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Un fine serata in Club house in compagnia di Carlo Rizzardi, vice presidente delle Zebre Rugby e numero uno del Cittadella Rugby, il giovane club padovano che da poco si è dotato di nuovissimo impianto sportivo in località San Rocco. Al centro dell’intervista il momento non esattamente felice delle franchigia bianconera. Situazione attuale accanto a  possibili o auspicabili sviluppi futuri.

  • Presidente Rizzardi, pare che l’ipotesi del concordato in bianco sia definitivamente rientrata perché troppo costosa. Conferma?
  • Confermo.
  • Prende dunque corpo l’ipotesi “libri in tribunale”, fallimento e liquidazione?
  • No. Abbiamo semplicemente individuato un’altra procedura.
  • Quale?
  • Si chiama riclassificazione del debito. L’ impegno che ci siamo assunti è di ripianare tutte le sofferenze entro i prossimi tre esercizi.
  • Nessun licenziamento in vista del personale non compreso nello staff tecnico?
  • Nella nostra ipotesi di lavoro il personale sarà mantenuto nelle posizioni e nei numeri attuali.
  • Nello specifico?
  • Stiamo lavorando all’elaborazione di un piano industriale della durata di tre anni. È previsto un aumento di capitale e ci sono importanti novità in vista. Sono, siamo ottimisti.
  • Quindi il rientro del debito sarà coperto dall’aumento di capitale. Ma sottoscritto da chi?
  • Da chi aderirà al nostro progetto di rilancio, a cominciare dai club satelliti fino alle realtà industriali del territorio. Stiamo inoltre lavorando a un piano di sinergia con i club che forniranno alle Zebre i permit players e a uno stretto rapporti con l’università di Parma
  • Con quali finalità?
  • Noi abbiamo in testa l’idea di una franchigia giovane. Con i giocatori che si divideranno fra campo, studio e periodi di formazione presso le aziende aderenti al progetto.
  • Una franchigia di sviluppo sul modello irlandese?
  • Puntiamo a fare quanto ha fatto Connacth e a prendere il meglio dall’esperienza delle due scozzesi.
  • La Fir sa di questo vostro piano?
  • Sarà informata nei prossimi giorni.
  • Quali richieste farete alla Fir?
  • La garanzia del finanziamento di 4,5 milioni per tre anni.
  • E la quota di Zebre a quanto ammonterà?
  • Contiamo di arrivare a 2,5 milioni prima della scadenza del triennio.
  • Ma chi sta pensando ad allestire la squadra per la prossima stagione?
  • Attualmente è tutto in capo a Fir, che farà la rosa e sceglierà lo staff tecnico. Al momento non siamo nelle condizioni di assumerci una tale incombenza. Ma quando avremo basi solide da cui partire…
  • Cosa chiederete?
  • La giusta quota di autonomia organizzativa. A partire dalla definizione del monte salari.
  • Si spieghi meglio.
  • Noi pensiamo a una rosa che comprenda 4 o al massimo 5 giocatori stranieri di alto livello, ai quali riconoscere ingaggi di ammontare in linea con l’oggettivo valore di mercato. Ma accanto a loro, un gruppo di 30 italiani che pagheremo secondo il loro effettivo valore, senza gonfiare ingaggi, senza sopravvalutare nessuno. Come è accaduto per il passato.
  • E quanto pensate di risparmiare con questa nuova definizione degli stipendi di giocatori e staff?
  • Dal 20 al 30 per cento.
  • Un’operazione di…
  • Sganciamento da Fir e di riduzione dei costi di gestione.
  • Ma davvero ritiene sia credibile una raccolta di 2,5 milioni da parte del Cda? È tre volte quanto versato nell’ultima stagione, volendo credere alle cifre che circolano.
  • Sono cifre veritiere, le Zebre senza Fir hanno contribuito all’esercizio appena chiuso con 800 mila euro. Per il futuro si tratta di triplicarlo, confermo.
  • E la Benetton?
  • Sarà la franchigia italiana di alto profilo da un punto di vista tecnico, noi quella di sviluppo. Ci auguriamo che con Benetton si possa avviare una fruttuosa collaborazione.
  • Ma la sede di Zebre sarà ancora Parma?
  • Per i prossimi tre anni sicuramente sì. A Parma ci sono un ottimo stadio e valide strutture. Non esiste un’alternativa.