x

x

George Biagi all’attacco. Il co-capitano delle Zebre, reduce dal debutto vittorioso di Monigo sulla Benetton parla della nuova avventura nel Pro 14, analizza il presente, archivia il passato e disegna un futuro che profuma di orgoglio e di identità fortemente reclamata.

  • Partiamo dal 7-0 di Monigo?
  • Non c’erano punti in palio, non è stata una partita dai contenuti tecnici eccelsi, dopo 3 minuti avevamo già fatto tre mischie ordinate, tanti errori dovuti al nervosismo, aria di derby che non aiuta a fare le cose come andrebbero fatte, però…
  • Però?
  • Però c’eravamo, e l’importante per noi era esserci. In campo abbiamo dato il massimo, e alla fine il tabellone di ha dato ragione. Ripeto, non abbiamo vinto la finale della Coppa del mondo. Ma abbiamo vinto.
  • Una vittoria che vi serviva, soprattutto sul piano del morale?
  • Il nostro è un gruppo che si sta ricostruendo. Lentamente, fra mille difficoltà, ma con la volontà di farcela. Abbiamo perso giocatori di qualità ma altre ne abbiamo acquisiti. Siamo una squadra giovane. La strada è tracciata, vogliamo percorrerla insieme. Più forti delle difficoltà se serve. Pronti a reagire a ogni criticità.
  • Il calendario propone due gallesi e poi Bloemfontein contro i Cheetahs…
  • Debuttiamo a Swansea, su un campo tradizionalmente ostico per tutti e contro un XV che si è rinforzato nel corso dell’estate, poi avremo in casa i campioni in carica, e poi prenderemo l’aereo e andremo in Africa. Siamo pronti.
  • Si dice che i Cheetahs siano delle due sudafricane la formazione migliore. Condivide la valutazione?
  • Confesso che dei nostri avversari sudafricani so poco. Giocano a 200 metri, sono famosi per il loro rugby molto dinamico ed espansivo, li allena Franco Smith, uno che del rugby italiano sa parecchio… Io non sono mai stato in Sudafrica, e per altri come me sarà la prima volta così lontani da casa. Un battesimo del fuoco, un rito di passaggio e di formazione.
  • Cosa dirà ai suoi uomini prima della partita del debutto?
  • Quello che ci stiamo dicendo dal primo giorno di raduno. Andiamo in campo per dare il massimo, per provarci sempre, per non sprecare e per non regalare. Sono i comandamenti che ci accompagneranno per l’intera stagione.
  • Uno sguardo agli avversari?
  • Si tratta di realtà tutte mediamente di alto livello, tutte discretamente rinforzate rispetto alla passata stagione, e in maggioranza orientate a centrare i primi tre posti che valgono la semifinale.
  • Che Zebre vedremo in campionato?
  • In crescita continua e in cerca di un’identità. Stiamo lavorando su un piano di gioco che privilegi l’attacco negli spazi allargati e non rimanga confinato negli spazi ristretti del gioco sui punti d’incontro. Chi verrà allo stadio vedrà una squadra cambiata profondamente nell’anima rispetto a quella della passata stagione.
  • L’impatto con il nuovo allenatore Bradley?
  • Ottimo. Ha maturato esperienze importanti con Connacht e con Edimburgo. Conosce tutte le squadre del Pro 12, i loro tecnici e gli arbitri. Per noi è una fonte importante di informazioni e di indicazioni. Siamo al suo fianco per migliorare e per ottenere risultati che ci ripaghino degli sforzi operati.

 

La formazione delle Zebre per l'esordio con gli Ospreys

Il calendario del Guinness Pro14

Foto Pino Fama