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"La vista del capitano M.J. Campbell-Lamerton del Duke of Wellington's Regiment nei pressi della line-out, come un ippopotamo infuriato, è stato uno degli spettacoli più emozionanti del rugby scozzese.” (Allan Massie, giornalista scozzese)

Mike Campbell-Lamerton è stato uno dei più importanti giocatori di seconda linea della sua generazione, quella degli anni ’60, ma anche un militare di carriera, che nel 1953 ha preso parte alla cruenta Guerra di Corea. Capitano nel primo caso, della nazionale scozzese, dei British Lions e anche dei Barbarians; tenente nel secondo (ma si è congedato con il grado di colonnello). In entrambi i casi, Mike ha spronato i suoi ragazzi a guadagnare terreno nel fango, centimetro dopo centimetro, sino al raggiungimento di una meta, sia essa una collina strategica o quella tracciata con il gesso al limite del campo. L’unica differenza sta nel fatto che sui campi di battaglia si rischiava la pelle, mentre dai campi di gioco, al massimo, si usciva con qualche contusione.

La vita, Mike l’ha rischiata veramente e in più di un’occasione, tant’è che il successo nello sport è arrivato dopo una riabilitazione fisica prolungata e dolorosa, a seguito di un incidente patito durante un’azione di guerra. A quel punto, però, il ragazzo ha partecipato a due tour con i Lions, uno nel ruolo di capitano, e ha guadagnato 23 caps con il XV del Cardo nei giorni in cui si giocavano solo quattro o cinque partite a stagione, conquistando il Cinque Nazioni del 1964.
Dotato di un fisico gigantesco, a seguito di una maul selvaggia degli scozzesi contro la Francia a Murrayfield la stampa transalpina ha definito Campbell-Lamerton "L'abominevole". L'epiteto non avrebbe potuto essere più inadeguato, per la correttezza che l’atleta ha sempre mostrato, ma la paura che incuteva avrebbe fatto miracoli nelle sfide portate alla Francia negli anni successivi.

 


Nato il 1 agosto 1933 a La Valletta, presso il Royal Naval Hospital, Michael John Campbell-Lamerton era il maggiore dei due figli del capitano di corvetta Robert Campbell-Lamerton e di sua moglie Margaret, di origini scozzesi. Dopo che il padre è stato ucciso nel nord Atlantico durante la seconda guerra mondiale, nel 1943, la famiglia si è trasferita nel Surrey, dove Mike ha studiato presso la Ottershaw School, vicino a Windsor, la Guildford ed il Fettes College, prima di intraprendere a sua volta la carriera militare, prestando servizio nel Duke of Wellington’s Regiment dal 1952.

Nel 1953 il ragazzo ha preso parte alla Guerra di Corea con il grado di tenente, facendosi notare in particolare per la cura riservata ai propri uomini e per il personale coraggio. Questo conflitto brutale, che la storia ha spesso trascurato alla luce delle atrocità della seconda guerra mondiale, ha visto i Dukes di Campbell-Lamerton al centro dell'azione.
L'offensiva cinese nella battaglia di Hook, una collina che domina la valle di Sami-Ch'on, ha fatto parte di un grande assalto contro le posizioni britanniche. Nella notte del 28 maggio 1953 l'attacco cinese è stato fermato grazie all’artiglieria pesante e ai colpi di mortaio. A due plotoni, guidati da Campbell-Lamerton e dal suo amico di una vita David Gilbert-Smith, è stato affidato il compito di guidare la contro offensiva per riprendersi il promontorio di Hook che era stato travolto dal nemico. Alle 3,30 del mattino la posizione era di nuovo nelle mani inglesi. Entrambi i tenenti si sono mostrati soldati valorosi, ma solo ad un uomo poteva essere assegnata la Victoria Cross ed è finita sul petto del più anziano Gilbert-Smith.

In quel periodo Campbell-Lamerton ha evitato la morte in diverse occasioni. Già ai tempi della scuola, a 15 anni, era stato colpito al petto da un giavellotto. In Corea, mentre era di pattuglia a piedi, ha calpestato una mina. Notando l'appena udibile click, il tenente ha avuto la presenza di spirito di mantenere la calma e restare immobile mentre chiamava un compagno. Per fortuna il caporale che si trovava con lui aveva prestato servizio nel 1945 come artificiere e dopo un periodo di tempo che doveva sembrare un'eternità è riuscito a disinnescare l’ordigno.
Un’altra volta, nel 1957, il ragazzo ha rischiato a causa di un incidente d’elicottero mentre inseguiva i guerriglieri dell'EOKA a Cipro. Un tuffo da 60 piedi nel bel mezzo dei combattimenti gli ha causato gravi problemi alla schiena, all'anca e alla gamba. Ricoverato presso il centro di riabilitazione della Royal Air Force a Headley Court, nel Surrey, il ragazzo ha dovuto imparare a camminare di nuovo.

