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"Gould era uno di quei giocatori che non avrebbe mai potuto essere una star, ma ha fatto tutte le cose che si può desiderare da un estremo. Lui è stato uno di quei giocatori poco appariscenti la cui affidabilità ha permesso ad artisti del calibro di Campese e Mark Ella di brillare." (Sean Fitzpatrick)

Un grande estremo deve essere coraggioso, un libero pensatore e deve possedere una notevole capacità di calciare. Un grande estremo deve avere velocità per rifinire l'azione d'attacco, deve essere senza paura sotto le palle alte, capire l'importanza del tempo e dello spazio e agire come ultimo baluardo della squadra in fase di difesa. Un grande estremo ha l'intuizione di anticipare ciò che sta per succedere un attimo prima dell'avversario e la capacità di arrivare nel punto giusto al momento giusto. La nazionale australiana degli anni ottanta ha messo in campo un numero15 che proponeva con successo tutte queste qualità: Roger Gould.

Certo, stelle come David Campese e Mark Ella hanno fatto incetta di titoli e il loro nome era spesso sui giornali, ma, sicuramente, la roccia sulla quale l’Australia ha fondato i propri successi nella prima metà degli anni ottanta è stata proprio Gould, un atleta la cui carriera si è dipanata nell’arco di sette anni, durante i quali ha ottenuto 25 caps e segnato 86 punti.


Roger George Gould è nato il 4 aprile 1957 a Brisbane. Rugbisticamente parlando, all'età di 7 anni è entrato a far parte dei Western Bulldogs, club della sua città natale, con i quali ha esordito in prima squadra non appena terminate le scuole superiori. Nel 1977 Gould ha vinto la Premiership del Queensland, quindi, l'anno successivo, ha rappresentato per la prima volta il suo Stato.

Atleta  alto e forte, Roger ha avuto un primo assaggio della scena internazionale nel 1978, all'età di 21 anni, quando è stato scelto per il tour in Nuova Zelanda. Purtroppo, un infortunio gli ha impedito di fare il suo debutto con i Wallabies. Se il Queenslander ha avuto un punto debole, infatti, è stata proprio la tendenza ad essere soggetto ad infortuni. Non fosse stato per queste battute d'arresto, Roger avrebbe ottenuto molti più caps e, forse, si sarebbe unito al suo compagno Simon Poidevin per vincere la Coppa del Mondo nel 1991.

L’esordio è stato ad ogni modo solo rinviato. Due anni più tardi, esattamente il 21 giugno 1980, Roger ha giocato nella vittoriosa sfida per 13 a 9 contro la Nuova Zelanda, a Sydney. La serie è stata vinta 2 a 1 dagli uomini in maglia oro: un modo perfetto per l'Australia di iniziare il decennio.

Roger Gould non ha svolto nessuna parte attiva nell’impressionante serie di vittorie che l’Australia ha inanellato contro la Francia nel 1981 a causa, ancora una volta, di un infortunio, ma è stato in seguito chiamato per il tour invernale nel Regno Unito.

I viaggi dei Wallabies in Gran Bretagna dal 1970 non erano stati particolarmente entusiasmanti, ma quella volta le aspettative erano davvero alte, tant’è che il capitano Tony Shaw aveva dichiarato che il suo team avrebbe sicuramente conquistato il Grande Slam. Tuttavia, causa la sfortuna e le inclementi condizioni meteo, gli uomini di Bob Templeton hanno vinto una sola partita, un 16 a 12 contro l’Irlanda, anche se in ogni gara disputata hanno sempre segnato più mete dei loro avversari. Roger ha giocato nelle prime tre sfide, ma è stato sostituito dall’altro uomo del Queensland, Paul McClean, nella sfida persa 15 a 11.

Tornati in Australia, sia McClean sia Gould sono stati lasciati fuori rosa per la prima partita della mini serie contro la Scozia a Brisbane, in modo da dare spazio ai fratelli, Mark e Glen Ella. Con i due beniamini di casa assenti, i fans di Brisbane hanno fischiato i fratelli Ella ogni volta che commettevano un errore, un atteggiamento che ha turbato gli stessi Gould e McLean, i quali hanno creduto più nella causa della propria nazionale che alle rivalità interne. L’Australia ha perso la partita, ma i due Queenslanders hanno goduto di un trionfale ritorno nella seconda gara, dove in coppia hanno segnato 29 dei 33 punti dei Wallabies, tra cui un paio di mete di Roger.

