella sfida amichevole con il Perugia. Solo qualche minuto in realtà, ma ringrazio molto per la fiducia Federico e spero di giocare presto, almeno qualche minuto, pure in campionato”.

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