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“Scambi di tecnici e giocatori, un match annuale in Asia, nuovi sponsor azzurri: tutti i dettagli dell'intesa tra Gavazzi e Laporte” intitola La Repubblica.

La Francia è in piena corsa per aggiudicarsi l'organizzazione dei Mondiali 2023 (nel 2007 la prima edizione transalpina). Ieri la FFR ha depositato il suo dossier a World Rugby, Irlanda e Sudafrica le rivali. Sono 39 gli aventi diritto al voto della commissione di World Rugby, tra questi 3 italiani. Il verdetto che assegnerà il Mondiale arriverà il prossimo 15 novembre.

Torniamo però alle pianificazioni tra i vertici italiani e francesi: venerdì scorso il presidente FIR Alfredo Gavazzi e il numero 1 della FFR Bernard Laporte si sono incontrati a Milano. Sul tavolo ci sono diverse idee: “quella di una più stretta collaborazione tecnica con scambi di metodologie e allenatori che coinvolgano i settori giovanili e femminile” scrive La Repubblica.

Claude Atcher, a capo del progetto per la Coppa del Mondo, dichiara che se la Francia si aggiudicasse l'organizzazione dei mondiali 2023 “l'Italia potrebbe trovare nuovi sponsor importanti, come era accaduto nell'edizione transalpina del 2007: allora arrivarono Cariparma, Renault, Edison”.

In occasione del Mondiale l’Italrugby potrebbe giocare le prime partite della fase a gironi a Marsiglia o Nizza, le città più vicine al nostro confine (come accaduto per Nuova Zelanda - Italia del 2007 ndr).

“Vogliamo ritrovare quelle relazioni con la Fir che abbiamo perduto da una decina di anni” le parole di Laporte. Irlanda e Sudafrica sono paesi magnifici e romantici, dal punto di vista ovale. Ma siamo sicuri che il nostro dossier sia il migliore. Emmanuel Macron si è impegnato personalmente, lo Stato francese garantisce una copertura di 300 milioni di euro, altri 230 milioni per le spese di organizzazione arrivano dalla Societé Generale. Nove stadi perfetti per il rugby, una grande linea di trasporti e la migliore accoglienza turistica possibile”. Ci sono due idee nel progetto francese che hanno conquistato tutti: “Le squadre eliminate dalla competizione non torneranno subito a casa: siamo pronti a pagare le spese perché gli atleti restino fino alla finale, a patto che si facciano coinvolgere in iniziative di propaganda sportiva visitando scuole, ospedali e università, calcando i piccoli campi di periferia insieme agli appassionati. E poi vogliamo cedere gratuitamente i diritti televisivi ai paesi 'minori', in modo che tutti abbiano la possibilità di vedere gli incontri”.

E’ nata però anche qualche polemica in occasione delle presentazione alla candidatura per il Mondiale: “La federazione francese ha fatto salire sul palco Dhyreille e Brayley, sette e otto anni, orfani di Jonah Lomu. Chabal: “Dhyreille è nato a Marsiglia, lo chiamano il francesino”. Indignazione in Nuova Zelanda: “Figli troppo piccoli, non capiscono. E’ sfruttamento”. Scrive la Gazzetta dello Sport.