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Il Pro12 non ha ancora raggiunto tutto il suo potenziale ma Martin Anayi e Gerald Davies, rispettivamente Managing Director e Presidente del Pro12, stanno lavorando alacremente per raggiungerlo a breve. Il loro pensiero è stato raccolto in un lunga ed esaustiva intervista pubblicata sull'autorevole Rugby World. Il loro compito sarà quello di far diventare il Pro12 un’entità a se stante che si stacchi da Six Nations e Lions lavorando sulla promozione di Semifinali e Finali come eventi che generino utile (un po’ come accade in Aviva e Top14). Anzi proprio Gerald Davies ha affermato che è giunto il momento che Pro12 si stacchi e viaggi da solo perché ha raggiunto i target prefissati per farlo.

Martin Anayi ha sottolineato come i risultati dei team di Pro12 nel corso degli anni nelle competizioni europee non siano male, 6 vittorie a testa per i team di Pro12 e di Aviva contro le 8 dei giganti di Top14. Ulster è una delle squadre che è cresciuta maggiormente.

Qualche problema è nato dal passaggio al professionismo, in Francia e in Inghilterra i club sono sempre rimasti gli stessi mentre per il Pro 12 è nato un concetto totalmente diverso con le franchigie. Ad esempio la “guerra civile” durata 2 anni tra regioni e Welsh Rugby Union non ha certamente giovato al processo di ricerca dei diritti televisivi e accordi di sponsorizzazione. E’ anche vero che i club irlandesi hanno dominato la scena dal 2006 al 2012 quindi questa fase di calo può essere solo un riassestamento naturale. La cosa più importante è il rapporto con le federazioni che hanno garantito il massimo supporto alla competizione nei prossimi 12/24 mesi. Un segnale importante è ad esempio che star del calibro di Rhys Webb e Jonathan Davies siano tornate a casa o che Sean O’Brien ci sia rimasto. Poi nonostante diversi problemi Sky e Guinness sono saliti sul carro, Glasgow ha vinto il titolo risvegliando gran interesse tra i giovani scozzesi e Connacht quest’anno sta andando alla grande.

La coppa del mondo ha impegnato oltre 100 giocatori di Pro12, molti sono tornati ad allenarsi dopo gli inglesi e nei primi turni di Champions questo si è sentito.

L’Aviva ha reso professionale il rugby mentre il Top14 ha creato un certo “tribalismo”, andare a Clermont è incredibile, c’è un pubblico fantastico, in buona sostanza sono due esempi da seguire.

La situazione dei diritti Tv e dei deal chiusi con i broadcasters è buona, il principale è Sky con il quale Pro12 ha chiuso un contratto nel 2013 ma ve ne sono altri a livello regionale (RAI per l’Italia, BBC per Scozia e Galles, S4C e TG4 per l’Irlanda). Nonostante non incassi gli stessi soldi che Aviva prende da BT Sports e il Top14 da Canal+ il numero di telespettatori di Pro12 è più alto. Il lavoro sarà dare risorse a quelle nazioni che devono crescere in competitività. Un round di Pro12 fa circa 500.000 telespettatori, la finalissima 379.000 se Sky dovesse fare 200.000 sarebbe molto contenta. Il rapporto con Sky è molto buono ma il task per il futuro sarà creare maggior qualità e minor quantità. Su 130 partite live il compito sarà migliorare la qualità del servizio, il prodotto Pro12 dovrà essere perfettamente riconoscibile, ora non lo è ancora. Però Anayi e Davies stanno lavorando con i broadcasters per riuscirci.

Gli introiti monetari derivanti dai diritti Tv raggiungono il 72% del totale, le sponsorizzazioni solo tra il 10 e il 15% da un solo brand, cioè Guinness che tuttavia è il brand giusto per la competizione. Non ci sarà un lavoro di ricerca di nuovi co-sponsors bensì si dovrà fare un lavoro per far crescere l’engagement sui canali social e digitali, 69.000 like su Facebook sono troppo pochi. Si dovrà fare un buon lavoro in Galles dove 10.000 persone all’Arms per Cardiff-Connacht sono state pochine. Il Pro12 dovrà fare tesoro nell’aver squadre in una sola città come Cardiff, Dublino, Glasgow, Belfast, Edinburgo e copiare esempi inglesi come Exeter e Worchester, lavorando su tradizione e attaccamento. Comunque i dati dei derby sono stati buoni, l’Aviva era sold-out, si è registrato il record a Murrayfield e in Italia il pubblico dei derby è cresciuto del 14%.

La stabilità delle regole è fondamentale, non si è alla ricerca di troppi cambiamenti, si vuole fare un passo alla volta. Ad esempio non interessa l’introduzione di squadre come London Welsh e London Scottish al posto delle italiane perché Pro12 crede molto in loro. Anayi ”La FIR da contribuisce con fondi nei club che solo da quest’anno sono stati in grado di fare contratti triennali dal momento che i club non erano sicuri del loro futuro. Sono stato in Italia e ho visto del vero interesse e passione per il rugby. Zebre sono Parma e Benetton è Treviso, sono dei club con un ottimo patrimonio e storia, sebbene non vincano molto, sono competitivi. La famiglia Benetton ha messo molti soldi nel club e di sicuro non vorranno vederlo fallire”.

In Scozia sta andando molto bene, la vittoria di Glasgow ha fatto molto bene e Edinburgh è in forma in questa stagione, i prodotti del sistema di Accademie scozzese ha permesso di creare gente come Finn Russell e Stuart Hogg che hanno “attratto” giocatori come Taquele Naiyaravoro e Leone Nakarawa . Al contrario se il rugby delle province ha avuto un gran successo in Irlanda, in Galles ci sarà del lavoro da fare perché nonostante sia sport nazionale il format delle provincie non è ancora decollato. La via giusta starà nell’accordo con BBC Wales e S4C.

 

Foto Elena Barbini

Risultati e classifica di Guinness Pro12

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