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Alla mattina architetto, alla sera Direttore Tecnico e allenatore della prima squadra del Montebelluna Rugby 1977, club trevigiano attualmente primo in classifica nel campionato veneto di Serie C2. Passato da allenatore di Nazionali giovanili, Zebre nella lega celtica, Calvisano e Petrarca in Eccellenza, Andrea Cavinato è tornato a casa per iniziare a 55 anni una nuova vita, “è quello per cui ho studiato, ho ripreso a fare l’architetto qui nella mia Treviso”. Cavinato ci racconta il salto, o la scivolata (come preferite), dal rugby di alto livello al rugby amatoriale.

Parlaci della prima esperienza in panchina di una serie C2
Avrei dovuto fare “solo” il Direttore Tecnico ma a dicembre sia l’allenatore dell’under 18 che quello della prima squadra hanno abbandonato per motivi lavorativi, quindi mi sono trovato qualche mese fa, a prendere in mano anche la prima squadra.”

Il  Montebelluna che è primo e imbattuto a 24 punti…
Si, siamo primi, ma era da molto tempo che la squadra non vinceva una partita (circa 3 anni ndr), vedevo rassegnazione… Siamo cresciuti ed è da dicembre che non perdiamo una partita, ora c’è entusiasmo. Questa è una esperienza che tutti gli allenatori che lavorano sull’alto livello dovrebbero fare a un certo punto della carriera, per tornare coi piedi per terra e capire la situazione vera del rugby italiano.”

“Qui tutti pagano per giocare a rugby, c’è passione e amore per questo sport. La maggior parte dei ragazzi fanno gli operai e hanno i turni di notte, gli allenamenti iniziano alle 20.00 e finiscono intorno alle 22.00.  A volte, a metà allenamento, qualcuno deve andare via perché deve cominciare il turno in fabbrica” racconta Cavinato.

“Loro mi hanno dato molto a livello umano, io, forse, gliel’ho dato indietro a livello tecnico. Mi hanno fatto tornare il piacere di allenare.”

E con gli arbitri com’è il tuo rapporto?
“Gli arbitri in C2 vanno rispettati. Molti arbitri di Eccellenza dovrebbero capire che questo rugby è il vero rugby italiano, gente che paga per giocare e arbitri che fanno chilometri e chilometri alla domenica per passare la giornata in disastrati campi di periferia”.

Ti manca l’alto livello?
“Sicuramente non mi manca il Petrarca e non mi manca l’Eccellenza. Mi manca l’alto livello internazionale, l’adrenalina e la competitività a livello europeo con franchigie e con le nazionali che ho allenato… Ma questa mancanza, in parte, mi viene compensata dalla voglia di imparare che hanno queste persone, ti riempiono il cuore e ti rendono felice di allenare.”

Ora che hai visto e conosciuto il rugby amatoriale, quali sono le tue riflessioni, cosa bisogna fare per migliorare?
“Innanzitutto ci dovrebbe essere una organizzazione molto più pratica e meno fatta di parole al vento, parlo del Comitato Veneto, a inizio stagione mi hanno assicurato che i tecnici del Comitato ci avrebbero periodicamente fatto visita…  In realtà, a parte Corrado Pilat per i calciatori, non è venuto nessuno. Probabilmente Montebelluna è una dimensione troppo piccola per i loro interessi, dovrebbero avere più riguardo verso le piccole società.”

“Trovo questi siano passi indietro rispetto a quando prima allenavo nel settore giovanile del Benetton e il Rugby Silea, una volta i tecnici regionali venivano a confrontarsi con costanza.”

Forse hanno paura del tuo occhio vigile?
“Io sono aperto al confronto, ho molto da imparare soprattutto dal settore giovanile, oggi ho imparato e sto imparando come si muove una società amatoriale e le sue dinamiche giornaliere.”

Sei uno degli unici tre tecnici italiani che hanno fatto da Head Coach in Pro12/14, tornerai ad allenare una squadra di rilievo nel panorama italiano?
“Mi piacerebbe moltissimo, sto continuando ad aggiornarmi sul rugby internazionale. Vedo i cambiamenti che stanno facendo gli altri allenatori.
Penso sia necessario capire perché alcune squadre giocano bene e altre giocano male. Sto studiando filosofie di gioco.”


“Posso dire…” prego “…che quando ho avuto la fortuna di allenare le Zebre, la situazione era ben diversa da quella attuale, la situazione era molto più improvvisata rispetto a ora. E’ difficile fare i confronti tra le Zebre di 5 anni fa e le Zebre di adesso. Anche se sotto la mia gestione avevamo ottenuto 5 vittorie e un pareggio.”

Le Zebre ora sono ferme a 4 vittorie, comunque un miglioramento rispetto agli ultimi anni. Ti piace il loro gioco?
“Mi piace l’idea che hanno di muovere il pallone perché rientra nel mio stile e nei miei sistemi di gioco. Ma muovere il pallone tanto per muoverlo… Ecco, questo va contro la mia filosofia. C'è da dire che hanno fatto partite notevoli dal punto di vista dell’intensità e della fisicità. Non conosco Michael Bradley ma posso dire che alcune partite mi hanno davvero entusiasmato.”

 

 

Precisazioni in aggiunta (23 Aprile 2018)

"Il Direttore Sportivo del Montebelluna Rugby Giancarlo Merlo precisa che il Comitato Veneto ha inviato con regolarità (5/6 volte ad oggi) i tecnici, tra i quali Alessio Dal Pont oltre al già citato Corrado Pilat, per interventi mirati alle categorie dalla Under 16 fino al minirugby, i tecnici non sono stati visti da Cavinato perché hanno svolto il lavoro in orari in cui lo stesso Cavinato era assente.

Il Montebelluna Rugby ringrazia il tecnico Andrea Cavinato per l’ottimo lavoro svolto sino ad oggi.
Ultimo ringraziamento ai tecnici del Comitato Veneto per il contributo."

 

Risultati e classifica Serie C2 Veneto Fase 2 Girone 2

Foto Stefano Delfrate