x

x

Andrea Cavinato, 57enne trevigiano, allenatore di rugby tra i più titolati in Italia forte di due scudetti vinti con Calvisano (2005 e 2012) e le tre Coppe Italia, una con Benetton (2002) e due con la Rugby Parma (2007 e 2009).

Head Coach di molte delle squadre più prestigiose dell’ovale italiano, tra queste Calvisano, Petrarca e Zebre, dopo mezza stagione a Colorno sposa il progetto del VII Rugby Torino. A Torino Cavinato raggiunge Franco Properzi, altro guru del panorama rugbistico, assumendo l’incarico di Direttore Tecnico e capo allenatore della prima squadra in Serie A.
Con lui abbiamo parlato della sua nuova avventura, di rugby italiano, di nazionali giovanili e molto altro.

 

Il VII Torinese, con te e con il confermato Properzi, può vantare due tecnici di alto livello per una Serie A. L’obiettivo sono i playoff?

“Siamo due allenatori come altri, il passato conta poco, conta quello che dimostrerai. I “quando giocavo io”, i “quando allenavo io” non valgono niente. Bisogna iniziare a dare forza a un movimento e non renderlo dipendente dal primo allenatore straniero che arriva…”

“La sfida di oggi è interessante, il VII Torino è una delle più storiche società italiane perché fondata nel 1910. Il Presidente Cremonini e il DS Lo Greco stanno cercando di riportare questa squadra nel massimo campionato dopo oltre 40 anni, non sarà facile perché ci sono squadre più strutturate in Serie A, vedi Verona, Centurioni, Napoli e il Noceto. A Torino si vuole giocare con i giovani e ridare al rugby piemontese una squadra in Top10, se questo avverrà tra due anni o prima non posso dirlo”.

 

Sensazioni dei primi allenamenti?

“Sto conoscendo con piacere un gruppo di giocatori estremamente voglioso di imparare, hanno voglia di fare cose nuove. Inoltre l’impianto vanta buone strutture, c’è tutto quello che serve, c’è molta professionalità da parte di dirigenti estremamente chiari sugli obiettivi”.

 

Cosa pensi della vittoria della nostra Nazionale U18, le nostre giovanili continuano a dare buoni risultati.

“Questa vittoria forse per qualche neofita può essere un evento inaspettato, per me che ho tutorato allenatori e visto i giovani delle accademie crescere non è una sorpresa. Non è il fattore singolo allenatore ma il fattore formazione e organizzazione ce sta facendo la differenza. Trovo inusuale sbandierare che le Accademie sono state un fallimento quando poi arrivano questi risultati”.

 

 

Tu sei uno di quelli che ha sempre sostenuto il progetto Accademie.

“Togliere le accademie il prossimo anno sarebbe un errore enorme. Sembra che quanto fatto prima della nuova gestione federale sia stato fatto da incompetenti e da persone che volevano far male al rugby italiano, non è così. Le Accademie sono fondamentali. Trasferirle ai club? Può essere una soluzione per trovare una congiunzione tra l’alto livello giovanile e l’alto livello seniores”.

“Spero che i soldi del fondo CVC vengano utilizzati in buona parte per il rugby di base e sul Top10. Bisogna individuare le figure giuste per crescere.”

 

Ma perché dopo i 20 anni i nostri giocatori non sono più competitivi? Come si può trasferire quanto di buono è stato fatto a livello giovanile anche in Nazionale Maggiore?

“In Italia non abbiamo le risorse sufficienti per costruire ambienti in cui i giocatori possano continuare a crescere e svilupparsi. Le Accademie legate alle due franchigie ben vengano, andavano fatte prima. Bisogna inoltre ricostruire una Nazionale Emergenti, investire sul Top10… Non è credibile chiedere ai presidenti delle dieci società del massimo campionato milioni di Euro per una Super Lega quando faticano a stare in piedi”.

 

 

 

 

Foto Alfio Guarise

 

 

Consulta l'intero catalogo RM - materiale per il rugby ad ogni livello

 

 

 

 

Visita lo Shop online Rugbymeet