Nel 1956, mentre si trovava di stanza a Gibilterra, Mike si è sposato con Marie-Christine Cottrell. Il modo in cui ha conosciuto la ragazza è tutto da raccontare. Campbell-Lamerton ha subito un infortunio durante una partita di rugby e dall’altoparlante è partito un annuncio a richiedere un volontario per trasportare il giocatore in ospedale. Si è fatta avanti Marie-Christine, la quale lo ha portato al pronto soccorso con la sua auto sportiva. Da lì è sbocciata la loro storia d'amore.

La carriera di rugby di Campbell-Lamerton lo ha visto giocare per la squadra del Duke of Wellington’s Regiment e per Army and Combined Services, con i quali ha disputato una sfida contro una selezione scozzese a Murrayfield nel 1960, impressionando i tifosi per la sua potenza. Quindi nel Blackheath, nell’Halifax, per finire poi con i London Scottish. Egli ha rappresentato e capitanato anche il XV dello Yorkshire e dell’esercito.

Avere una madre scozzese ha concesso a Lamerton il diritto di indossare la maglia con il cardo. Il seconda linea ha fatto il suo debutto internazionale il 7 gennaio 1961, durante una partita del Cinque Nazioni contro la Francia di Pierre Albaladejo e Michel Crauste a Colombes. Gli scozzesi, capitanati dal mediano d’apertura Gordon Waddell, hanno perso malamente per 0 a 11.
Il secondo cap di Michael è arrivato il 21 gennaio successivo, quando la Scozia ha affrontato la nazionale sudafricana a Edimburgo perdendo 5 a 12.
Il ragazzo ha disputato quindi le successive tre sfide del Cinque Nazioni, con il XV scozzese che ha sconfitto il Galles e l’Irlanda nel tempio di Murrayfield, per poi perdere la sfida della Calcutta Cup a Twickenham.

Mike è sceso in campo da titolare anche in tutte le partite del Cinque Nazioni 1962. Gli Highlanders hanno perso di nuovo con i francesi, che avrebbero vinto il torneo per il quarto anno consecutivo, ma è stata questa la loro unica sconfitta, essendo riusciti a sconfiggere ancora Galles e Irlanda, due compagini ai minimi storici, e ad imporre il pareggio agli odiati cugini in maglia bianca.

In aprile, nell’arco di due giorni, Campbel-Lamerton ha disputato due incontri con i Barbarians, contro Cardiff e Swansea: una sconfitta contro i primi e vittoria sui Jacks.

A quel punto il coach irlandese Harry McKibbin ha incluso Campbell-Lamerton nella squadra dei British Lions che ha intrapreso un tour in Sudafrica. Essendoci già seconde linee affermate, come Keith Rowlands e Bill Mulcahy, oltre al giovane di belle speranze Willie John McBride, allo scozzese è stato chiesto d'indossare la maglia numero 8, con la quale ha preso parte a tutti e quattro i test match contro gli Springboks, oltre a 16 partite infrasettimanali, facendo di lui l’uomo con più presenze nel tour.
Purtroppo per loro, i rossi sono riusciti a pareggiare soltanto il primo incontro a Johannesburg. I restanti tre sono stati conquistati da Johan Claassen e compagni. Michael è riuscito comunque a realizzare la sua unica meta internazionale nel quarto match a Bloemfontein.

Il 17 novembre, sempre del 1992, Mike è stato invitato nuovamente a giocare una partita per i Baa-baas, questa volta contro la nazionale canadese, sfida che si è risolta con un ex equo per 3 a 3.

Nel 1963 la Scozia ha vinto in casa della Francia con il risultato di 11 a 6, ma ha perso nuovamente la sfida per la Calcutta Cup, questa volta per soli due punti: 8 a 10.

Terminato il torneo, il seconda linea di La Valletta ha indossato ancora la maglia bianco-nera dei Barbarians per affrontare nuovamente Cardiff e Swansea. Contro questi ultimi, battuti con il punteggio di 14 a 9, Mike è stato il capitano della squadra.

