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In una recente intervista del Midi Olympique all’ex capitano azzurro Sergio Parisse è stato chiesto di ripensare ai suoi 18 anni trascorsi con la maglia Azzurra, al suo cambio di squadra dallo Stade Français al Tolone ma anche alla fine della sua carriera, che a quasi 37 anni sembra imminente nonostante le buone prestazioni in campo con il Rugby Club Toulonnais in Top14. Parisse avrebbe dovuto giocare l’ultima partita con l’Italia all’Olimpico contro l’Inghilterra sabato 14 marzo, il match è però stato rinviato per il Coronavirus. Giocherà ancora? Ci sarà spazio per l’ultima di Sergio Parisse con l’Italrugby? Non lo sappiamo, non lo sa neanche lui e il pensiero non può che andare agli anni trascorsi con la Nazionale.

 

“Il ricordo più intenso della mia carriera è stato sicuramente l’esordio contro gli All Blacks. Ero ad Hamilton per la mia prima partita in Nazionale. Avevo 18 anni, sfidavo i neri, c'era Jonah Lomu in panchina ... Due mesi prima lo stavo guardando in TV e quel giorno mi è stato chiesto di affrontarlo. Lo ricordo come fosse ieri.” dichiara Parisse al Midi Olympique.

 

 

A distanza di 18 anni, hai giocato ben 142 partite con l’Italia. Se dovessi salvare solo una cosa della tua carriera in azzurro, quale sarebbe?

“L'orgoglio di essere riuscito a far conoscere il rugby agli occhi del popolo italiano. In Italia c'è il calcio, il calcio, il calcio, e molto lontano ci sono gli altri sport. Quindi, vedere come le persone hanno imparato ad appassionarsi al rugby è incredibile. A volte giocavamo di fronte a 50-60.000 spettatori quando la sconfitta era già scritta ... Da capitano vedere i miei compagni di squadra dare l’anima in campo mi ha sempre toccato. Abbiamo subito numerose sconfitte ma con la sensazione di non essere poi così lontani dalla vittoria. A volte invece abbiamo vinto. Ecco, è stato incredibile! In diciotto anni ho conosciuto decine di nuovi ragazzi, ma nessuno ha mai deluso. Ecco perché il pubblico si è affezionato così tanto al nostro sport. Questo è il mio più grande successo.”

 

Qual è il tuo miglior ricordo con l’Italia?

“La vittoria contro la Francia nel 2011 al Flaminio! Sembrava che i 27.000 tifosi fossero in campo con noi. La Francia è arrivata a sfidarci forte della vittoria con Grande Slam dell’anno precedente ma li abbiamo battuti 22-21. Al fischio finale è stato un delirio completo nello stadio. I ragazzi piangevano, è stato enorme.”

 

Per la prima volta dopo 12 anni da capitano non sei stato convocato. Cosa ti manca di più della Nazionale?

“Molti ex compagni di squadra, ho parlato con loro e mi hanno detto che quando appendi le scarpe al chiodo ti rimane un vuoto dentro. Tutto ciò che ti ha fatto vibrare l’anima, dal tuo primo allenamento di 30 anni fa, scompare. Sei contento di non fare la preparazione atletica, ma ti manca l'adrenalina, la pressione ... Quindi voglio smettere? No, mi piacerebbe giocare fino a 75 anni! Ma non è possibile e mi ritrovo in un momento chiave della mia vita.”

 

L’intervista a Sergio Parisse è consultabile sul settimanale francese Midi Olympique.

 

 

 

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