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Durante la presentazione del doppio derby tra Zebre Rugby Club e Benetton Rugby, tenutasi nella sede milanese di DAZN, abbiamo avuto il piacere di intervistare Andrea Dalledonne, Amministratore Unico della franchigia federale con base a Parma nonché Manager esperto di rilanci (Mille Miglia ndr). Dalledonne è entrato a far parte della dirigenza delle Zebre nell’agosto 2017, da quel momento i bianco neri hanno avuto una netta crescita dal punto di vista dei risultati: sette vittorie in Pro14 e una in Challenge Cup nella stagione 2017/18, tre vittorie in Pro14 e tre in Challenge Cup nella stagione in corso.

L’Amministratore Unico bianco nero ci ha parlato della sua visione del mondo del rugby dal punto di vista dell’imprenditore e ci ha svelato l’intenzione di portare le Zebre lontano da Parma, non in pianta stabile ma per un buon numero di partite durante la stagione.

 

Ci descriva la sua visione del mondo del rugby dal punto di vista dell’imprenditore.

“Parto da un presupposto: io non ho mai avuto esperienze nel rugby ma solo nella gestione, più o meno complessa, di aziende. Quello che ho cercato di fare appena arrivato alle Zebre è stato costruire una società convinto che da un’organizzazione possa nascere una buona soluzione tecnica e, dopodiché, una squadra vincente.”

 

Cosa cambia, in prospettiva Zebre, l'entrata della Fir nel panel del Pro 14?

“Penso sia un passaggio molto importante, ci da stabilità, ci da credibilità e sopratutto, tornando alla logica aziendale, ci da la possibilità di programmare un progetto a 4 - 5 anni e non più di vivere “alla giornata”, o a stagione per stagione come è stato finora. Noi alle Zebre stiamo già lavorando per gli anni futuri, cosa che fino ad ora non è mai stato possibile fare. La programmazione per il futuro è il primo ingrediente della ricetta base per qualsiasi organizzazione di successo, sia che operi in ambito sportivo o meno.”

 

Quanto è complicato gestire un club come le Zebre, una franchigia che è anche sotto il controllo FIR?

“E’ abbastanza complicato, diciamo che soprattuto i problemi derivano dal fatto che bisogna conciliare costantemente una quantità di risorse limitata, o comunque circoscritta, con una serie di esigenze e strategie bisognose di maggiori risorse.
Da qui nasce un’attenzione particolare alle partnership di vari generi.
Ci sono prima i soldi e poi una squadra vincente oppure un modello organizzativo vincente che genera le risorse economiche per continuare a crescere? Alle Zebre siamo in questa fase, una fase che definirei molto complessa.”

 

Piani per attirare più pubblico allo stadio Lanfranchi?

“Non lo so - sorride -. Allo stadio Lanfranchi di Parma non lo so, abbiamo già fatto molto, ma evidentemente abbiamo fatto poco. Dalle nostre analisi vediamo che il pubblico parmigiano è molto basso rispetto al pubblico che viene da altre province. Noi abbiamo sviluppato il progetto Franchigia a cui ci sono, ad oggi, più di 60 società iscritte. Ad esempio per il derby, nella settimana precedente alla partita, avevamo già venduto alle società iscritte alla Franchigia oltre 1.600 biglietti a fronte dei 4.600 spettatori registrati. Comincio a pensare che per portare gente al Lanfranchi sia necessario iniziare ad andare a giocare lontano da Parma. Come franchigia federale vogliamo portare il rugby in giro per l'Italia dove c'è domanda del nostro sport. L'esperienza all'Aquila ci spinge a continuare su questa progettualità.” 

 

A che punto saranno le Zebre tra tre anni? Una sua visione sul futuro del club.

“Difficile fare previsioni. Un mio desiderio, un mio progetto è quello di far diventare le Zebre una Franchigia itinerante, questo proprio perché è sotto il controllo di FIR. E’ palese che lontano da Parma ci sia una più forte richiesta di rugby, quindi noi dobbiamo andare a giocare almeno 6 partite all'anno in altre zone d'Italia per trovare platee maggiori e nuovo entusiasmo. Sia chiaro, il Lanfranchi rimarrà la casa delle Zebre​.
Vi anticipo che a gennaio ci saranno importanti novità, illustrerò il programma della seconda parte della stagione dove sono in programma due o tre partite in altri stadi. Questa secondo me è la strada: giocare quattro/cinque partite a stagione al nord Italia e le restanti al sud. Milano e provincia potrebbe diventare la prossima tappa per una partita della Zebre”.

 

E a livello di classifica del Guinness Pro14, dove arriveranno le Zebre?

“Qui entra in gioco il tifoso, io sono uno che vuole sempre vincere, ci stiamo lavorando. Credo che abbiamo acquisito uno staff tecnico di primissima qualità con Michael Bradley, lo staff sta facendo un lavoro straordinario. Inoltre abbiamo sott’occhio diversi giovani molto interessanti del panorama rugbistico italiano. Le risorse sono ancora poche ma stiamo acquisendo a una buona credibilità. Credo che il futuro sia roseo, quanto roseo è difficile dirlo, io sogno di andare ai playoff. So che il cammino è ancora molto lungo e so che nel rugby non esiste la fortuna. Per costruire il successo ci vogliono ancora tre anni di duro lavoro ma soprattutto abbiamo bisogno di un partner economico e un partner nella comunicazione molto importanti.”

 

Risultati della 11° giornata di Guinness Pro14 - clicca sul match per tabellino e statistiche

 

 

 

 

 

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