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Il rugby, così come lo sport, e' fatto di peccati e redenzione.
Pensa all'esempio più' eclatante: la famigerata Nuova Zelanda, i più forti di tutti, quelli che guai, neanche i marziani li battono.
Eppure, arrivi al mondiale ed inevitabilmente cadi, perdi, una cosa a cui non sei abituato e che proprio per questo pesa di più'.
L'inferno, si diceva, i peccati.
Poi arriva il momento del riscatto, quello in cui puoi rivalerti e dire, oh, non erano tutte cazzate, noi siamo davvero forti. E finisce pure che vinci un mondiale.
Pensala più in piccolo. Hai vinto sinora e sei incappato in una domenica storta, di quelle in cui se possono andar male 100 cose, ne van male 200. Fango tristezza e l'unica cosa positiva: domenica giochi ancora una nuova partita importante.
Succede che la raddrizzi, funziona, non e' perfetta, beninteso, ma funziona. La fai quadrare. E allora ti senti bene. Hai la pace interiore, che durerà come sempre 7 giorni, ma per ora basta.'
Sia ben chiaro, non si stan facendo paragoni, per nulla davvero, pero' e' il concetto alla base del ragionamento che conta. Il fatto che nello sport, in questo sport soprattutto, la partita più bella, quella che conta più' delle altre e' e sarà sempre la prossima.
Che sport che e' questo...'