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Fabio Roselli, 47 anni, da giocatore trequarti ala della Rugby Roma, club con il quale ha alzato la Coppa Italia nel 1998 e lo Scudetto italiano nel 2000. In Nazionale maggiore 17 caps e 5 mete. Da allenatore, dopo la trafila delle nazionali giovanili, una stagione da assistant coach dei trequarti delle Zebre ed infine l’incarico di responsabile tecnico dell’Italia U20.
Gli azzurrini alla ultima World Rugby U20 Championship di Francia hanno chiuso all’8° posto, uguagliando il piazzamento dello scorso anno, un ottavo posto che resta il punto più alto della nostra Nazionale Under 20.

Abbiamo intervistato Roselli, l’allenatore degli azzurrini che ha analizzato con noi di Rugbymeet il Mondiale U20 da poco concluso.

“E’ stato un mondiale molto intenso ed impegnativo - esordisce Roselli -, sicuramente non siamo totalmente soddisfatti di come abbiamo concluso il Mondiale. L’obbiettivo che ci eravamo prefissati a inizio stagione era migliorare il piazzamento dello scorso anno, non ci siamo riusciti però abbiamo vinto due partite nel girone facendo 10 punti, sotto questo aspetto siamo abbastanza soddisfatti.”

Senza dimenticare che con un punto di bonus contro l’Inghilterra saremmo arrivati tra le prime quattro al mondo.
“Proprio così, ma ci siamo comunque qualificati come la seconda miglior seconda.”

Quello Under 20 è un Mondiale che mette a dura prova sotto l’aspetto fisico, non è facile giocare ogni 4 o 5 giorni…
“Diciamo che la priorità assoluta diventa il recupero subito dopo una partita, quindi il tempo per gli allenamenti sul campo è limitato. L’ideale sarebbe poter fare una preparazione prima dell’inizio della World Rugby U20 Championship, noi ancora non abbiamo questa possibilità ma affrontiamo il torneo nel miglior modo possibile. Siamo e vogliamo essere tra le prime 11 al mondo.”

Altre nazionali fanno delle tournée per preparare l’appuntamento.
“Le super potenze del rugby mondiale puntano a vincere il torneo ogni anno, loro giustamente hanno la possibilità di fare una adeguata preparazione al mondiale e ne approfittano.”

Di fatto questa e quella dello scorso anno è la miglior Nazionale U20 di sempre, molti giocatori faranno il salto dall’Accademia all’Eccellenza ed alcuni che già erano in Eccellenza giocheranno in Pro14. Chi fra questi potrà, magari nel breve, esordire in nazionale maggiore?
“I nomi già si sanno (Lamaro, Rizzi, Cannone ndr.), è importante dire che in questo gruppo ci sono più di tre giocatori che hanno tante potenzialità. Logicamente adesso, il passo più importante da fare sta nel percorso che questi affronteranno usciti dall’Under 20. Serve un percorso che permetta loro di continuare a lavorare per l’altissimo livello.”

Torniamo sull’argomento Marco Riccioni, campione d’Italia in Eccellenza e capitano della Nazionale Under 20, lo scorso anno è passato subito in Pro14 con Benetton. Il pilone però ha avuto quasi immediatamente dei guai fisici che lo hanno tenuto lontano dai campi per quasi tutta la stagione…
“E’ impensabile identificare un percorso che sia valido e uguale per tutti, sia per fisicità diverse che per livello di maturità del singolo. La sfida più grande per noi è trovare per ogni giocatore il percorso più adeguato possibile.”

Parli di un percorso diverso dovuto al ruolo?
“Non solo al ruolo, ma anche alla fisicità e al grado di maturità umana diversa del giocatore. Ci sono alcuni giocatori che devono crescere sotto il profilo caratteriale e altri giocatori che sono già maturi. Faccio l’esempio di Michele Lamaro, è un ottimo giocatore e possiede anche una maturità umana superiore ad altri giocatori. Ripeto, sicuramente ognuno ha le sue caratteristiche ed ad ognuno va trovato il percorso più adeguato.”

L’anno prossimo il Mondiale U20 sarà in Argentina, nella città di Rosario. Confermati insieme a te l’allenatore della mischia Andrea Moretti, il preparatore atletico Massimo Zaghini e il video analyst Massimo Lombardo. Che gruppo sarà quello della prossima Italia U20?
“Sicuramente gli under 19 che sono stati con noi quest’anno verranno riconfermati quantomeno all’inizio, il lavoro più difficile ora sarà identificare quali saranno i nuovi giocatori meritevoli della maglia della Nazionale e ricominciare a costruire un gruppo solido per la prossima stagione”.