La stagione successiva gli Highlanders hanno vinto il Cinque Nazioni. Erano esattamente 26 anni che non accadeva, ovvero dal lontano 1938, quando le squadre partecipanti erano ancora quattro e il torneo si chiamava Home Championship. Nel ’64, invece, c’era anche la Francia, distrutta la prima giornata con il punteggio di 10 a 0 tra le mura amiche di Murrayfield. La partita seguente ha visto gli scozzesi perdere a Cardiff 3 a 11, per poi vincere in casa dell’Irlanda 6 a 3.
L’ultima sfida ha visto arrivare a Edimburgo l’Inghilterra. In palio c'era una Calcutta Cup che non oltrepassava il Vallo di Adriano da 14 anni. Il titolo di campione sembrava già essere andato al Galles, squadra che guidava la classifica con 5 punti, uno in più della Scozia, e che doveva affrontare all’Arms Park la Francia. A Murrayfield non c’è stata storia; il XV del Cardo a realizzato tre mete, una con Jim Telfer, contro una sola dei vecchi nemici della Rosa, e la sfida è terminata 15 a 6. Alla gioia per la ritrovata Calcutta Cup si è aggiunta anche quella per la conquista del titolo, perché la Francia, contro ogni previsione, è riuscita ad imporre al Galles un pareggio per 11 a 11. Scozia e Galles hanno terminato a pari merito in cima alla classifica. Allora non esisteva la vittoria per differenza punti, altrimenti, con sole tre lunghezze di vantaggio, avrebbero trionfato i Dragoni.

Ad un Cinque Nazioni trionfale ne è seguito uno totalmente disastroso. Nel 1965, infatti, la squadra con la maglia blu notte ha conquistato un poco onorevole Cucchiaio di Legno ed è riuscita ad evitare il Whitewash solo grazie al pareggio 3 a 3 conseguito nell’ultima giornata a Twickenham. Meta di Andy Hancock per i bianchi, ma trasformazione sbagliata. La marcatura all’epoca valeva tre punti, per questo motivo è bastato il drop calciato da David Chisholm a pareggiare l’incontro.
Il disastro scozzese è frutto di un certa confusione mentale. Tanto per fare un esempio, in quattro partite sono stati schierati ben tre mediani d’apertura: Brian Simmers, Iain Laughland, che aveva come ruolo naturale quello di trequarti centro, e infine l'atleta del Melrose RFC David Chisholm. Stesso discorso per altri ruoli-chiave, come quello dell’stremo e del Numero 8 e, soprattutto, per quanto riguarda il capitano. Campbell-Lamerton ha indossato la fascia in due occasioni, ma ha dovuto cederla al pilone Brian Neill nel primo match e in quello finale all’estremo Stewart Wilson, pur essendo regolarmente in campo.

Il 17 aprile la squadra si è rifatta battendo a Murrayfield gli Springboks di Avril Malan con il risultato di 8 a 5, grazie alla meta di Jim Shackleton, trasformata dal capitano Stewart Wilson, e ad un drop del solito David Chrisholm.

Nel 1966 il XV del Cardo ha rialzato la testa anche nel torneo. La squadra ha pareggiato in casa con la Francia, ha vinto a Dublino e, soprattutto, ha portato in bacheca nuovamente la Calcutta Cup, battendo l’Inghilterra a Murrayfield con il risultato di 6 a 3 grazie alla segnatura dell’ala David Whyte, trasformata da Colin Blaikie.
È stata questa l’ultima partita per la propria nazionale di Mike, il quale ha disputato tutto il Cinque Nazioni al fianco di Peter Stagg, formando una straordinaria coppia di seconde linee.

Più avanti nell’anno Campbell-Lamerton ha preso parte al suo secondo tour con i British Lions.

Con i suoi 144 giorni e 35 partite il tour del 1966 è stato uno dei più lunghi mai svolti dalla compagine britannica. I Leoni avevano per la prima volta un allenatore, nella figura del gallese John Robins, dopo che negli anni passati le disposizioni erano state prese dal tour manager e dal capitano. In quel periodo il ragazzo di La Valletta non era più il capitano della Scozia e ci si aspettava che a guidare i Lions fosse Alun Pask, l'eccezionale Numero 8 gallese. Invece, il coach ha deciso di affidare la fascia proprio a lui.
I ragazzi in maglia rossa hanno iniziato il tour in Australia, dove sono rimasti imbattuti in tutte le otto partite disputate, compresi i due match con i Wallabies, con la vittoria record per 31 a 0 nel secondo test a Brisbane; una prodezza che deve ancora essere migliorata.
La fiducia era alta, tanto che i media hanno parlato di questa squadra come della migliore di tutti i tempi. Purtroppo, in Nuova Zelanda non è andata altrettanto bene. Gli All Blacks di Colin Meads, Kel Tremain e Brian Lochore hanno imposto la loro forza vincendo quattro sfide su quattro con ampi margini. Gli uomini di Robins, che hanno anche fatto registrare quattro sconfitte e due pareggi su ventuno partite infrasettimanali, erano arrivati nel Paese della Lunga Nuvola Bianca con un ruggito e l’hanno lasciata con un lamento.