La partita successiva è stata giocata contro la Nuova Zelanda, per difendere il titolo della Bledisloe Cup. Roger si è rivelato una figura dominante nell’inesperta squadra australiana e ha segnato pure una splendida meta nel terzo match, ad un minuto dal kick-off. In quell’occasione, l'estremo è stato anche sottoposto a intimidazioni da parte dei rivali in nero, in particolare dal leggendario Mark Shaw. La partita è stata persa e con essa la coppa.

Prima della stagione 1984 in Australia vi è stata una crescente disillusione nei confronti del rugby amatoriale e diversi protagonisti si sono ritirati o hanno cercato fortuna altrove. Uno di questi è stato proprio Roger Gould che, nel 1981, è emigrato in Argentina, dove si è accasato al San Isidro Club, nella provincia di Buenos Aires.

La stagione seguente l'estremo di Brisbane è arrivato in Italia, al Petrarca Padova allenato da Lucio Boccaletto. Con i patavini Roger è rimasto due stagioni, vincendo il campionato 1983/84. Il Petrarca, quell'anno, ha sopravvanzato Treviso di 4 punti nella pool scudetto, grazie alla vittoria dell'ultima giornata sullo stesso Benetton per 13 a 9.

Dall'Italia Gould è stato richiamato dal coach Alan Jones, il quale aveva capito l’importanza di questo ragazzo per la squadra. È ormai risaputo che quella è stata una decisione veramente ispirata, in quanto l'estremo si è dimostrato uno dei migliori giocatori durante il tour che i Wallabies hanno compiuto nel Regno Unito nel 1984.

Quel tour invernale nel nord del mondo è stato un vero successo per i Wallabies. Non solo gli australiani hanno finalmente sepolto i fantasmi del 1982, ma hanno anche messo a punto nuovi standard nel rugby moderno, lasciando i britannici annichiliti e senza alcuna vittoria. Roger ha giocato superbamente in tutti e quattro i test ed ha contribuito a far si che Mark Ella facesse incetta di mete (un personale Grande Slam con una marcatura in ogni partita). 19 a 3 contro l’Inghilterra, 16 a 9 con l’Irlanda, 28 a 9 con il Galles e, nell’ultima partita, 37 a 12 contro la Scozia, questi gli incredibili risultati di quella serie. 100 punti segnati, 11 mete, 1 sola subita ma, soprattutto, i Wallabies hanno mostrato al mondo un gioco di rara bellezza ed efficacia. Il coach Alan Jones non ha avuto paura di inserire nel gruppo ragazzi giovani, e così ecco il debutto di Nick Farr-Jones, Michael Lynagh e del terza linea David Codey, i quali si sono integrati perfettamente negli ingranaggi della squadra, tra campioni quali Campese, Poidevin, Mark Ella e Andrew Slack, il nuovo capitano che aveva tolto la fascia proprio a Ella. Gli interventi precisi di Roger Gould sono stati il fulcro di quel team. Il gioco si sviluppava attorno a lui, e da lui ripartiva ogni azione con continuità disarmante.

I Wallabies del 1984


Nel loro emisfero, invece, le cose non sono andate così bene. Nel 1985 l'Australia ha di nuovo perso la Bledisloe Cup contro la Nuova Zelanda, con Roger in sofferenza sui calci nella decisiva terza prova. I Wallabies quel giorno hanno utilizzato non meno di tre calciatori, mentre Roger e David Campese hanno fallito punti cruciali che hanno portato alla sconfitta per 24 a 25.

Gli infortuni hanno cominciato a quel punto a pretendere il saldo del conto e nei successivi tre anni Roger ha giocato solo quattro volte per l'Australia, con la sua maglia numero 15 che è stata indossata di volta in volta da altri giocatori, tra i quali David Campese e Andrew Leeds. La sua venticinquesima e ultima partita da wallaby è arrivata il 23 maggio 1987, una vittoria per 19 a 6 contro l’Inghilterra, durante la Coppa del Mondo, quando è stato sostituito da Leeds. Anche quel giorno, nonostante fosse alla fine, Roger Gould è stato uno dei migliori giocatori in campo.

Una volta ritiratosi dal rugby giocato, Roger ha aperto un servizio di catering (Gould&Kennedy) e, contemporaneamnete, ha accompagnato la nazionale degli Stati Uniti alla Coppa del Mondo del 1999, come consulente tecnico e allenatore dei trequarti.

Nel 2001 Gould è diventato allenatore dei trequarti dei Reds, franchigia del Queensland, mentre nel 2002 l’ex wallaby ha sostituito Andrew Slack in qualità di osservatore per la nazionale australiana, unendosi al coach Eddie Jones e al suo assistente Ewen McKenzie.

Nel 2004, l'ex roccia australiana ha assunto l'incarico di allenatore dei trequarti dei Wallabies, ma dopo un mese ha dovuto rinunciare per motivi famigliari.