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"Un pallone rotondo lo sanno calciare tutti, quello ovale no." (Joost van der Westhuizen)

Il sudafricano Joost van der Westhuizen è unanimemente considerato come uno dei più grandi mediani di mischia di tutti i tempi. Metronomo perfetto, trequarti aggiunto con il vizietto della meta, placcatore mostruoso, atleta dal grande cuore e la faccia da attore, Joost ha giocato 89 test con la maglia degli Springboks, onorato con il ruolo di capitano in 10 occasioni, e ha segnato qualcosa come 38 mete, fatto questo che lo ha reso il top-scorer nella storia della nazionale sudafricana, nonché il più prolifico numero 9 di sempre. Van der Westhuizen è stato un membro fondamentale della squadra che ha vinto la Coppa del Mondo del 1995 e il Tri Nations del 1998.


Joost Heystek van der Westhuizen è nato a Pretoria il 20 febbraio 1971 e ha frequentato l’Hoërskool FH Odendaal. Alto 1.88 metri per 92 chilogrammi di peso, Joost ha saputo utilizzare le sue dimensioni e la notevole velocità per ripartire dopo una mischia chiusa e, soprattutto, dopo una ruck. Egli, infatti, era adatto a un tipo di gioco molto fisico, tant’è che spesso si è mescolato con i propri avanti. Sapeva anche calciare brillantemente con entrambi i piedi ed è stato un difensore feroce: il suo placcaggio al gigante All Black Jonah Lomu durante la finale del mondiale del1995 è diventato leggenda.

Giocatore dei Blue Bulls, con i quali è rimasto per tutto l’arco della sua carriera, Joost ha debuttato in nazionale il 6 novembre 1993, nella vittoria di misura 29 a 26 contro l’Argentina al Ferrocarril-Oeste Stadium di Buenos Aires. Si è trattato di un esordio col botto, perché il ventiduenne ha segnato subito la sua prima meta internazionale. Una settimana più tardi, nello stesso stadio, van der Westhuizen ha realizzato ancora una meta.

Nel novembre 1994 il Sudafrica ha giocato in Scozia. Ad un certo punto della partita si è formata una ruck. Un mucchio di corpi a ponte sulla palla, un drappello di difensori intorno alla mischia. Non c’era niente da fare, se non spalare la palla, farla uscire alla luce e attendere per avere la possibilità di aprire il gioco. Questo, almeno, è ciò che un normale mediano di mischia avrebbe fatto. Joost van der Westhuizen, però, non era giocatore normale. L'allora 23enne ha guardato il campo di Murrayfield stendersi di fronte a lui e una decisione folle gli è balenata nella testa. Ha strappato la palla, ha fatto una finta come se dovesse passare ad un compagno, si è chinato con l’ovale sotto il braccio, si è scrollato di dosso un tentativo di placcaggio, ha sfiorato l'ultimo difensore ed è corso via per una meta spettacolare, la seconda personale di quella giornata. Questa azione straordinaria è stata la dichiarazione anticipata del genio che avrebbe brillare in modo così netto sotto il sole sudafricano sei mesi più tardi, quando gli Springboks hanno vinto una Coppa del Mondo tumultuosa.

Durante il mondiale casalingo del 1995 Joost non ha segnato alcuna meta, ma ciò non gli ha impedito di diventare una delle stelle più luminose del torneo. Il suo controllo della mischia è stato fondamentale, così come le veloci ripartenze. La sua mano, poi, è presente in parecchie segnature, a partire dall’off-load che ha liberato Joel Stransky verso la meta contro l’Australia, durante la gara inaugurale, sino al passaggio che ha portato al famoso drop dello stesso Stransky, con il quale gli Springboks hanno vinto la finale. Era il minuto numero 93, secondo tempo supplementare, e si è verificata una mischia con introduzione sudafricana. Joost ha fatto rotolare l’ovale tra i piedi del tallonatore Chris Rossouw. La palla è schizzata fuori dal pack ancora tra le mani del mediano di mischia, il quale l’ha affidata gentilmente a Stransky, il quale ha calciato il suo drop perfetto che è valso un mondiale e l’unità di una nazione.

Nel 1996 il numero 9 ha marcato una meta alla Nuova Zelanda all’Ellis Park , quando i verdi hanno vinto 32 a 22. Il 15 dicembre dello stesso anno, van der Westhuizen è entrato nella storia del rugby diventando l'unico giocatore internazionale a segnare tre mete al Cardiff Arms Park.

Nel 1997 Joost ha giocato in tutte e tre le prove contro i British & Irish Lions, segnando mete nel secondo e nel terzo test match. Per la cronaca, i britannici hanno vinto la serie 2 a 1.