Michael ha disputato entrambi i test match contro la nazionale australiana e poi il primo con gli All Blacks, in seconda linea assieme a Brian Price. Quindi, avendo perso tre delle prime cinque sfide in terra neozelandese, complice anche un guaio alla caviglia, il capitano ha deciso di farsi da parte per il secondo test, lasciando la fascia a David Watkins e il posto in seconda all’esordiente Delme Thomas: “Mike voleva solo ciò che era meglio per la squadra e l’ho molto ammirato.” (David Watkins)
Ad un certo punto il tour manager Des O’Brien si è preso una attimo di pausa, trascorrendo una breve vacanza sulle Isole Fiji. Con l'allenatore Robins convalescente a causa di una frattura del tendine d'Achille, Campbell-Lamerton è stato costretto a prendersi sulle spalle la piena responsabilità per quanto riguarda tutti gli aspetti del tour, tra cui un notevole record di 257 discorsi. Il ragazzo è sceso in campo nel terzo test match per cercare di dare una scossa ai propri uomini, giocando al fianco di Willie-John McBride, ma anche questo è finito nelle mani degli uomini allenati da Fred Allen, così ha lasciato che ha giocarsi l’ultima sfida fosse la coppia formata da Brian Price e dall'irlandese.

Il tour, che è terminato a settembre in Canada, dove i Leoni hanno prima subito una sconfitta shock per mano di British Columbia per poi battere la nazionale canadese 19 a 8, aveva chiaramente goduto di enorme spirito di corpo, ma la squadra era decisamente a corto di potenza di fuoco contro gli All Blacks. Il seconda linea di La Valletta, che con i suoi 1,97 metri per 110 chili è stato l'uomo più grosso dei britannici, ha disputato 22 partite nell’arco del tour.

Campbell-Lamerton si è ritirato dal rugby internazionale alla fine di quel viaggio, all'età di 33 anni. L’addio definitivo ai campi il ragazzo lo ha dato il 27 dicembre, in occasione della tradizionale sfida di fine anno tra Barbarians e Leicester Tigers. Per l’occasione, Mike ha indossato ancora una volta la fascia di capitano del club ad inviti, ma la gara, alla fine, è stata vinta dalle Tigri con il punteggio di 14 a 3.

Una carriera altrettanto di successo si è svolta nell’ambito del servizio militare, con Campbell-Lamerton a comandare un battaglione in Irlanda del Nord e poi all'Old College e Victory College presso la Royal Military Academy Sandhurst. Michael ha lasciato il servizio militare nel 1985, dopo che nel 1979 aveva raggiunto il grado di colonnello. A quel punto l’ex seconda linea è diventato economo al Balliol College di Oxford, dove poi è stato eletto Emeritus Fellow. Mentre si trovava nel prestigioso college, il ragazzo ha svolto il ruolo di presidente della squadra di rugby.

Lontano dalle carriere militari, accademiche e sportive, Campbell-Lamerton è stato un buon giocatore di cricket, squash e basket e si è cimentato anche nell’atletica e nel nuoto.
Mike è stato anche coinvolto nell’ambito della carità in qualità di Cavaliere di Malta. Insomma, qualsiasi attività ha svolto questo personaggio è stata fatta con grande efficienza e abilità. Il suo approccio giusto ma fermo era sempre di successo. Il motto del suo reggimento, Virtutis Fortuna Comes (la fortuna aiuta gli audaci), è indicativo e appropriato per Michael Campbell-Lamerton.

Nel 1974 Mike è diventato Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico (MBE) per poi essere insignito del grado di Ufficiale (OBE) nel 1979.

Nel 2001 Campbell-Lamerton ha partecipato presso l’Hotel Savoy di Londra ad una cena per il 25° anniversario del tour dei Lions. Purtroppo, solo cinque ex-giocatori sono riusciti a parteciparvi. Allo stesso Mike, nel medesimo anno, è stato diagnosticato un cancro alla prostata. L’uomo ha lottato con grande forza d'animo contro la malattia fino al giorno in cui ha passato l’ovale, il 17 Marzo del 2005, a Burmington, nel Warwickshire, all’età di 71 anni. Due giorni più tardi è stato osservato un minuto di silenzio in suo onore prima della partita di Calcutta Cup a Twickenham.

Michael è ricordato dalla moglie, dalla figlia Clare Josephine e dai tre figli maschi. Il maggiore di essi, Jeremy,  ha rappresentato i London Scottish e la nazionale scozzese negli anni ‘80. Gli altri due figli, Michael Patrick. e Ian Anthony, hanno anch’essi giocato per i London Scottish. Inoltre, Michael Patrick ha seguito le orme del genitore anche per quanto riguarda la carriera dell’esercito, guadagnando il grado di capitano al servizio delle Guardie Scozzesi.

 

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