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L'episodio è accaduto ieri, è ha avuto come vittima il giocatore di rugby Maxime Mbandà, internazionale Azzurro e in forza alle Zebre.

In seguito ad una lite con un automobilista questi ha rivolto al giocatore degli insulti razzisti. Maxime Mbandà nato da papà africano e madre originaria di Pannarano, in provincia di Benevento, è per giunta nato a Roma, quindi italiano a tutti gli effetti. In seguito all'episodio il giocatore ha deciso di denunciare quanto accaduto sulla sua pagina Facebook.

Il 27enne milanese, secondo quanto riportato da La Repubblica, avrebbe anche presentato denuncia contro l'automobilista. Non solo per gli insulti razzisti, ma perché al termine della lite, l'uomo avrebbe inseguito Mbandà in un parcheggio addirittura tentando di investirlo prima di fuggire. L'azzurro (20 caps) era di ritorno da una cena con la propria compagna.

Ecco il post pubblicato da Maxime Mbandà:

"Ieri sera, dopo anni che non mi succedeva, ho subito un atto di razzismo.
Giusto appunto due giorni fa, rispondendo ad una domanda, dissi che i miei genitori mi avevano insegnato sin da piccolo ad affrontare gli episodi di razzismo col sorriso, MA QUESTA VOLTA NO.
Questa volta non erano frasi dette da un bambino che avrebbe potuto semplicemente ed ingenuamente ripetere ció che poteva aver sentito da genitori, altri bambini, televisione o qualsiasi altra fonte.
Sentirsi dire, da cittadino italiano e mulatto quale sono “VATTENE NEGRO DI M****, TORNATENE AL TUO PAESE” (parole tutte reperibili in qualsiasi dizionario Treccani), mi ha letteralmente ferito, deluso, danneggiato moralmente e mi ha fatto riflettere tutta la notte. Solitamente cerco di farmi scivolare addosso tutte quelle frasi stupide che vengono passate come barzellette o frasi scherzose riguardante i NEGRI o comunque gli immigrati in generale, MA QUESTA VOLTA NO.
Sono nato in Italia da una donna sannita di Pannarano, un paesino in provincia di Benevento e da un uomo congolese, venuto in questo Paese con una borsa di studio a 19 anni e diventato un Medico Chirurgo sapendo solo lui le difficoltà a cui sia andato in contro.
Sarò sempre quel “NEGRO” che alcune persone ignoranti usano con quel tono dispregiativo e sarò sempre ITALIANO, che la gente lo voglia o no.
Sono fiero di essere il risultato dell’unione di due culture diverse e mi batteró sempre affinché vengano RISPETTATI I DIRITTI DI CITTADINO ITALIANO E DEL MONDO miei e di qualsiasi altra persona che abbia una storia analoga alla mia e che si possa chiamare Mario, Giulia, Juan, Xiang, Mohamed. Spero tanto che alla persona in questione arrivi, anche solo per sbaglio, questo messaggio e che si faccia un esame di coscienza oltre che ritagliarsi qualche momento delle sue giornate per leggere ed acculturarsi per evitare di rimanere nella deficienza, intesa come difetto di preparazione scolastica."