L’anno successivo il Sudafrica ha conquistato il suo primo Tri Nations, vincendo tutte le partite. Nel torneo il mediano di mischia ha segnato due mete, una all’Australia e una alla Nuova Zelanda, regalando in entrambi i casi ai suoi la vittoria per un punto (rispettivamente 14 a 13 e  24 a 23).
Joost ha poi completato un anno magico trionfando anche nella finale di Currie Cup con i suoi Blues, contro Western Province.

Van der Westhuizen ha capitanato il Sudafrica per la prima volta contro i vecchi rivali della Nuova Zelanda in un test del Tri Nations il 7 agosto del 1999.

Lo stesso hanno il mediano di mischia ha condotto gli Springboks nella Coppa del Mondo in Galles, dove ha segnato una meta alla Scozia e una all’Uruguay durante la prima fase, e una nei quarti di finale contro i padroni di casa dell’Inghilterra. Gli Springboks sono usciti sconfitti dalla semifinale per mano dell’Australia, per poi battere 22 a 18 gli All Blacks nella finale per il 3°/4° posto.


Nel 2001 Joost ha firmato un contrato con i gallesi del Newport, per poi fare dietro-front davanti al diktat della federazione sudafricana che gli ha imposto di scegliere tra il campionato estero e la nazionale. Lui ha scelto gli Springboks, mandando su tutte le furie il management gallese.

Nel 2002 i Blues hanno conquistato ancora la Currie Cup, sconfiggendo in finale i Golden Lions 31 a 7.

Nel 2003 Joost ha disputato la sua terza Coppa del Mondo, tenutasi in Australia, durante la quale ha segnato una tripletta nel 72 a 6 contro l'Uruguay, una gara in cui ha indossato ancora la fascia di capitano.
La deludente sconfitta 9 a 29 subita dalla Nuova Zelanda nei quarti di finale si è rivelata essere la  prova finale di Van der Westhuizen con la maglia nazionale, che a 32 anni ha deciso di ritirarsi dalle scene internazionali.

Lo stesso anno il mediano di mischia ha lasciato anche i Bulls e si è ritirato definitivamente dal rugby giocato. Una volta in pensione, l’ex numero 9 ha trovato lavoro come commentatore nell’emittente sudafricana Supersport.

Nel 2007 Joost è stato introdotto nell’International Rugby Hall of Fame.

Purtroppo, recentemente, l’immagine del campione è stata minata da un brutto fatto di gossip.
Nel febbraio 2009 la rivista Heat e il quotidiano Rapport hanno riferito di essere in possesso di un video in cui si vedrebbe Joost van der Westhuizen impegnato in giochi sessuali con una misteriosa bionda e a sniffare una sostanza bianca. Joost ha negato di essere lui l’uomo nel video, ma ha ammesso di conoscere le due persone che si vedono in esso, anche se non ha mai fatto i loro nomi. Heat ha in seguito postato la versione censurata del video online. Van der Westhuizen ha detto di volere presentare una denuncia penale e d’intraprendere un’azione civile contro i produttori del video, ma non l’ha mai fatto. A marzo, una misteriosa ex stella dello sport femminile (qualcuno ha azzardato che poteva essere la campionessa di salto in alto Charmaine Weavers) ha affermato, in un’intervista molto dettagliata, di avere una relazione con Joost, con il quale avrebbe avuto incontri sessuali anche quando la moglie dell’ex Springbok, la cantante e attrice sudafricana Amor Vittone, era in ospedale per dare alla luce la piccola Kylie.

Sempre a marzo, un ex spogliarellista chiamata Marilize van Emmenis si è fatta avanti e in un'intervista con la solita rivista ha detto che era lei la ragazza nel video e che insieme a van der Westhuizen avevano assunto della droga. La ragazza ha superato un test con il poligrafo e la sua voce è stata verificata da un esperto di riconoscimento vocale. Joost ha sempre rifiutato di commentare questa e altre successive accuse.

Il 28 giugno, ancora del 2009, van der Westhuizen è stato portato in ospedale per un sospetto attacco di cuore, per poi essere dimesso poco dopo quando i test non hanno trovato alcun problema cardiaco. Probabilmente si è trattato di un attacco di panico.

Il 1 novembre Joost ha infine confessato che era lui nel controverso video di sesso e droga e ha chiesto ufficialmente scusa per aver mentito. Nel maggio 2010 la moglie Amor Vittone ha chiesto la separazione.

In quel periodo è stata rilasciata la sua autobiografia, Spieëlbeeld (L'uomo nello specchio).

All'inizio del 2011 il fuoriclasse sudafricano ha subito il placcaggio più duro: gli è stata diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica dai neurologi sudafricani, trovando in seguito conferma presso la Cleveland Clinic, negli Stati Uniti. Per aiutare coloro che soffrono del suo stesso male, Joost ha creato la J9 Foundation.
È importante sottolineare che Joost ha contratto la forma più severa della malattia neurodegenerativa, che ha portato a un deterioramento accelerato del suo stato di salute.

Joost van der Westhuizen ha passato l'ovale il 6 febbraio 2017, all'età di 45 anni.