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Dopo tre partite di 6 Nazioni pesano sull’Italia quasi 150 punti al passivo, una media di quasi 50 punti subiti a partita nelle tre sconfitte azzurre, due delle quali  — Francia e Irlanda, le due gare interne — molto molto preoccupanti. Pesa leggere il numero 30 alla voce sconfitte consecutive. 

 

Vittorio Munari (foto a dx) non è per nulla sorpreso, anzi: “chi conosce in profondità il rugby italiano non dovrebbe esserlo — commenta dalle pagine del Gazzettino —. Bisogna andare a monte. Da quando nel '98 l'Italia è entrata nel gruppo delle migliori sono stati commessi errori strategici anziché consolidare la struttura che ci aveva portato a quel risultato. Il rugby italiano era mantenuto dai club. Poi dagli inizi del Duemila è stato smantellato il campionato. Si è creato un vertice sospeso nel nulla. Prima i giocatori sono stati lasciati andare all'estero, poi con la creazione delle franchigie è stato svuotato dei 60-70 migliori interpreti, da quel momento gestiti direttamente dalla Fir, che ha preso il potere economico lasciando ai club un torneo senza valore, privo di immagine e di appeal.”

 

Le parole dell'attuale Direttore Sportivo del Petrarca Rugby, la voce di DMAX al 6 Nazioni, vanno a toccare tanti argomenti, dal 6 Nazioni al TOP10 passando per le franchigie e le Accademie.

 

TOP10

“Il TOP10 è la parte vitale del movimento, la storia. Se tagli le radici la pianta si inaridisce e non dà frutti” esclama a gran voce Munari romani da qualche anno.

 

La formazione dei giocatori sembra un nodo cruciale, il percorso verso l’alto livello è ora più che mai in forte dubbio.

In Italia un ragazzo è costretto a fare il suo apprendistato direttamente in Nazionale e ha un picco di performance mediamente di appena 3-4 anni, un dato su cui riflettere perché i costi di formazione sono poi sproporzionati rispetto ai risultati”.

 

PRO14

Il Pro 14 sarebbe dovuto servire anche a questo.

“Le franchigie hanno un senso se sono ancorate a una base forte e larga. L'unico collegamento con i club ora mi sembra quello dei permit player. Tanti ragazzi escono dall'accademia federale avendo giocato nel campionato di seconda divisione (Serie A ndr) e passano direttamente alle franchigie senza essere pronti. Il salto è troppo grande. Anche per questo servirebbe un Top 10, meglio Top 8, credibile.”

 

Accademie

La formazione delle Accademie non funziona?

“Non sto dicendo questo. Dico solo che i costi dei giocatori prodotti sono sproporzionati rispetto a quanto poi riescono dare. A livello tecnico si tende a lavorare sui punti forti dei ragazzi anziché sui quelli deboli. Ma poi non si possono aspettare 5 anni di nazionale per vedere se uno impara a difendere…”

 

Come se ne esce? La prima cosa è la consapevolezza dei problemi per fare una diagnosi corretta.”

 

Nazionale

Recentemente il CT della nazionale maggiore Franco Smith dice che ci vorranno otto anni per essere al livello delle altre grandi. “Forse è addirittura ottimista. Ma il punto è un altro: 8 anni fa qualcuno ci disse che saremo entrati presto tra le primo 8 al mondo. Poi è arrivato O'Shea che assicurava di vedere la luce in fondo al tunnel. Ora se servono altri 8 anni, non è il ct che deve dircelo. Ce lo deve venire a dire chi è stato responsabile delle scelte.”

 

“Dico che 20 anni fa vedevamo la targa dei nostri avversari, oggi ci stanno davanti di chilometri” conclude Munari intervistato dal Gazzettino.

 

 

 

 

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Foto Alfio Guarise

 

 

 

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