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Articolo pubblicato su Allrugby numero 142

La prima meta non si scorda mai.

La prima delle 11 mete messe a segno da Josh Adams con la maglia del Galles fu contro l’Argentina, nell’estate del 2018 a Santa Fe: uno slalom improvviso in mezzo alla mischia dei Pumas, poi una finta secca per mettere a sedere Boffelli prima di andare a schiacciare in mezzo ai pali.

Sedici mesi dopo Josh Huw Adams è il miglior marcatore dei Mondiali, un titolo di cui in passato si è fregiata gente come Craig Green, John Kirwan, David Campese, Jonah Lomu (due volte), Bryan Habana, Julian Savea.

“Direi che è una lista mica male per esserne entrato a far parte!” ha commentato il giocatore che ha battuto anche il record gallese di Shane Williams, sei mete nel 2007 alla Coppa del Mondo in Francia.

Scartato dall’Accademia degli Scarlets, Adams nel 2015, dopo aver preso parte ai Mondiali U20 in Italia, era finito ai Worcester Warriors prima di essere ceduto in prestito al Cinderford, in National Division 1, la terza serie del rugby inglese, sotto la Premiership e il Championship.

Una stagione un po’ così, finita con la retrocessione della squadra di cui faceva parte anche Derrick Appiah, lui pure arrivato in prestito dai Warriors.
A Cinderford ricordano Josh come un ragazzo simpatico, di grande talento ma acerbo, che non aveva ben chiaro cosa volesse dire essere un giocatore professionista. Non rifiutava mai una birra e aveva nostalgia del Galles, raccontano. L’ultima partita della stagione non la giocò perché c’era la festa di compleanno del- la sua mamma! La squadra era già retrocessa e nessuno ci fece tanto caso.

Cinderford è un club tradizionale, molto legato alle sue radici e al territorio. “Mi viene in mente una sera in cui i termosifoni negli spogliatoi non funzionavano e non c’era nemmeno l’acqua calda nelle docce - ha ricordato il giocatore di recente -. L’atteggiamento dei ragazzi però era sempre eccezionale: di giorno al lavoro, la sera in campo. Ho capito quanto è importante quello che abbiamo nell’alto livello e che non devi dare nulla per scontato. Quell’esperienza è stata una spinta per arrivare dove sono arrivato”.
L’anno dopo Adams tornò a Worcester dove a ottobre 2017 arrivò Alan Solomons come director of rugby. Solomons era stato l’assistente di Nick Mallett, quando l’ex ct azzurro, tra 1997 e il 2000, aveva guidato il Sudafrica.

E fu Solomons a promuoverlo titolare in una sta- gione in cui Josh alla fine mise a segno 13 mete conquistando il titolo di miglior marcatore della Premiership.

“Mi colpì subito, fin dalla prima partita - ricorda Solomons -, e praticamente non lo tolsi più di squadra. È un giocatore di classe, che capisce molto bene il gioco e con una grande capacità di coordinazione occhi-mani. Si è conquistato il posto in una Nazionale gallese in cui c’erano Halfpenny, Liam Williams, George North, Hallam Amos, insomma non si può dire che non abbia trovato concorrenza, ma Warren Gatland ha fatto un grosso lavoro con lui. E oggi è un giocatore di primo livello internazionale”.

In Giappone ha segnato contro la Georgia, poi contro le Fiji (tre mete) e ancora contro l’Uruguay, il Su- dafrica e gli All Blacks, nella finale per il terzo posto. Nello scorso Sei Nazioni, era andato in meta in tre partite consecutive: contro l’Italia, contro l’Inghilterra e contro la Scozia, in quest’ultimo match superando l’estremo scozzese Kinghorn con una finta che lasciò di sasso l’avversario.

Da questa stagione, Adams veste la maglia dei Cardiff Blues: scaduto il suo contratto con i Warriors se fosse rimasto a giocare in Premiership non avrebbe potuto continuare a vestire la maglia del Galles. Il regolamento della WRU infatti prevede che possa giocare all’estero e contemporaneamente anche in Nazionale solo chi ha accumulato almeno 60 caps. E questo non era il suo caso. (glb)

 

 

 

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